Loading

Adimiron – Maurizio

Abbiamo contattato Maurizio, bassista della band romana Adimiron. Ci ha raccontato qualcosa in più sul loro nuovo album K2 che tanto successo ha raccolto. Buona lettura!

Ciao ragazzi, benvenuti su HeavyWorlds! Volete presentarvi brevemente ai lettori?

Un saluto caloroso a tutti i lettori di HeavyWorlds dagli Adimiron, metal band romana attiva da ormai una decina d’anni nel panorama estremo, con tre dischi alle spalle, “Burning Souls” (2004), “When Reality Wakes Up” (2009) e il nuovissimo “K2” (2011).

Da poche settimane è uscito il vostro nuovissimo album “K2”. Com’è stato accolto finora da critica e fan?

E’ ancora presto per parlarne, ma l’attenzione e le sensazioni che hanno suscitato questo album fino ad oggi hanno già superato le mie aspettattive iniziali: gran parte delle recensioni sono state ottime, i supporters sono tanti e tutti molto soddisfatti di questo nuovo album, e la cosa la riscontriamo anche on stage, dove il supporto non è mai stato così caloroso. In cuor mio ero convinto della validità del prodotto, me ne accorgevo sia durante la scrittura che durante le registrazioni quando finalmente l’album iniziava a prendere forma, ma del resto si sa, ogni disco è un figlio, viene concepito, poi lo si vede nascere e crescere; ad ogni modo la gratificazione piu bella si ha quando il pubblico canta le tue canzoni ai concerti o quando fan e critica ti concedono spazio e visibilità e spendono buone parole circa il tuo operato.Ora vediamo che succede nei prossimi mesi; le sorprese sono ancora tante e il disco deve ancora uscire per il mercato americano.

“K2” è un concept album che ruota intorno alla montagna omonima se non ho capito male. Potete spiegare brevemente la storia? E poi domanda di rito… è venuta prima la musica o i testi?

Hai capito benissimo, tutto il lavoro è incentrato sul colosso montuoso del K2, vero protagonista di questo lavoro, tanto importante da essere addirittura personificato nel corso dell’album. Una montagna che ha una vita, una voce e un’anima propria. Ma non c’è solo questo, ci sono altri temi interessanti a mio modo di vedere, temi che possono essere letti in chiave terrena e in chive metafisica, quasi spirituale oserei dire. La musica, nel nostro caso, viene sempre prima di tutto, ma insieme ai riff nascono costantemente idee relative alle liriche o ai temi del pezzo, e in questo caso di tutto l’album in quanto si tratta di un concept; in realtà è come se il riff stesso ci aprisse gli occhi su come procedere la scrittura del pezzo.

Anche l’artwork è decisamente suggestivo. Chi l’ha realizzato?

L’artwork è stato interamente realizzato da Andrea Spinelli,nostro singer che da anni si occupa anche delle grafiche della band. L’artwork di “K2” è il risultato dei nostri infiniti confronti di idee, come sempre avviene in casa Adimiron del resto. E la cosa simpatica, se mi permetti di dirlo, è che quando ci siamo trovati di fronte la copertina appena finita, eravamo tutti estremamente affascinati dal risultato, ma tutti vedevamo una cosa diversa nel disegno: chi un cubetto di ghiaccio che si  scioglie, chi una veduta del K2, chi altro ancora. La bellezza secondo me è proprio questa, tutti possono dare un significato diverso e personale all’intero lavoro, artwork compreso.

Avete realizzato un video di supporto a qualche brano?

I nostri video, al momento, sono tutti dedicati ai nostri tour e alle nostre attività live, disponibili sul nostro canale youtube ufficiale. Per l’album abbiamo realizzato due teaser (anch’essi disponibili sul canale) e presto ci preoccuperemo anche di un clip ufficiale, è nei nostri progetti.

Parliamo brevemente della produzione. I suoni sono perfetti, curati e cristallini ma potenti. Quanto è stato importante per voi questo aspetto?

