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BEJELIT – Band

A preascolto avvenuto i fratelli Capone e Daniele Genugu mi accompagnano nella sala ‘riunioni’ dei loro studios per fare quattro chiacchiere a proposito riguardanti il mondo Bejelit. Tre interlocutori diversi che, ognuno a loro modo, aiutano a comprendere al meglio un percorso iniziato dieci anni fa e che proprio oggi sembra culminare nella loro ormai imminente terza uscita. Quindi tutto è pane per il sottoscritto, tre anime da torchiare e dalla quale estrapolare heavy metal all’ennesima potenza. Se cercate la recensione eccola qui! Buona lettura!

Innanzitutto benvenuti in Heavyworlds.com…come vanno le cose in casa Bejelit?

Sandro Capone: In casa Bejelit le cose finalmente iniziano a muoversi e ad andare per il verso giusto. E’ notizia recente la firma di un contratto discografico; abbiamo appena terminato il processo di mixaggio del nuovo disco e adesso andrà in stampa e si spera possa uscire al più presto. Stiamo iniziando a pianificare delle date in Italia in promozione al nuovo lavoro e sembra che inizi a muoversi qualcosa anche a livello europeo…e verso fine 2010 inizieremo a mettere insieme le idee per il prossimo lavoro dato che, essendo il nostro vecchio lavoro è uscito quattro anni fa, di materiale accumulato ne abbiamo pure per un altro cd.

Infatti, come sottolineavi tu, è notizia freschissima che avete firmato per la Punishment 18. Siete felici della vostra scelta? Come siete arrivati a questa scelta o come loro sono arrivati a voi?

Sandro Capone: Beh, con la Punishment 18 avevamo già avuto un contatto tempo fa, nel senso che conoscevamo già da un po’ la persona di riferimento dell’etichetta in quanto ci aveva chiesto di inviargli del materiale da ascoltare. Quindi al momento dell’accordo conosceva la nostra musica, sapeva il genere che proponevamo ed aveva assistito a qualche nostra performance live.

Daniele Genugu: Diciamo che pur avendo trattato delle realtà decisamente differenti da noi s’è dimostrato parecchio interessato alla nostra proposta; i pezzi nuovi gli sono piaciuti molto e alla fine ha scelto di dare a questo “You Die And I…” la possibilità di uscire sotto la loro etichetta. Ha preso i contatti con Sandro ed eccoci qui…

Avete avuto proposte da altre etichette?

Sandro Capone: Dunque…all’inizio abbiamo scelto di mandare il promo alle case discografiche più grosse ben consci comunque che pian piano saremmo scesi verso quelle più piccole. Prima ancora di aver spedito il materiale alle altre etichette abbiamo ricevuto l’offerta dalla Punishment 18, ed analizzando il contratto che ci hanno proposto si è dimostrato in linea con ciò che stavamo cercando. Per cui ci è sembrato naturale smettere di cercare altrove e di dare fiducia a questa etichetta, anche perché i tempi si sarebbero dilatati ulteriormente e non vedevamo l’ora che questo disco vedesse la luce.

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“You Die And I…”! Presentatelo ai nostri lettori…come suonerà, quando uscirà e in che cosa si diversifica dai precedenti lavori “Hellgate” e “Age Of War”?

Sandro Capone: “You Die And I…” uscirà il 15 febbraio; la produzione, come hai potuto sentire dal preascolto, è tosta e si diversifica parecchio rispetto ai lavori precedenti, in fondo sono passati 8 anni dal primo e 4 anni dal secondo…

Giulio Capone: Per certi versi suonerà più crudo…volutamente. E’ stata una scelta renderlo così.

Daniele Genugu: Diciamo che “You Die And I…” ha un must di suono molto più moderno, è maggiormente sperimentale rispetto ai lavori passati e più di ogni altra cosa è personale. In passato le nostre songs rispecchiavano molto quello che erano le nostre influenze mentre adesso abbiamo gettato le basi per il sound vero e proprio dei Bejelit, che da qui in avanti continuerà ad evolversi. Possiamo anche affermare che sono cambiate le influenze all’interno dei pezzi, ma non per questo suonerà meno metal…anzi, sarà metal dove serve e conserverà le strutture melodiche che hanno contraddistinto il nostro sound nei primi due dischi.

