Il detto “band che ti entusiasma dal vivo difficilmente ti delude in studio” sembra creato apposta per gli Acid Muffin. Il trio romano è infatti stato l’opening act per le date dei Quireboys in Italia e ha riscosso critiche brillanti grazie alla loro prestazione Chi ha avuto il piacere di assaporare le versioni acustiche dei brani non potrà quindi rimaner deluso da questo “Bloop”, piccolo affresco di grande bellezza.
Ad un primo ascolto si rischia di catalogare il sound della band come diretto discendente del grunge, ma dopo ripetuti passaggi sul lettore è riduttivo accostarlo esclusivamente a quelle sonorità. Certo le influenze sono riconducibili al filone nato all’inizio degli anni ‘90 in quel di Seattle, ma a nostro parere rimane solo una sfumatura accettabile, in quanto è il rock a forti connotati moderni a farla da padrone. Nella totalità dei pezzi che compongono “Bloop” sono i riff di chitarra a fare la differenza. L’estro e la tecnica di Marco Pasqualucci affondano le radici nell’hard classico, proponendo linee musicali di forte impatto, il tutto poi è perfettamente coadiuvato dalla potente sezione ritmica (formata da Grabiel Alvarez al basso e Andrea Latini alla batteria) che supporta in maniera egregia ogni singola traccia.
Canzoni come “My Confession”, “Movie” o “Smoking My Soul” possiedono uno spirito mainstream essendo dotate di refrain azzeccati e di una certa malinconia di fondo che ne aumenta l’impatto emotivo. Non mancano pezzi dove gli Acid Muffin spingono sull’acceleratore come l’iniziale “Down To You” o “Turning & Suffering”, dove si è investiti da tonnellate di adrenalina. Rimarrete colpiti dalle esplosioni di energia del ritornello di “Exotic Song”, dall’incedere di “Wicked Woman” e dall’ipnotica “The Last Illusion”, dove non si può non lodare la capacità di Marco di imprimere personalità ad ogni singola traccia (come timbro si può accostare ad un Mark Lanegan più corposo e profondo). “Bloop” non vi deluderà conducendovi in scenari che non dimenticherete facilmente.