L’avevamo incontrato qualche mese fa in occasione del Neckbreaker Ball Tour e in occasione del Paganfest che ha visto gli Eluveitie insieme ad altre bands, abbiamo avuto modo di scambiare qualche chiacchiera con Chrigel Glanzmann, che ci ha illustrato brevemente il significato di Helvetios (leggi la recensione!) per la band. Buona lettura.
Siamo di nuovo qui con Chrigel degli Eluveitie, come stai?
Piuttosto bene, grazie 🙂
Oggi abbiamo anche un bel tempo, rispetto la volta scorsa, eheheh.
Molto caldo per i miei gusti ma va bene così 😀
Parliamo subito di “Helvetios”: finalmente l’album è uscito. Siete contenti della reazione avuta dai fans e dalla critica?
Sostanzialmente, siamo veramente molto contenti del risultato, l’album è stato ben apprezzato, più di quanto ci aspettassimo! Voglio dire: ci sono state un paio di sorprese per tutti noi, ad esempio abbiamo scoperto che l’album è finito direttamente nella Billboard Chat americana, non ce lo aspettavamo! È stato davvero bello! Lo stesso è accaduto in Svizzera, Helvetios è finito in top 5 nella classifica ufficiale degli album più venduti e questo è strano, perchè è piuttosto ambiguo vedere un album extreme metal finire in una classifica insieme a Katy Perry ed Eminem e cose così, ehehehe, per cui siamo rimasti piuttosto sorpresi, ma siamo stati abbastanza soddisfatti e riconoscenti.
La copertina dell’album è piuttosto strana, molto lontana dagli standard classici a cui siamo abituati, è molto semplice. Perché avete deciso di creare questa sorta di logo per rappresentare questo disco?
Il simbolo del logo rappresenta sostanzialmente la tribù degli Elvetici; il simbolo, in questo caso il triskele, originariamente era situate su una fibbia di una cintura che è stata trovata durante alcuni scavi archeologici, per cui il simbolo rappresenta in ogni modo gli Elvetici.
Come ti senti a suonare dal vivo le canzone che fondamentalmente compongono un concept album?
A dire il vero, questo è il primo tour in cui suoneremo queste canzoni per la prima volta. Amiamo queste canzoni 😀 Voglio dire, quando abbiamo iniziato a suonare quelle canzone per la prima volta qualche giorno fa in occasione del tour con i Children Of Bodom, abbiamo scoperto che sono brani piuttosto carini da suonare dal vivo, ma allo stesso tempo sono piuttosto complicate da suonare. Se vogliamo essere onesti, posso dire che in termini tecnici sono più complicate rispetto al materiale che suonavamo prima, per cui risulta piuttosto impegnativo suonarle tutte dal vivo, ma è anche divertente. È una bella sfida!
Ricordo che l’ultima volta che ci siamo incontrati, tu stesso ci hai presentato alcuni pezzi del nuovo album. È stato difficile comporre ogni singola traccia di “Helvetios”?
No, non proprio. Fondamentalmente, è sempre la solita storia, ma in questo caso Helvetios è un concept album, con un filo conduttore nelle vicende narrate, non volevamo solo raccontare una storia attraverso le nostre canzoni, ma volevamo anche esprimere i brani attraverso la musica, per cui abbiamo usato un approccio diverso rispetto ai dischi precedent. È stato molto impegnativo e stimolante, è stato piuttosto interessante.
‘Helvetios’ contiene ogni singola traduzione di ogni singola parte scritta in Gallico, ma ho notato che c’è una frase lasciata in sospeso: si tratta di “Immi Uiros Toutias Rii”, qual è il suo significato?
Letteralmente significa “Sono un uomo libero proveniente da un paese libero”. Come puoi constatare, me lo sono persino tatuato sulla mano sinistra.
Per quale motivo non hai tradotto questo pezzo?
Bella domanda! Sicuramente mi sarò dimenticato di tradurlo o qualcosa del genere…
Ora avete testato sul campo l’esperienza di suonare su un palcoscenico la totalità (o quasi) di un concept album. Ci sarà l’occasione in futuro di comporre un nuovo album, uno normale per l’esattezza o state vagliando l’ipotesi di creare un secondo concept?
Ad essere sinceri, non ne ho assolutamente idea! Sul serio! Volevo solo pubblicare questo album e come ben sai, il tour per Helvetios è cominciato all’incirca 10 settimane fa o qualcosa del genere, per cui ciò che stiamo facendo prevalentemente adesso è andare ed essere in tour e saremo in tour per moltissimo tempo. Abbiamo programmato il tour e le date fino all’estate del 2013, il che risulta veramente un periodo molto lungo per un tour promozionale e, ora come ora, non ci poniamo il problema di cosa faremo in futuro, poiché ancora non sappiamo nulla dei nostri progetti futuri.