Sandro Capone: Infatti le melodie tipiche del nostro sound rimangono sempre il punto fermo della nostra musica…cercare di creare delle parti melodiche che possano entrare subito in testa è senza dubbio uno dei nostri obiettivi, mentre per i suoni abbiamo cercato di cambiare…

Giulio Capone: Conta molto anche aver fatto le cose in casa, presso i nostri studi. Questo è stato il primo disco interamente prodotto dai Bejelit. “Hellgate” lo avevamo registrato e prodotto presso altri studi, mentre il secondo è stato una specie di ibrido, ovvero abbiamo lavorato in diversi studi, per cui la produzione non abbiamo potuto controllarla totalmente. Invece per “You Die And I…” ci siamo presi tutto il tempo possibile e, ricollegandoci al discorso dell’etichetta, abbiamo potuto aver libertà di scelta anche sull’artwork e sul design del booklet in modo da poter creare un filo conduttore tra musica e immagine…sarebbe stato inutile fare una copertina con spade e draghi e nei testi parlare di tutt’altro.

Quindi ricollegandomi al contesto delle lyrics, avete proseguito sul filone Berserk o avete preso altre strade?

Sandro Capone: Dunque…diciamo che non è un concept anche se esiste un filo conduttore di base che è la morte, trattata sotto diversi punti di vista. In generale il disco è molto personale, nel senso che ogni song è un mondo a se stante; sia come atmosfera che come storia si slega dalle altre e se si ascolta bene anche i suoni variano leggermente da un contesto all’altro. Ed anche le dinamiche variano, per nostra scelta.

Giulio Capone: Potevamo fare un disco fotocopia dal primo all’ultimo minuto, dove pur variando note e tipo di strutture avrebbe suonato tutto uguale.

Daniele Genugu: Altra grande differenza è che abbiamo composto tutti assieme come una vera band, quindi sono affiorate le nostre ispirazioni e sono entrate nel songwriting. C’è molta carne al fuoco nei brani e spero che chi ascolterà questo disco non si stanchi ma che al contrario possa carpire tutte le strutture al meglio, ascolto dopo ascolto.

Giulio Capone: Per tornare ai testi, posso dirti che è un disco molto introspettivo e totalmente slegato dal contesto fumettistico, eccetto “Shinigami” che è basato su un manga.

Sandro Capon: Rispetto al passato abbiamo dato maggiore importanza ai testi…per i primi due dischi avevamo Berserk come concept da seguire: prendevamo la parte di storia che ci piaceva, scrivevamo la musica e i testi in modo che avesse un seguito canzone per canzone, mentre in questo caso l’autore delle lyrics ha fatto un lavoro di introspezione e lo ha messo sopra la musica. E’ un disco più Bejelit, e parole e musica pesano alla pari nel contesto.

Accennavate poco fa che avete curato tutto in casa…com’è stato vivere questa esperienza? E’ servito a unificare il gruppo?

Giulio Capone: Mah…diciamo che abbiamo iniziato a registrare le prime batterie e i primi bassi nel nostro vecchio studio casalingo, quindi “You Die And I…” ha subito un lungo travaglio e un processo così lungo di creazione anche per il passaggio dal vecchio studio al nuovo studio. Nel vecchio avevamo dei limiti piuttosto evidenti, sia come spazio che come mezzi, mentre nel nuovo abbiamo potuto usufruire di tutti i mezzi che volevamo…e comunque il processo si è accellerato lavorando nella nuova location.

Daniele Genugu: In fase di songwriting avevamo prodotto materiale per sessanta canzoni!!! Scherzo…comunque avevamo molta carne al fuoco, e alla fine della preproduzione, anche se avevamo già fatto un lavoro di selezione, abbiamo dovuto effettuare un’ulteriore scrematura…poi si sono aggiunte altre idee e abbiamo dovuto registrarle, quindi alla fine la scelta è stato un delirio!

Giulio Capone: Ammettiamo anche che parte del materiale scartato è davvero buono e quindi è nostra intenzione riutilizzarlo in situazioni ‘minori’, per esempio come song speciale su internet o da scaricare da qualche parte…in modo da non far passare troppo tempo tra un disco e l’altro.

Sandro Capone: diciamo pure che questi quattro anni di ‘pausa’ tra “Age Of Wars” e “You Die And I…” ci sono serviti per preparaci bene in modo da partire e non arenarci come in passato. Abbiamo investito molto, sia nel disco che nell’artwork, senza contare l’organizzare l’uscita e la promozione mirata; attorno alla band ci sono altre persone che lavorano, dal manager all’ufficio stampa…questo da maggiori possibilità a noi cinque di concentrarci sulla musica al posto che seguire anche tutto il resto. E’ un processo di professionalizzazione che abbiamo scelto di affrontare perché,realisticamente parlando, ci siamo accorti che “You Die And I…” è un prodotto per il quale valga la pena investire in tutto questo…e la musica è un mondo dove puoi fare un disco bellissimo ma se questo non arriva alle persone rimane come un bel quadro nascosto in cantina.