I suoni sono essenziali, un tipo di musica tecnica e potente come il metallo ha bisogno di suoni perfetti sia in sede live che in studio. Devo inoltre aggiungere e ringraziare i ragazzi di 16th Cellar e Fascination Street per il lavoro svolto, senza i quali il prodotto non sarebbe uscito così. Abbiamo cercato e ottenuto dopo molti tentativi il tipo di suono che avevamo in mente per questo disco, dopodichè è andato tutto come ci aspettavamo, ma l’aiuto di professionisti e di studi all’avanguardia come quelli che ti ho citato è stato determinante.

I brani nuovi sono già conosciuti e apprezzati dal vivo o i fan non hanno avuto ancora il tempo di assimilarli?

I nostri concerti vedono come protagoniste le canzoni del nuovo album gia da un pò, in quanto alcuni pezzi sono stati composti già da tempo e abbiamo avuto modo di poterli sperimentare dal vivo ancora prima dell’uscita ufficiale del disco (già dal tour europeo  con i Death Angel lo scorso marzo); Nostro obiettivo ora come ora  è anche poter eseguire K2 in tutta la sua interezza in modo da poterlo rendere vivo in ogni sua sfumatura.

Rimanendo in tema concerti, vi siete imbarcati in un tour con due pezzi da novanta come Gorgoroth e Vader. Potete parlarci dei momenti più significativi di questa esperienza? Dai momenti alla “Spinal Tap” a quelli più seri…

Ogni tour è diverso dai precedenti, ma ti lascia dentro sempre molte sensazioni positive, e tante cose da imparare da questi mostri sacri. I momenti più belli, per come li ho vissuti io, sono quelli del dell’after show, dove ci ritrovavamo con tutti i ragazzi delle altre band e della crew  pronti a far festa, sia al locale sia nel bus durante i viaggi. Momenti come questi si vivono sia con la voglia di divertirsi e non pensare ad altro, sia col pensiero alla data successiva: ovviamente il clima è sereno e rilassato, ma la testa è sempre molto concentrata su quello che si deve fare il giorno dopo, perché bisogna dare sempre il massimo, anche quando la merda da spalare è tanta, come quando ci siamo presentati on stage  con due ragazzi su cinque con la febbre a 39. Ovviamente quello show è stato uno dei migliori di tutto il tour.

Nel futuro più o meno prossimo pensate di fare un tour da headliner? Magari proponendo “K2” nella sua interezza?

Si questo è senz’altro un progetto importante che abbiamo in testa come ti accennavo precedentemente, “K2” è un disco cosi pieno di sfumature e eseguirlo in tutta la sua interezza ci darebbe grandi stimoli e grandi soddisfazioni. Non so se sia importante farlo in un tour da headliner o meno, credo che l’importante sia avere i mezzi che le possibilità di riproporre tutto il disco interamente: i mezzi non mancano e le possibilità arriveranno presto.

Parliamo un po’ della vostra musica. Come definireste il vostro genere per chi non vi ha mai ascoltato?

Siamo stati etichettati in vari modi, dal death metal al technothrash passando per avantgarde, progressive e recentemente addirittura crossover. Sicuramente apparteniamo ad una categoria di band estreme, ma è altrettanto vero che ci piace spaziare molto e andare a sfiorare generi a noi apparentemente lontani: il disco al suo interno ha anche parti elettroniche o acustiche. Il non saper etichettare una band, al giorno d’oggi, lo vedo come un aspetto positivo, perché segno del buon lavoro fatto in termini di originalità.

Ho notato un notevole avvicinamento da parte vostra al prog. Pensate che in futuro questa influenza sarà ancora più massiccia?

Decisamente si, come spiegavo proprio prima. Il concetto di prog negli ultimi anni si è notevolmente sviluppato, in quanto ci sono molte band di vario genere che hanno una matrice progressive nel loro sound, e noi potremmo essere tra queste, dipende un pò da come ognuno interpreta il concetto di “musica progressiva”. Ora non saprei dirti cosa accadrà in futuro in casa Adimiron, ma è certo che elementi progressive saranno sempre presenti, è nel nostro dna fin dal debutto.

Parlando di gruppi che vi hanno influenzato, potete citare i più importanti? Stupiteci con dei nomi super underground!

