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CROWN OF AUTUMN – Emanuele Rastelli

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Chi
ha detto che l’onore più grande si possa provare intervistando
musicisti strafamosi…chiunque abbia la capacità e il coraggio di
creare qualcosa e di darlo in pasto al pubblico meriterebbe ‘spazio’,
che sia strafamoso o che alberghi nell’underground. Quindi, per me,
poter intervistare i Crown Of Autumn all’indomani della doppia uscita
targata 2011, è un piacere indescrivibile…si parla di tutto, di
passato, di futuro e della tanta carne al fuoco del presente! E con una
naturalezza raramente riscontrabile…a voi Emanuele Rastelli:


Ciao Crown Of Autumn…è con immenso piacere che vi do il benvenuto su Heavyworlds.com! Allora, tutto bene?

Il piacere è tutto nostro! Siamo molto sereni e pieni di entusiasmo per il nostro ritorno sulla scena.

Due release in pochissimo tempo, dopo tanto silenzio…partiamo a
parlare di “The Treasure Arcane-Transfigured Edition”! Cosa vi ha spinto
a riprendere in mano il vostro primissimo disco e ridarlo in pasto al
mondo metal?

In occasione dell’uscita di “Splendours From The Dark”, album che segna
il risveglio dei Crown Of Autumn da un sonno durato quasi 15 anni,
abbiamo ritenuto giusto ripubblicare il nostro disco di debutto dal
titolo “The Treasures Arcane”, sia per dare modo ai nuovi fan di
comprendere l’evoluzione stilistica della band, sia per omaggiare quelli
vecchi con una “chicca” che in molti ci stavano già richiedendo da
tempo. Questa nuova edizione prende il nome di “The Treasures Arcane –
Transfigurated Edition” e presenta l’album in versione rimixata,
rimasterizzata e con un nuovo art work. Inoltre abbiamo impreziosito
questa re-release con i quattro brani presenti sul nostro primo ed unico
demo “Ruins” datato 1996, divenuto ad oggi praticamente introvabile.
Ora la nostra discografia completa è finalmente disponibile su cd.

Cosa avete scelto di modificare rispetto alla prima edizione?

L’idea alla base di questa ristampa è quella dichiarata nel sottotitolo.
La parola ‘trasfigurato/trasfigurazione’, presa in prestito dalla
tradizione evangelica, indica qualcosa che acquista un nuovo livello di
esistenza, pur restando se stessa. Nella versione originaria, l’immensa
quantità di tracce di tastiera, conferiva alla musica un indiscutibile
alone di mistero ed antichità, ma soffocava anche l’impatto più
tipicamente Metal che ci si aspetterebbe da una band di questo genere.
Abbiamo pertanto cercato di ridare un certo vigore al sound d’insieme,
facendo riemergere l’aspetto più ‘suonato’ di quest’album. Il tutto – ci
tengo a precisarlo – è stato fatto senza mai tradire l’intenzione
originaria delle composizioni.

imm

“The Treasure Arcane” uscì nel 1997 (e me lo ricordo bene!!!) e
raccolse notevoli consensi nel mondo metal…come fu, arrivare al processo
di creazione di quel disco?

Hai ragione, “The Treasures Arcane” fu davvero un piccolo trionfo
all’interno della scena underground. Siamo molto grati a tutti coloro
che ci hanno sostenuti sin dai nostri esordi e che continuano a farlo!
Al tempo in cui composi quel disco avevo ben chiaro nella mente cosa
volevo creare. In un certo senso, non feci altro che comporre l’album
che avrei voluto ascoltare in quel momento: Metal epico ed oscuro,
momenti ambient e digressioni medieval-rinascimentali. Ecco gli
ingredienti principali di “The Treasures Arcane”, che ovviamente non
mancano sul nostro nuovissimo “Splendours From The Dark”!

Sulla “…Transfigured Edition” avete scelto di inserire ben quattro
dei sei brani di “Ruins”, vostro primissima demotape del 1996…è un modo
per ringraziare I vostri fans di tanta dedizione a “The Treasure
Arcane”?