Come dicevo prima, lo scorso mese è uscito il vostro album, per cui la domanda sorge quasi spontanea: a conti fatti, c’è qualcosa che avresti volute cambiare o modificare all’interno dell’album?
Non credo…
Per cui sei soddisfatto del risultato?
Sì, abbastanza… beh, ovviamente c’è sempre quel momento in cui ti verrebbe da dire “Ok, sarebbe potuto essere diverso e avrei potuto sistemare in maniera diversa alcune piccole cose”, ma generalmente devo dire che siamo piuttosto soddisfatti dell’esito.
Più di una volta, hai detto che il tuo strumento musicale preferito è la uillean pipe. C’è qualche possibilità o speranza di vederti suonare questo strumento sul palcoscenico?
Sì, è vero mi piacciono le uillean pipes, ma non le userò per questo tour! Ehehe. Il fatto è che avevo pianificato di costruire una sorta di impalcatura da poter indossare, in modo tale da non suonare questo strumento rimanendo seduto. Avevo programmato di poterla avere prima del tour, affinché potessi suonare in maniera decente in questo tour, ma non ne ho avuto letteralmente in tempo. Non sono riuscito a completarla in tempo, ma sto ancora finendo di costruire questa specie di “giacca” (si riferisce all’imbragatura dello strumento, in modo da poterla indossare senza rimanere seduto, nda!), so che mi prenderà moltissimo tempo ma ci lavorerò al meglio. Sicuramente la avrò già pronta per la seconda parte del tour.
Forse ti avranno già fatto questa domanda, ma avete mai pensato di suonare uno show acustico?
L’abbiamo già fatto, sì…
Vi piacerebbe poter rivivere l’esperienza?
A dirti il vero, non lo so, ehehe… Quando pubblicammo l’album acustico (Evocation, ndr), abbiamo suonato un paio di concerti acustici, maggior parte di essi sono avvenuti in Germania e in Svizzera, ma prevalentemente in Germania. Quando pubblicheremo la seconda parte dell’album acustico, sono sicuro che rifaremo la stessa cosa ma il fatto è che ogni volta che suonavamo qualcosa di acustico a qualche show, ci sembrava di essere in uno di quegli show medievali tipicamente tedeschi, e ad essere onesti, a noi non piacciono cose di questo genere. Ehehe. Voglio dire: la gente che suona a questi festival è gente competente, sono bravissimi musicisti, bands ottime e via discorrendo, ma ci siamo sentiti un po’ a disagio, perchè queste persone salgono sempre sul palco pieni di armature ed enormi cornamuse, strumenti davvero grandi, cercando di mettere in piedi uno show magnifico, mentre invece noi saliamo sul palco indossando i vestiti di sempre, i vestiti che mettiamo anche quotidianalmente, arriviamo con i nostri strumenti folk e la prima cosa che ci viene da dire è “ok, siamo decisamente nel posto sbagliato”. Sono, però, sicuro che lo rifaremo ancora e sicuramente rifaremo un secondo album acustico, un giorno o l’altro…
In ‘Helvetios’, abbiamo notato la collaborazione e la partecipazione dell’attore scozzese Alexander Morton. Come è stato lavorare con questo grande attore?
Fantastico! Adoro quel ragazzo 😀 È stato favoloso, quasi brillante, oserei dire. Mi piace molto l’intro dell’album e l’outro (la parte finale) è praticamente composta da parole pronunciate da Alexander, ma nonostante ciò, i due attori che vi hanno preso parte sono stati veramente fondamentali. È stato veramente un passo importante per la creazione dell’album. Ero in un period in cui cercavo la persona più adatta per questa parte, alcuni candidati si erano proposti, abbiamo avuto diversi candidate per questo ruolo, alcuni erano già stati registrati in sala ma non ero convinto, fino a che, per caso, mi sono imbattuto in Alexander Morton, me lo ricordavo grazie a quel film in cui aveva recitato (Vahlalla Rising, ndr). Il mio manager l’ha contattato e lui felicemente ha risposto “Sì, mi piacerebbe prendere parte all’album”. Lavorare con lui è stato entusiasmante, è riuscito davvero a capire la storia, le emozioni che volevamo trasmettere, tutto quanto! È stato davvero un lavoro perfetto!
Eccellente! In questi giorni, prima di approdare in Italia, siete stati negli Stati Uniti dove avete spalleggiato i Children Of Bodom. Cosa ci puoi dire di questa esperienza condivisa con questi ragazzi finlandesi?
