Non una semplice intervista ma un’emozione personale quella di poter scambiare due chiacchiere con uno degli idoli della tua adolescenza, Tuomas Holopainen dei Nightwish. Ecco a voi cosa ne è uscito da questa intensa chiacchierata al Rock in Roma dell’8 giugno. Enjoy it!
– Ciao Tuomas, benvenuto su Heavyworlds.com, come stanno andando le cose?
Stanno andando alla grande, è la prima volta a Roma in verità, non sono mai stato qui. Avevamo un day off ieri, siamo andati al Vaticano e abbiamo fatto una buona cena, bevuto un sacco di vino rosso e il resto è storia (ride ndr). Comunque, si, tutto sta andando divinamente bene.
– Iniziamo con una domanda che immagino ti avranno fatto già in tanti, ma orientata su un altro aspetto: quest’anno i Nightwish celebrano il 20° anno di carriera. Come ti senti a pensare al grande lavoro che hai messo su in queste due decadi?
Prima di tutto devo dire che è un clichè che sia andato tutto così velocemente, posso ricordare ancora facilmente le registrazioni del nostro primo album e il primo show nella mia città natale, Kitee, nel 1997. Eh sì, sono passati 20 anni da allora, non cambierei nulla, mi sento molto privilegiato per aver avuto l’occasione di fare tutto questo e di poterlo fare ancora. Mi fa anche sentire molto orgoglioso vedere la carriera di tutta la band, ci sono stati un sacco di alti e bassi ma siamo ancora qui, molto motivati a fare quello che facciamo, andando d’accordo fra noi. Spero ci siano altri 20 anni in arrivo, non lo sapremo ancora ovviamente.. Non festeggeremo questo 20° anniversario in nessun modo speciale, non sentiamo la necessità di…
– … festeggiare. E’ come se non volessi mettere una sorta di punto ai 20 anni di carriera ma vederli come un unico flusso temporale ancora in corso, giusto?
Esatto!
– I Nightwish hanno rivoluzionato il concetto di band “symphonic metal” e “female fronted metal”, portando il concetto di unione di diversi stili a un livello più alto… ma all’inizio di tutto ciò, quali erano i sogni che hai provato a inseguire?
Non penso che nè io come songwriter che la band stessa abbiamo mai avuto dei piani a lungo termine e tuttora non ne abbiamo. Ci concentriamo sempre sull’album in arrivo rendendo il migliore possibile e facendo anche il tour in promozione nel miglior modo possibile. Ma non è un “dai pianifichiamo cosa fare così tra dieci anni saremo conosciuti in America o al Wembley Arena” o roba simile. Non penso sia una cosa buona pensare in questo modo. L’unico modo per mantenere la cosa un po’ divertente, essere onesti nella musica e fare le cose che fai è ragionare a breve termine.
– Tu ed Emppu siete gli unici membri rimanenti della line up originale. Come siete cresciuti insieme durante tutti questi anni, sia come musicisti che amici?
In verità, Jukka è ancora un membro della band ed è un membro originario anche lui..
– … si lo so ma intendevo quelli attuali sempre presenti, non so se mi spiego (ride ndr)
Sì sì, ho capito! (ride ndr) Oops, ho dimenticato la domanda, me la puoi ripetere? (ride e gli viene ripetuta la domanda ndr)
Impari veramente a conoscere l’altra persona quando ci passi anni e anni insieme, per esempio con Emppu son ben 20 anni ora con alti e bassi di nuovo. Si condividono un sacco di momenti e cose insieme, impari a conoscere l’altra persona molto bene così. Puoi capire dal linguaggio del loro corpo quando stanno passando una brutta giornata e tu, tramite il tuo occhio psicologico, chiedi se tutto va bene o se hanno bisogno di spazio se è necessario. Non è facile andare in tour con un po’ di persone con diverse personalità e andare d’accordo ogni giorno, farci musica e arte insieme, mantenere la chimica e l’equilibrio del gruppo (di persone ndr). Non è dato per certo, devi veramente lavorarci e capire come le persone reagiscono, se tutto è ok e trovare un equilibrio tra il parlarci e dar loro la propria privacy. E’ una cosa in cui siamo cresciuti e siamo in grado di farla molto bene.
– Se guardiamo la vostra discografia, notiamo un costante miglioramento nel songwriting. Come tu, Tuomas Holopainen, hai cambiato il tuo approccio compositivo durante gli anni, dalle prime idee alla visione finale delle canzoni?
