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Betoken – Ivo Ricci & Antonio Pecere

Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con Ivo Ricci e Antonio Pecere dei Betoken in occasione dell’uscita del loro nuovo disco “Beyond Redemption”. Ecco cosa ne è uscito dalla nostra chiacchierata. 


– Salve ragazzi, grazie della disponibilità e benvenuti su Heavyworlds.com. Come state?

Antonio: Bene. Grazie a voi per lo spazio che ci dedicate, e a te personalmente per la bella recensione di cui ci hai onorato.

– Ivo, i Betoken sono a tutti gli effetti una tua creatura, parlaci un po’ di come è nato questo progetto molti anni fa.

Ivo: Nel 2000 volevo creare un progetto in cui avere il totale controllo della musica. Ho trovato presto gli elementi giusti tra cui l’attuale nostro chitarrista Michele De Ponti e il cantante Alessandro Tolone che mi ha aiutato nella stesura dei testi.
Non volevo darmi limitazioni riguardo al genere. Infatti ne è uscito un album (Chrysalis) troppo complesso come album d’esordio. O almeno è quello che mi dissero varie etichette all’epoca, infatti è rimasto inedito.
Anche su Chrysalis apparivano, come nel nuovo Beyond Redemption, più cantanti e le canzoni erano veramente diverse l’una dall’altra. E’ da tempo che pensiamo di riproporlo alle etichette. Vedremo in futuro.

– In tutti questi anni il vostro sound è apparso in continua evoluzione, come se foste alla ricerca della giusta direzione; cosa pensate del fatto che, probabilmente, questo non sia stato recepito dagli addetti ai lavori e abbia dato origine a pareri contrastanti?

Ivo: Grazie per l’ottima domanda! La spiegazione è semplice: quando inizio a pensare ad un nuovo album cerco di cambiare, più o meno pesantemente, il mood musicale rispetto agli album precedenti.
Che siano i singoli riff, le strutture delle canzoni o gli arrangiamenti. Insomma tentiamo di non ripeterci.

Antonio: In realtà non è una consapevole ricerca di una direzione intrinsecamente giusta. Secondo me una direzione artistica, giusta in senso assoluto, non può esistere. I dischi dei Betoken nascono da scelte dettate dalla sensibilità del momento, e pur mantenendo un proprio trademark sonoro, esplorano diversi approcci che di volta in volta sentiamo più vicini. Ad esempio in Venom Empire, il disco con cui sono entrato nei Betoken, ho avuto modo di arrangiare le parti vocali con molte armonizzazioni per mia precisa scelta, a volte anche contrastando quella che era la sensibilità di Ivo. Invece in Days Of The Apocalypse, sia Ivo che io volevamo avere un approccio più diretto ed essenziale verso le composizioni, perché volevamo catturare un mood più live e grezzo. Ecco perché “Days” è quasi privo di armonizzazioni vocali. E’ stata una precisa scelta artistica. Capisco che il risultato possa non essere piaciuto a tutti, ma che alcuni abbiano addirittura parlato di regressione mi sembra decisamente eccessivo. Non si è tenuto minimamente conto di quelli che erano i nostri obiettivi artistici di quel momento, e ovviamente nessuno si è preso la briga di chiederceli. Poi ci sono anche coloro che ci hanno definito “power”, perché forse sono rimasti a The Gate Of Nothing. Ovviamente se ascoltano il disco premendo lo skip ogni 30 secondi, è difficile che si smuovano da quell’idea, abituati come sono, a sonorità più allegre rispetto alle atmosfere che pervadono la musica dei Betoken.
Comunque “Days” è stato sicuramente il nostro album più controverso e meno immediato, forse spiazzante. Scherzando mi piace definirlo il nostro “St. Anger”! XD
I dischi dei Betoken spesso non sono di immediata assimilazione, e richiedeno più ascolti per emergere e fiorire nell’ascoltatore. Ed è questo quello che mi sento di chiedere a chi ci ascolta, di non fermarsi al primo ascolto, e fidarsi più delle proprie orecchie che di quelle degli altri.
Anche perché in questi anni ci è capitato anche di leggere recensioni palesemente “ispirate” ad altre recensioni, e l’abbiamo capito perché contenevano gli stessi refusi editoriali.


– Parliamo ora di questo nuovo lavoro; l’idea di scrivere un concept-album era definita sin dall’inizio o è stata sviluppata nel tempo? …e perché proprio il Faust?

Ivo: Diciamo che l’idea è venuta a “metà strada”. Quando avevo in mano una manciata di pezzi ho chiesto a Daniele e Giulio se volevano collaborare con noi. Hanno accettato con entusiasmo e gli abbiamo dato carta bianca sul tema del concept.
Una volta scelto il Faust di Marlowe mi sono messo a comporre altre canzoni adatte al concept.


– Nel progetto avete coinvolto alcuni vecchi membri della band, è stata una necessità momentanea o la collaborazione si potrebbe protrarre nel futuro?

Antonio: L’idea è partita da Ivo, e man mano che si delineava il concept ne sono rimasto conquistato anche io, sposando in pieno la possibilità di dividere il lavoro vocale su più cantanti, ed infatti sono entrato tra i produttori del disco. Sicuramente le collaborazioni, limitatamente alla disponibilità delle persone, si protrarranno.

Ivo: Mi sembrava un’ottima idea coinvolgere vecchi cantanti della band visto che adoro le loro voci. Capone invece, è come se non fosse mai uscito dal gruppo, visto che da Dead Soul Insomnia, si occupa del mix dei nostri album. Confermo che le collaborazioni proseguiranno.

– Antonio com’è nata l’idea di avvalersi di due scrittori per la stesura dei testi? E come è stato lavorare con loro?