Prima della scrittura di quest’album i lavori di Gojira e Meshuggah sono stati una buona compagnia per molti di noi, ma ce ne sono anche molti altri, come gli Opeth o i Tool per esempio. Questo per parlare di nomi più o meno grossi, ma come gia detto più volte siamo sempre alla ricerca di un dettaglio particolare, da pescare anche in modo inaspettato, e perché no, anche da band appartenenti al panorama undeground. Un nome undergroud veramente fuori di testa?  Gigan, prova ad ascoltarli e poi fammi sapere..

Domanda veramente schietta. Quanto devi sbatterti in Italia per farti un nome se non suoni Epic Metal o, ultimamente, Deathcore?

Ultimamente in Italia bisogna sbattersi molto per fare qualsiasi cosa, ma non è il caso di andare oltre le questioni musicali e artistiche. Il nostro genere ovviamente non ci aiuta molto qui in Italia, ma il duro lavoro e la voglia di fare bene ti premiano sempre. Ognuno di noi ogni giorno da il massimo per portare questo gruppo a un livello sempre superiore e se c’è un ostacolo (e ce ne sono sempre, fidati..) bisogna rimboccarsi le maniche e abbatterlo. Non superarlo, direttamente abbatterlo. La nostra filosofia è questa.  Non so se chi suona Epic o Deathcore è piu fortunato di noi a livelli di fama, le mode vanno e vengono e non credo sia importante, ciò che conta è dare tutto quello che si può al fine di non avere rimpianti.

Qui mi rivolgo direttamente al bassista Maurizio. Senza nulla togliere agli altri componenti, ma il tuo lavoro nell’album mi ha lasciato senza fiato. Ho notato una certa influenza dei Tool su di te, sbaglio?

Ti ringrazio molto di questi complimenti, ciò che dici è vero, da bassista i Tool costituiscono per me una grande fonte d’ispirazione, perché c’è sempre qualcosa di nuovo e anche inaspettato nei suoni e nell’arrangiamento del basso. Il ruolo del basso negli Adimiron è a tratti distante da quello nei Tool, ma quando si presenta l’occasione e arriva l’idea giusta cerco di proporre qualcosa di altrettanto funzionale.

15) Parliamo un attimo dell’etichetta. Quanto ha influito il passaggio alla Bakerteam sulla vostra carriera?

Il passaggio a BakerTeam è stata una buona ventata di freschezza, finalmente ci ritroviamo a lavorare con persone professionali e serie che hanno il nostro stesso obiettivo, cioè fare il massimo e fare sempre meglio per questa band.

Abbiamo quasi finito… Quali sogni nel cassetto avete realizzato e quali ancora vi mancano?

Ci siamo tolti molte soddisfazioni, e spero di non fermarmi qui. La data con i Meshuggah per me ha rappresentato molto, l’intero tour con i Death Angel, roba davvero indimenticabile. Non saprei parlarti di veri e propri sogni nel cassetto, ma di obiettivi futuri: suonare dal vivo il piu possibile, in ogni angolo del mondo, per poter portare la nostra musica  ovunque e parallelamente portare gli Adimiron più in alto possibile in termini di qualità artistica.

Domandona a bruciapelo. Si può vivere di musica in italia?

Domanda tosta…Si e no. MI spiego: fare il musicista è molto dura, in Italia e di questi tempi soprattutto. Io studio anche in conservatorio e vedo i miei compagni di corso che hanno gli stessi problemi a vivere di musica che ho io, anche se appartenenti a ambienti musicali diversi. Però sono dell’opinione che la musica prima di tutto debba essere un qualcosa per cui tu dai e poi ricevi, non il contrario; se non si ha questo in testa  di questi tempi è meglio cambiare mestiere.

Ok, se avete qualcos’altro da dire fatelo adesso! Grazie ragazzi e in bocca al lupo!

Crepi il lupo dopo atroci sofferenze! Grazie a tutti per lo spazio concesso e per il supporto, comprate o scaricate K2, non ve ne pentirete, e speriamo di vederci on the road al più presto! Horns up!