Giulio Capone: Comunque avendo fatto la produzione totalmente nei nuovi studi, ci siamo concessi anche il tempo di riascoltare i vecchi dischi e di analizzarne le cose che andavano e le cose che non andavano per migliorare e migliorarci. Inoltre, noi diamo molta attenzione ai feedback che ci arrivano da internet, anche da chi non ascolta metal, e cerchiamo di far tesoro di ogni opinione, ammettendo obiettivamente pregi e difetti delle nostre release…per esempio in “Hellgate” aveva dei suoni da assalto, mentre “Ages Of War” risentiva maggiormente di influenze old style nelle rifiniture, per cui nella creazione del nuovo disco abbiamo cercato sia di avere un suono potente ma al tempo stesso più amalgamato, in modo che “You Die And I…” non subisca disinteressati skiptrack, ne che venga ascoltato una volta e poi dimenticato o peggio ancora messo in vendita su Ebay (ride)!

Dicevi un attimo fa della promozione di “You Die And I…”; possiamo approfondire?

Sandro Capone: Beh innanzitutto abbiamo iniziato a tempestare webzine, fanzine e internet…vogliamo usare ogni singolo canale per promuoverlo, senza tralasciare niente. Stiamo pianificando molte date per tutto l’anno e ci stiamo attrezzando per registrare un video professionale per cercare di utilizzare anche il canale tv; ci stiamo credendo moltissimo e cercheremo in ogni modo di ampliare e di pubblicizzare il nostro lavoro, in modo che la nostra musica e il nostro nome arrivino al pubblico…

Facciamo un bel giochino…un bel flashback. Festeggiate, assieme all’uscita del disco, anche i dieci anni di carriera. Benchè ancora una realtà emergente, però, vi siete tolti qualche soddisfazione niente male, quale il Lucca Comics o il Metal Camp in Slovenia…Come sono cambiati i Bejelit in questi dieci anni?

Sandro Capone: Beh…dieci anni, anche se non sembra, sono davvero tanti. Quando abbiamo iniziato io avevo 16anni e ora ne ho 26, per cui, principalmente, siamo cresciuti…passando in questo arco di tempo dall’adolescenza alla quasi maturità, è indubbio che il carattere subisca dei cambiamenti. Ci si accorge di questo perché nella band si vedono le cose sotto altri punti di vista; con il senno di poi, se si analizzano sia gli eventi belli che quelli brutti, è naturale che si ragioni in modo diverso e che le scelte sarebbero state diverse, ma se non altro si impara la lezione! Forse l’insegnamento più grande ci è stato dato nel periodo dei cambi di vocalist, dove l’amalgama tra noi è cresciuta in maniera esponenziale.

Giulio Capone: Mi sento di aggiungere che siamo cresciuti anche professionalmente…ovviamente i Bejelit non sono la ‘nostra professione’, ma se un tempo avevamo 1000 idee in testa e riuscivamo a metterne sul disco 100, oggi riusciamo a portarne molte di più e a tradurne in musica la maggior parte. Un tempo le ‘idee’ partivano da “hey ragazzi, ho un riff!!”, mentre oggi, anche grazie alla tecnologia, si riesce già a proporre qualcosa di più completo e articolato e quindi il lavoro diventa più organico, cioè ognuno può realmente contribuire e metterci del suo.

Sandro Capone: Aggiungo che anche le tempistiche dei cosidetti ‘obiettivi’ sono cambiati; un tempo gli obiettivi erano il prossimo concerto o lo scrivere la prossima canzone, mentre da un paio d’anni a questa parte le nostre aspirazioni sono aumentate, ed è per questo che crediamo in questo progetto…non per mancare di modestia ma sentiamo di essere in grado di avere grandi idee e di metterle in musica; diciamo che se un tempo “Hellgate” era il punto di arrivo, ora “You Die And I…” è il punto di partenza per qualcosa di più grande…

Giulio Capone: Anche nella gestione delle date live, abbiamo accumulato esperienze per cui se domani ci chiamassero a suonare in Francia o in Slovenia non avremmo i mille problemi logistici che normalmente nascono…abbiamo passato dall’esperienza del piccolo locale dove devi portarti tutto al festival europeo dove ti portano con il pulmino e ti danno lo strumento in mano, per cui anche in questo siamo cambiati e siamo cresciuti. Per esempio noi abbiamo sempre suonato senza spie, e quando ci siamo trovati su palchi grossi o in locali più attrezzati ci si sentiva quasi intimoriti da tanta organizzazione!!! Per cui, per chiudere con questa domanda, “You Die And I…” è l’anno 0…come se fosse questo il vero primo disco dei Bejelit.