Antonio: Come ha già detto Ivo, anche questa volta l’idea è partita da lui, e avendo a disposizione due scrittori in gamba come Daniele e Giulio, è stato semplice convincersi della validità della scelta. Lavorare con loro è stato molto articolato, in quanto abbiamo dovuto adottare un nuovo metodo di lavoro, diverso da quello adottato per i precedenti dischi.
Dopo la composizione delle parti strumentali da parte di Ivo, mi sono occupato della stesura delle melodie vocali, cantandole sotto forma di “na-na-na” per dare anche il senso della divisione metrica delle sillabe. Su questa imbastitura Daniele e Giulio hanno scritto i testi, che una volta revisionati ho provveduto a cantare integralmente. Questa versione semi-definitiva è stata data ai diversi cantanti affinché la personalizzassero e imparassero in vista delle registrazioni in studio, dove eravamo presenti sia io che gli scrittori.
Il tutto si è svolto sempre in un clima sereno senza reali momenti di tensione. Poi siamo tutti molto spiritosi, quindi basta dire un paio di cazzate e la tensione svanisce istantaneamente, e ti garantisco che alla fine ne diciamo tante, anche senza la scusa della tensione.

– Quanto è stato importante per gli arrangiamenti il ritorno di Giulio Capone?

Ivo: Fondamentale. Non solo per le qualità di musicista. E’ divertente e rilassante andare a registrare ai suoi Old Ones Studio. Questo ti permette di confrontarti serenamente quando si hanno punti di vista differenti. Senza contare che siamo amici da anni.

Antonio: Considero Giulio un gran professionista. Un polistrumentista dall’ottimo gusto, dimostrato anche di recente con i Temperance e prima ancora con i Bejelit. Quando oltre a suonare la batteria si è offerto di curare anche gli arrangiamenti orchestrali presenti nel disco, non potevamo che esserne lieti. Ed in effetti il suo apporto ha sicuramente arricchito il concept donandogli le giuste atmosfere per poter coinvolgere l’ascoltatore emotivamente. E’ stato sicuramente un valore aggiunto.

– Tra i guest figura “Raffo” Albanese (From the Depth, 5th Element), vi conoscevate già? Da cosa è nata questa collaborazione?

Ivo: Ci siamo conosciuti via internet grazie a Giulio Capone. Mi piaceva la sua voce e gli ho chiesto se voleva cantare un pezzo del nostro album. Gli ho inviato l’mp3 e Raffo ha subito accettato. Siamo soddisfattissimi della sua prestazione.

Antonio: Concordo pienamente. Trovo che in Seven Deadly Sins, Raffo abbia trovato la giusta espressività per far risaltare la sua performance e valorizzare anche la canzone all’interno del concept, tra l’altro evidenziando uno stile un po’ diverso da quello cui siamo abituati a sentirlo in altri contesti. Quindi ne sono particolarmente contento.


– Personalmente credo che “Beyond Redemption” sia senza dubbio il vostro lavoro migliore, siete pienamente soddisfatti del risultato? Pensate di aver trovato la formula giusta e di riproporla nei prossimi lavori?

Ivo: Il risultato ci soddisfa eccome! Non è stato facile raggiungerlo con un budget risicato e quindi, pochissimo tempo a disposizione. Nel futuro cambieremo ancora.

Antonio: A parte la maledizione del musicista, che ti fa venire in mente alcune migliorie, solo dopo che ormai non puoi più farci nulla, siamo pienamente soddisfatti. XD
Per loro natura, e per quello che abbiamo detto prima, i Betoken non potranno che cambiare ancora, pur mantenendo gli elementi thrashy e dark che ci contraddistinguono. Sicuramente però faremo tesoro delle cose imparate adottando il nuovo metodo di lavoro.

– I Betoken hanno quasi totalmente escluso le performance live, pensate che questo possa avere in qualche modo limitato la vostra popolarità?

Ivo: Sicuramente. Comunque i Betoken sono nati come progetto studio. Abbiamo fatto qualche live in passato, ma per varie problematiche, si è deciso di tornare ad essere solo uno studio project.

Antonio: Con mio rammarico, dato che sono un animale da palco. Sopratutto questo nuovo disco mi sarebbe piaciuto portarlo live, magari con uno show integrale. Chissà che non ci riesca comunque con il mio progetto solista (il Pi Red Project), con il quale già attualmente eseguo live alcuni brani dei Betoken. Sicuramente un maggiore ritorno di popolarità ci sarebbe.

– Avete già qualche idea da sviluppare in futuro?

Ivo: Ne abbiamo tantissime. Avevo una trentina di pezzi da proporre agli altri ragazzi, tra cui ne abbiamo scelti una dozzina su cui lavorare. L’anno prossimo torneremo sicuramente in studio.

Antonio: Di carne al fuoco ce n’è tanta. Le melodie vocali del nuovo disco dei Betoken sono già pronte, quindi siamo a buon punto, dobbiamo solo decidere quale sarà il tema dei testi. A breve verrà rilasciato il singolo tratto da Beyond Redemption, a cui farà seguito poco dopo il videoclip promozionale. Inoltre io ed Ivo stiamo allargando la nostra collaborazione in un nuovo progetto che include il mio Pi Red Project, ma su questo non posso dire altro per ora. Non voglio rischiare che Ivo mi tagli la gola nel sonno. XD

– Grazie a Ivo e Antonio per la chiacchierata; è stato un piacere ospitarvi su Heavyworlds.com

Ivo: Grazie a te per il tempo che ci hai dedicato. Speriamo di risentirci presto!

Antonio: Grazie a voi da tutta la band. Seguite la nostra pagina Facebook ed il nostro profilo Twitter per restare aggiornati sulle ultime notizie, dato che a breve arriveranno singolo e relativo video. Ciao.