Io sono un credente dell’idea del flusso di coscienza, soprattutto nelle fasi iniziali del processo creativo. Non è mai “ok devo fare una canzone heavy e deve essere lunga e deve avere un coro”. Il tutto inizia sempre con una storia o un tema di cui voglio fare una canzone e lascio scorrere i pensieri e arrivare le melodie, i ritmi e i riff e cerco di trovare il bilancio perfetto con il tema dei testi e lascio che la musica la supporti. Da alcune storie, capisci subito che questa dovrà essere una ballad o una canzone più dolce. Quando invece hai un tema più aggressivo o epico, prendi una direzione più heavy metal o più symphonic metal. Bisogna essere aperti alle storie che si vogliono raccontare e bisogna poi dipingerle e dar loro vita con la musica senza pensare a dei limiti o a quanto la canzone dovrebbe durare, se deve avere un coro o un assolo.. è totalmente irrilevante. A volte quando hai un coro, questo enfatizza di più la canzone e se è necessario dovresti farlo.. ma la cosa è “forget all the rules and keep your mind open” (“dimentica tutte le regole e mantieni la tua mente aperta” ndr).
– Le tre “ladies” che hanno caratterizzato i testi dei Nightwish hanno tre diversi metodi di approccio vocale.. dopo aver composto tutte le parti musicali, cosa chiedi alla vocalist per ottenere la miglior performance?
Ho già una chiara visione del tutto già nella fase di songwriting, di come la canzone dovrebbe sembrare. Ho già in mente le voci di Floor, di Marco e di Troy, i testi e tutte le linee vocali, ho veramente una chiara rappresentazione di come il tutto dovrebbe essere. Presento tutto a loro per farglielo sentire e da quel punto in poi iniziamo ad arrangiarle e a volte portano un nuovo approccio ad alcune canzoni e a tutti gli stili di canto. Sai, cose del tipo “questo dovrebbe essere una nota più alta, questa dovrebbe essere più bassa, la linea vocale dovrebbe essere più bassa”. Ci siamo dedicati molto di più ai testi in quest’album che nei lavori precedenti perchè non sono un cantante quindi non so tutti i piccoli dettagli per poter rendere una voce principale suonare più fluente. Non vuoi troppe s (imita le s di troppo in qualche frase ndr) perchè suona male nonostante nella poesia e su foglio sembra molto più bello. E’ tutta un’altra cosa quando inizi a cantarle, bisogna trovare l’equilibrio giusto tra raccontare la storia, far funzionare la tua “poesia” e farla funzionare anche a livello fonetico in modo che suoni buono ma anche fluente. E i cantanti nella band sono molto bravi in questo.
– Uno degli avvenimenti principali nell’evoluzione del sound dei Nightwish è l’arrivo di Marco Hietala nella band. Che visione musicale hai immaginato per i Nightwish quando hai scelto Marco nel 2001?
Avevamo fatto già tre album con quella line up, avevamo realizzato che era necessario fare un cambio di bassista dovuto all’ambizione della band probabilmente e anche al miglioramento del songwriting. Le cose si son fatte più dimensionali, più interessanti che abbiamo per davvero aggiunto una voce maschile nella band. Allora la cosa è diventata: che ne pensate di trovare un bassista che può anche cantare? E Marco era la scelta più ovvia perchè è il migliore in Finlandia. E lui poteva fare entrambe le cose, per fortuna ha accettato e 15 anni dopo siamo ancora qui (quasi si commuove ndr).
– Ah che tenerezza! “Angels Fall First” e “Endless Forms Most Beautiful” sentiti ora sembrano due dischi rilasciati da due band diverse.. hai mai pensato di registrare l’album di debutto con la nuova line up e con una produzione più moderna?
Assolutamente no. C’è un motivo per cui i dischi più vecchi suonano come suonano. C’è un certo charme nei dischi vecchi, nei primi Pink Floyd ad esempio..
– .. le persone cambiano anche quindi uno non si ritroverebbe in una sua versione musicale più “vecchia”..
Esatto, assolutamente, le persone cambiano.. ma non faresti mai di nuovo questi album, essi hanno catturato il charme di quell’era, se si inizia a rifare, questo è legato a qualcosa. Questo è un motivo per cui non rifarei mai “Oceanborn”ad esempio con questa line up perchè per me è ancora embrionale (dice embryonic) i primi due album sono molto onesti e sono veramente orgoglioso di essi e non li cambierei mai. Perchè andare lì e incasinare cose che non dovrebbero essere incasinate? Quando le suoni live, è tutto diverso ovviamente. Sono sicuro che nei tour futuri suoneremo qualcosa da questo disco e quello prima (“Oceanborn” e “Angels Fall First” ndr) di sicuro e sicuramente vogliamo introdurci nuovi elementi, Troy e il suo strumento, Floor e la sua voce. Suonare cose live è completamente tutt’altra cosa. Ti prometto qui che non registreremo mai quelli album in studio.
– Parlando di questa parte del tour.. avete alcuni festival e tre date europee programmate ma quali saranno i piani della band per l’autunno 2016 e il 2017?