Infatti come accennavi, in passato avete sofferto di incomprensioni con i cantanti…

Sandro Capone: Beh, anche qui entra in gioco il fattore età…Quando Fabio uscì dal gruppo, fu esclusivamente perché la sua scelta di andare a Roma risultava al gruppo come un ‘freno’ alle cose che stavamo facendo e all’attività dei Bejelit; poi ovviamente in certi contesti una situazione di questo genere fa nascere malumori e di una piccola cosa ne si fa un monumento… questo problema oggi non si pone nemmeno più, sebbene Fabio tutt’ora viva a Roma…abbiamo imparato a gestire i Bejelit in maniera diversa, ed anche se la distanza rimane un problema per molti versi, i modi per interagire e proseguire le attività hanno sostituito la testardaggine degli anni scorsi. Con Tiberio le cose furono diverse…e forse si può considerare il periodo di “Age Of Wars” come un momento a se stante.

Giulio Capone: Per Tiberio vale il discorso ottime qualità ma contesto sbagliato, cioè che non era la persona giusto al posto giusto…specialmente durante le date in supporto ad “Age Of Wars” traspariva che non era ‘parte’ di quello che stavamo facendo. Ce ne accorgevamo noi sul palco e se ne accorgevano le persone che venivano a sentirci, due show distinti: noi da una parte con la nostra attitudine metal, e lui dall’altra con un’attitudine diversa…non era una questione personale, solamente di attitudine musicale!

Sandro Capone: post “Age Of Wars”, circa tre anni fa mentre realizzavamo la primissima pre-produzione di quello che oggi chiamiamo “You Die And I…”, Tiberio cantò qualche traccia, alcune delle quali sono entrate nella tracklist finale. Con il ritorno di Fabio, i pezzi hanno preso una via completamente diversa. Molte cose sono state eliminate perché create sulla voce di Tiberio, altre sono state stravolte e riscritte e ovviamente abbiamo aggiunto e creato nuovo materiale…potrebbe apparire come un anno buttato via, ma in realtà abbiamo lavorato molto in quel periodo e abbiamo creato molto materiale…

Giulio Capone: …e a volte si riascolta quel materiale e già si pensa a come riarrangiarlo per il prossimo disco. Quindi, pensiamo che il quarto disco possa uscire in molto meno tempo. Anzi l’idea sarebbe quella di fare una rapida pre-produzione prima di partire con l’attività live in supporto a “You Die And I…” in modo da registrare il nuovo disco in autunno e farlo uscire in primavera 2011. Diciamo che ci piacerebbe prendere una certa ciclicità nelle uscite…ho sempre apprezzato la ciclicità che avevano certe band negli anni 8090, come una specie di appuntamento fisso che noi ‘fans’ aspettavamo trepidanti.

Quindi, per i vostri ‘fans’ trepidanti, diteci, come sarà questo 2010 per i Bejelit, visto che siamo a inizio anno?

entrambi: Sarà metal!!!

Sandro Capone: Beh, è partito trepidante e sta proseguendo ancora più frenetico! Stiamo per mandare in stampa il disco, finendo le ultime finezze del mixing, curando le ultime cose del booklet…stiamo inoltre rinnovando sito internet, myspace e facebook, e tutto dovrà essere pronto per l’uscita del disco, come un nuovo volto dei Bejelit. Voglio credere che questo nuovo disco possa aprire ai Bejelit nuove porte e possa darci delle possibilità diverse, ed è per questo che abbiamo deciso di investire molto in questo capitolo della nostra discografia…si spera di fare date anche in regioni o paesi dove non siamo mai stati, si spera di accedere a festival rinnomati come il Metal Camp non attraverso il voto del pubblico ma attraverso il contatto degli organizzatori…un’altra novità è l’introduzione di uno show acustico, che abbiamo sperimentato al Lucca Comics; riarrangiare i tuoi brani in modo diverso con un responso di pubblico favorevole ci ha incoraggiati a sperimentare! A Bologna eseguiremo l’album in acustico, un modo diverso per presentare il disco e la possibilità di improvvisare sulle nostre idee…e di idee ce ne sono tante.

Siamo in chiusura…a voi la possibilità di salutare i vostri fan!

Sandro Capone: Beh…un saluto a tutti i lettori di Heavyworlds.com! Ringraziamo te per il tempo che hai dedicato e per l’interesse mostrato! Spero il nuovo album possa piacervi, che lo compriate e non lo scarichiate (RIDE)!! Supportate la musica e tutto lo sbattimento che c’è dietro a ogni disco, perché di lavoro ce n’è veramente tanto…e ci si vede ai nostri concerti.