Come accennavo prima, abbiamo voluto inserire quelle quattro canzoni per
impreziosire la re-release con qualcosa di raro, una sorta di ‘chicca’
per i vecchi fan dei Crown Of Autumn, ma anche uno sguardo sul nostro
passato che permette di comprendere meglio la nostra evoluzione a coloro
i quali si accostano alla band per la prima volta nel 2011.

Da “The Treasure Arcane” a “Splendours From The Dark” sono passati
ben quattordici anni…da cosa è dato questi interminabile lasso di tempo?

Nonostante gli ottimi riscontri che ottenemmo sia dalla critica che dai
fan, dopo la pubblicazione di “The Treasures Arcane” iniziammo a sentire
il bisogno di sperimentare nuove strade espressive, meno aggressive e
più orientate verso l’aspetto maggiormente contemplativo della nostra
musicalità. Fu così che creammo il progetto Magnifiqat, interamente
cantato in lingua italiana, che vide la luce nel 2002 con un album dal
titolo “Il Più Antico Dei Giorni”. Attualmente questo lavoro sta
beneficiando di una nuova distribuzione tramite Jolly Roger Records. In
seguito a quest’esperienza, le nostre vicissitudini personali ci tennero
lontani dalla scena per diverso tempo, anche se effettivamente non
smettemmo mai di suonare insieme, in questo progetto o in quest’altro,
un po’ per il piacere di sperimentare e un po’ per semplice
divertimento. Ora, dopo quasi 15 anni di assenza, i Crown Of Autumn sono
ritornati con più ‘furor’ che mai!

Se “The Treasure Arcane” ‘presentava’ il sound della band, con
“Splendours From The Dark” avete riconfermato il livello compositivo
rendendolo ancora più ‘particolare’! Quanta gestazione ha richiesto il
nuovissimo album?

Credo che la particolarità del nostro sound non sia dovuta a chissà
quale invenzione musicale stravolgente. Penso piuttosto che essa sia il
frutto della sincera passione che nutriamo per la musica. Personalmente,
non riesco ad ascoltare un disco con superficialità, tanto per avere un
sottofondo. Se ascolto un certo artista o un certo genere musicale è
perché mi appassiona realmente e ciò fa sì che lo assimili, più o meno
consciamente. Perciò, quando a partire dalla mia base propriamente Metal
iniziai ad ascoltare anche la musica sinfonica e quella antica, le resi
‘mie’, esattamente come feci in precedenza con il genere Heavy. Questo
mi ha permesso di unire diversi stili musicali in modo assolutamente
naturale all’interno delle medesime composizioni. La stessa cosa è valsa
per l’Ambient ed il Neofolk di scuola Cold Meat Industry e – in tempi
più recenti – anche per alcuni esponenti della scena cantautorale
italiana come Angelo Branduardi, Juri Camisasca e soprattutto Franco
Battiato. Già all’interno dei Magnifiqat, avevo fatto confluire tutte
queste varietà di stili in maniera assai evidente, creando tuttavia un
sound che, per quanto variegato, riusciva sempre ad essere coerente con
se stesso. La medesima cosa è avvenuta in “Splendours From The Dark”,
anche se naturalmente in chiave più Metal. Dal punto di vista
prettamente compositivo, la gestazione del nuovo album non è stata
particolarmente lunga, né difficoltosa. Molti dei brani erano stati già
impostati tra il 1997 e il 1998 e, in quel caso, non abbiamo fatto altro
che riarrangiarli col senno di poi. Per quanto riguarda le canzoni
totalmente nuove, come ad esempio “Aegis”, “Ultima Thule” o “Ye Cloude
Of Unknowing”, il processo compositivo è stato piuttosto rapido, una
volta inquadrato il ‘focus’ del progetto. Ci sono poi alcuni brani che
contengono sia materiale nuovo che riff scritti diversi anni orsono.
Anche in questo caso crediamo di essere riusciti a trovare la giusta
armonia tra il materiale più datato e quello più fresco, annullando
idealmente il lungo lasso di tempo trascorso.

imm

Pubblicando entrambi contemporaneamente, la prima impressione è che
vogliate ‘colpire’ il mercato attirando l’attenzione, ma allo stesso
tempo far notare il passo notevole compiuto da “Treasure” a
“Splendours”…oppure avete avuto altre motivazioni?