Beh, ad essere onesti devo ammettere che questo è stato uno dei tour più rilassanti e rilassati che abbiamo mai avuto! È stata la prima volta che siamo stati in tour con loro, avevamo già avuto modo di suonare un paio di concerti con loro, ma non avevamo mai avuto la possibilità di andare in tour con loro e ora posso dire che si è rivelato essere uno dei tour più rilassati di sempre. È stato un bel tour!
Non risulta un po’ frustrante essere in tour perennemente, sempre lontani da casa e dai vostri affetti?
Beh sì, a volte lo è. A volte può essere davvero dura…
Come riesci ad affrontare il fatto di essere sempre in tour? Come riesci a gestire tutto lo stress e la pressione?
Ah! Non saprei dirti con certezza, ci piace essere in tour, ovviamente anche se alle volte è davvero dura, perchè rischi sempre di ammalarti, ma in fin dei conti ci piace quel che facciamo, ci piace essere in tour e ci piace suonare la nostra musica.
Qual è la cosa più difficile di essere in tour? Eccezione fatta per il poco sonno…
A dirti il vero, io non dormo mai tanto… o perlomeno quando sono in tour! Quando sono in tour con i ragazzi, riesco a dormire più del solito… ma la cosa più difficile è quando ci sono problemi di salute. Essere in tour tutto il tempo è una cosa che non fa molto bene alla salute, d’altro canto anche la mancanza di privacy è una cosa molto difficile da gestire.
Ok , cambiamo argomento. Parliamo di questo Paganfest: ovviamente suonerete le canzone nuove del nuovo album, ma per quanto riguarda quelle vecchie?
Ne suoneremo alcune 🙂
Ok, farete una sorta di scaletta privilengiando prima quelle nuove rispetto alle precedenti?
Oh, in questo tour in particular modo suoneremo prima le canzoni nuove, perchè ci piace suonare, ma ovviamente non mancheranno anche le vecchie…
Suonerete qualcosa da Evocation?
No 🙂
Ok, parliamo del booklet dell’album. È davvero ben curato da quel che vedo…
Oh, ti ringrazio!
Grazie a te. Chi ha avuto l’idea di realizzare questo booklet?
L’idea del booklet era quella di creare un volume di arte fotografica o qualcosa di vagamente simile, per questa ragione i colori sono veramente semplici, come se si trattasse di un libro a colori o qualcosa del genere. Abbiamo voluto provare a creare delle immagini come se si trattasse di fotografia, cercando di raccontare la Guerra Gallica con delle immagini. Per realizzare il concept, ci siamo affidati al fotografo che da sempre collabora con noi e lui stesso è riuscito a creare ciò che noi volevamo. Ha viaggiato parecchio ed è riuscito a fotografare i posti della Guerra Gallica. Per esempio, alcuni muri che potete vedere all’interno del libretto, sono reali fortezze Elvetiche. Gli Elvetici avevano l’abitudine di proteggere la loro città e il nostro fotografo è riuscito a visitare questi posti per mostrare con i suoi occhi ciò che accade nella Guerra Gallica. Tutto ciò che vedete rappresentato nel libretto è veramente originale.
Dopo un paio di anni, siete tornati a Bologna in occasione del Paganfest. Come vi sentite a tornare qui in compagnia di nuove bands? Conoscete qualcuna di loro?
Ovviamente è una gran figata tornare qua ogni volta, sì conosco alcune di loro, sono molto amico dei Primordial e gli Heidevolk, ho incontrato anche gli altri ragazzi qualche anno fa. Personalmente, penso che il pacchetto offerto per quest’anno sia veramente ben concepito, una bella line up. Penso che questo sia il miglior Paganfest di sempre! E devo anche dire che mi piacciono molto i Sólstafir e i Negură Bunget…
Nel disco, c’è una canzone molto particolare intitolata “Scorched Earth”. Ti andrebbe di condividere qualcosa?
Wow, cosa posso dirti? È una specie di addio, è una canzone tipicamente tradizionale, o perlomeno, musicalmente è una canzone tradizionale. Il tipo di cantato si chiama “gwerz”, è una storia narrante ed è una canzone tipicamente tradizionale della musica folk bretone. Solitamente, questo tipo di inno, di canto è una sorta di lamento, è solitamente un canto con un’unica voce e un solo strumento, come lo si può sentire nell’album..
Ok, penso di aver terminato anche per questa volta. Ti ringrazio per le tue risposte. C’è qualcosa che vorresti dire ai nostri lettori e ai tuoi fan?
Grazie per il vostro interesse in Helvetios!