Venti di novità sulla scena Folk Metal italiana: la band pugliese Macaria debutta col botto sulla scena con l’album “A Strings’ Dramedy”. Vediamo un po’ più in dettaglio di cosa si tratta.
In primis, questo è un debutto un po’ particolare; di solito si comincia con un album in cui si mettono le idee principali e si pensa a dare il meglio di sé traccia per traccia, con al più una sonorità o una tematica legante, ma i Macaria sono andati oltre e hanno optato da subito per un concept album, in cui c’è una storia raccontata per filo e per segno in 3 quarti d’ora di musica, senza sacrificare però nulla della composizione e dell’esecuzione.
Stupisce da subito la qualità del suono e del mixaggio, che spesso sono un problema anche per gente che un nome se l’è fatto già. Non c’è nulla fuori posto, da violini e orchestrazioni a chitarre distorte perfettamente mixate in sonorità a metà tra il gioco e l’orrore, qualcosa che ricorda vagamente i Finntroll o meglio ancora, per melodia, i Kalmah.
Ritmi saltellanti, tastiere con atmosfere da opera, cori ed esecuzione impeccabile portano l’ascoltatore proprio dinanzi ad una piece teatrale, una Dramedy appunto. E secondo questo binomio Drama-Commedia è costruito l’album, da una parte serio e scuro, con riff pesanti e atmosfere opprimenti come in “A Puppets Theater” e nella titletrack “A Strings’ Dramedy”, d’altra parte giocoso e “lighthearted” ma sempre con una punta di amarezza, in tracce come “Tar Nectar” e “Carnival of Pigs”.
Ottimo inizio per questa band pugliese estremamente promettente! Un album che ha di tutto e intrattiene dall’inizio alla fine e musicalmente è eccellente. Continuate così!