Nonostante quando si parli di industrial metal ci si senta quasi in dovere di parlare subito dei Rammstein ci tengo a segnalare i Zavod. Premetto che la parola Zavod in russo significa “fabbrica”, quindi più industrial di così si muore, questa band svedese si discosta parecchio da quella teutonica.
I brani sono più aggressivi e gli spunti elettronici sono più atmosferici che elettronici, inoltre la struttura stessa delle canzoni è più variegata rispetto ai canoni del genere. La opening track “ Panzer” non poteva avere titolo più azzeccato, infatti nonappena si giunge a metà del brano viene l’istinto di girarsi a verificare non ci sia dietro di noi un carro armato con la torrretta puntata su di noi tanto è aggressivo ed imponente, idem per la successica “Inhale” dove le accordature ribassate spingono ancora di più il tiro della canzone. “Friends With Death” è ottimamente giocata su un riff terzinato alternato a momenti più aperti, con un ritornello melodico da cantare in coro; giunto a “Into The Night” è il momento più marziale dell’album, il ritmo è più cadenzato e lento ma pesante allo stesso tempo. “ We Rust” è il classico brano talmente groovy da poter passare tranquillamente in discoteca se nel nostro bel paese non andassero solo i tunz tunz vari; “ Da Ili Njet” è unpo dei tre brani in russo del”album, strutturato su un crescendo con un main riff carico di potenza che come tutte le perle del genere più che al pogo spinge a saltare semplicemente ed il ritornello si presta più che bene ai cori live, “Vanity Allstars” , “Prypiat” e “Storm” vi consiglio di sentirle una di seguito all’altra, poiché il crescendo dinamico lo creano tra di loro tra stacchi melodici e ritmiche cadenzate e veloci e la traccia di mezzo fa perfettamente da stacco tra le altre due. “Spee” potremmo considerarla la ballad dell’industrial metal, anche se la cadenza del brano non è molto romantica ma è piuttosto inquietante. Il lavoro si conclude con la title track, sin dall’arpeggio iniziale ci fa capire che è la migliore e piu variegata del brano, lo sviluppo del riff ricorda quasi i Dimmu Borgir dei primi lavori, ma del resto è questo che vuol dire avere molte influenze.
Aspettando che i Zavod vengano a suonare dalle nostre parti vi consiglio di non perdervi questo loro lavoro.