Nessun altra motivazione tranne quella di rendere nuovamente disponibile
un disco che ormai era divenuto molto difficile da reperire. Come hai
detto tu, tra “The Treasures Arcane” e “Splendours From The Dark” è
avvenuto un passo notevole, anche se in linea con quanto la band ha
sempre proposto.. La “transfigurated edition” del debut album permette
ai nuovi fan di rendersene conto.

Emanuele e Mattia sono gli unici membri rimasti rispetto al
passato…si può dire, praticamente, che I Crown Of Autumn esistano grazie
a entrambi?

Sicuramente io e Mattia abbiamo militato nei Crown Of Autumn più a lungo
rispetto agli altri attuali membri della band. Ciò non toglie alcun
valore allo straordinario apporto dato da Gianluigi Girardi (nuovo lead
vocalist del gruppo) e Milena Saracino (guest vocalist che si è occupata
di tutte le voci femminili). Gianluigi e Milena hanno impreziosito il
nostro nuovo album, donando freschezza e varietà alle undici tracce che
compongono “Splendours From The Dark”.

Possiamo aspettarci qualche apparizione live dei Crown Of Autumn in futuro?

Per il momento, il fatto di essere solo in tre persone (più una guest
vocalist) rende un’esibizione live alquanto improbabile. Per ora siamo
impegnati nella promozione del nuovo disco tramite la stampa
specializzata, le radio e il web. Intorno a Settembre/Ottobre di
quest’anno ci ritroveremo per fare un punto della situazione ed iniziare
a ragionare su un eventuale prossimo album. In quel contesto
discuteremo sicuramente anche dell’aspetto live.

Pur avendo creato ‘solo’ due dischi, I Crown Of Autumn sono composti
da musicisti di grande e varia esperienza…come appare il ‘mondo metal’
odierno ai vostri occhi? E la scena prettamente italiana?

La scena in se stessa, intesa come l’insieme delle band e dei fan di
questo genere, è rimasta più o meno la stessa rispetto al tempo dei
nostri esordi. Quello che è cambiato in maniera radicale è il mercato
discografico. L’avvento di Internet è certamente il primo responsabile
di questo mutamento (non sempre negativo) sopraggiunto da circa 10 anni a
questa parte. Ovviamente il fatto di poter scaricare gratuitamente la
musica dal web non ha aiutato le case discografiche a vendere più
dischi, tutt’altro. In altri generi musicali, come ad esempio il pop, la
gente si accontenta di ascoltare la canzone del momento su Youtube o
tramite download sul proprio lettore mp3, senza curarsi minimamente di
entrare nel mondo creato dell’artista (anche perché, spesso e
volentieri, non c’è nessun mondo nel quale entrare). In generi più ‘di
nicchia’ come il Metal il discorso è un po’ diverso. Il fan di questo
genere non è un ascoltatore occasionale ma fedele ed appassionato.
Spesso desidera possedere il cd originale della band che ama; è
sensibile al fascino delle edizioni limitate, del merchandising e di
ogni cosa che in qualche modo si ricolleghi a questa sua passione.
Sicuramente questo aspetto limita il danno che Internet ha inflitto e
sta infliggendo alle vendite dei CD, anche se ciò non basterà di certo
ad escludere il Metal dal destino che purtroppo accomuna tutta la musica
registrata. E’ probabile che l’aspetto live prenderà il sopravvento sul
lavoro in studio, cosa che peraltro sta già avvenendo…

Siamo in chiusura…Grazie dell’intervista! Vi lascio lo spazio per aggiungere tutto quello che volete!

Ringraziamo di cuore Heavyworlds.com e tutti coloro che supportano e apprezzano la nostra band. A presto!