L’ultimo concerto di questo tour sarà a metà di ottobre, dopo di che faremo una pausa per un anno.. quindi non succederà nulla nel 2016 (si accorge di aver sbagliato e ride ndr), intendevo dire 2017. Sarà un anno sabbatico per la band.
– Quindi.. niente musica e niente composizioni visto che non ti piace programmare le cose?
Non penso, questa è l’idea. Ma se la musica mi arriva in mente, allora arriverà. Penso a livello personale ma anche a nome della band che svuotare gli hard drive della nostra mente è necessario in questo momento. Sono 20 anni o di più di non stop. Non ho nulla di cui lamentarmi, tutto è magnificamente bello e vorrei evidenziarlo, ma per alimentare i nostri sentimenti interni per poter tenere il tutto a un livello alto abbiamo bisogno di un attimo di respiro, di fare qualcos’altro oltre la musica. Ma abbiamo qualche piano concreto per il 2018 e 2019 quindi la storia andrà avanti con qualcosa che pubblicheremo più avanti.
– Una caratteristica della vostra discografia è che rilasciate le edizioni speciali con tutto l’album strumentale.. è perchè vuoi che le persone si godano solo la musica o perchè qualcuno può cantare su di essi in stile karaoke?
Wow, questo è un gran punto che hai fatto notare. La prima volta che l’abbiamo fatto è stato per “Once” nel 2004 ed era un’edizione limitata di 500 copie non per le vendite ma da dare alle compagnie di film. Poi ad un certo punto ha iniziato a esserci interesse, grande interesse, per le versioni strumentali dell’album, per qualche ragione che non so manco io. L’etichetta discografia vuole sempre delle bonus tracks, extra tracks e roba simile che io come songwriter trovo difficile da fare perchè ok fai le canzoni per il disco ma è tutto qui. Quando fai le bonus tracks, le senti come tracce inutili e io ho sempre provato odio per le bonus tracks. E’ giusto per le vendite ad essere onesti. L’etichetta discografica si è avvicinata alla cosa ma a me non è mai piaciuta. Perciò me ne sono uscito con l’idea di rilasciare tutto il disco in versione strumentrale da “Dark Passion Play” in poi e ai fans questo piace per una ragione o l’altra, è un ottimo modo di dare qualcosa in più ai fans.
– Personalmente io adoro le tracce strumentali, mi fanno sentire meglio i dettagli della parte musicale, quelle piccole cose che non senti con tutte le voci sopra.
Infatti trovi un sacco di dettagli che magari non si sentono nella versione normale dell’album, dà tutto un altro livello alla musica. In più penso che ai fans piaccia pure cantarci sopra.
– Come musicista, hai studiato piano, clarinetto e il sassofono prima di iniziare a farti coinvolgere con le tastiere. Pensi che imparare a suonare più strumenti abbia migliorato le tue capacità di songwriting e che ti abbia aiutato a tenere la mente aperta su un livello concettuale più alto?
Imparare il pianoforte e la teoria della musica hanno sicuramente aiutato ma ha anche aiutato il fatto che non ho mai continuato la mia carriera accademica musicale, non sono mai andato all’università. Ho sempre avuto le basi e il resto è stato tutto un esplorare il songwriting e il mondo della musica per conto mio da quel punto in poi e sto continuando a farlo, quindi sì, sicuramente ha aiutato.
E’ un po’ un peccato che non ho più toccato il clarinetto o il sassofono in 21 anni, penso che rimarrò fedele alle tastiere e al piano.
– Domanda finale.. nel 2014 hai rilasciato il tuo primo album solista “Music Inspired By The Life And Times Of Scrooge”, che è stato recensito molto bene. Pensi che un giorno nel futuro vedremo un altro solo album da Tuomas Holopainen, magari basato concettualmente su un altro personaggio Disney?
Guarda (ride ndr), son tentato di dirti di no ma non si sa mai, penso che sia legato al fatto che se c’è qualche ambizione musicale che mi verrà e che non posso colmare con i nightwish, il che è raro, visto che si può fare qualsiasi musica con i Nightwish e che sembra suonare come Nightwish. Per questo disco, è stato basato sul personaggio di Scrooge e non era adatto per i Nightwish, gli altri membri della band non hanno lo stesso legame che ho io col personaggio e sarebbe stato ingiusto. E volevo fare un album senza batteria e chitarre. Mi è sembrata la cosa giusta da fare per rilasciare un disco solista.. Non so, ne dubito ma se dovrà succedere, succederà.
– Ok, siamo giunti alla fine della nostra intervista, grazie del tuo tempo…
.. ma figurati!
– .. c’è qualcosa che vorresti aggiungere per i tuoi fans o per i lettori di Heavyworlds.com?
Questo tour finirà tra pochi mesi, non vedo l’ora ma nel frattempo, se ci penso, mi sento malinconico, è già passato più di un anno dall’inizio. Speriamo di ritornare per il 2018, cheers!