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Folkstone – Roby

Intervistare il ‘boss’ di una band è un’occasione unica e da prendere al volo…ma ultimamente ho realizzato che ogni musicista all’interno di una band è un ‘boss’. Per questo ho voluto sentitamente porre le mie domande a Roby, alias cornamusista (si dirà così?) dei Folkstone e membro originario della band. Simpatica ma timida, agitata ma estremamente precisa, Roby ci ha raccontato molte cosette succulente riguardo l’ultima fatica della band “Oltre…L’Abisso”…eccovene il sunto:


– Ciao Roby. Benvenuta in Heavyworlds.com! Come stai per prima cosa?

Agitatissima…per l’album e per tutte le interviste! Ma per il resto tutto ok, molto contenta di come vanno le cose.


– Partiamo da “Oltre…L’Abisso”. Ti va di presentarlo ai vostri fans?

Wow, certamente!!! “Oltre…L’Abisso” è la nuova avventura della compagine folkstoniana e come sempre si cerca di inserire elementi diversi e innovativi nel nostro sound. Stavolta abbiamo scelto degli strumenti mai usati prima che hanno arricchito ulteriormente le nostre canzoni. Per noi è una ricerca continua, sia a livello lirico che a livello musicale, e il risultato che ascoltate è un ulteriore passo avanti nella nostra, anche se non mi piace chiamarla così, carriera. Ci tengo a dire che, come sempre, abbiamo scritto i brani in modo immediato, senza pensare l’idea di sondare un certo tipo di mercato o un altro, ponendo sempre la sincerità verso di noi e verso i nostri fans al primo posto…in poche parole ci siamo un po’ sfondati di birra e via a suonare (RIDE)!


– Il songwriting sembra essere improntato maggiormente sulla sezione ritmica e sulle chitarre, lasciando un po’ più soffusi gli strumenti etnici. Sentivate la necessità di avere un sound più grintoso?

Fammi riprendere un attimo dalla domanda di prima (RIDE)!! Per quel che riguarda le composizioni io ho preso parte solo da un certo punto in avanti, per cui non ne ho curato l’embrione. Posso dirti che rispetto al passato, dove partivamo da un’idea di cornamusa o arpa o bombarda, abbiamo iniziato a ideare i brani dalla base, ovvero da un riff di chitarra o da un giro di basso. E a dirla tutta non è stata nemmeno una scelta a tavolino, come si dice, ma qualcosa che è uscito istintivo in sala prove e che ci ha catturato e amalgamato ancora maggiormente. Diciamo che è stata una rivoluzione non voluta, un esperimento ben riuscito.


– Canzoni come “In Caduta Libera”, e “Prua Contro Il Nulla” mettono in risalto la vostra maturazione sia in termini compositivi che strumentali…cosa avete richiesto a voi stessi in questo nuovo capitolo della storia Folkstone?

Domandina marzulliana eh (RIDE)! Sinceramente non ti so rispondere…abbiamo seguito il fluido compositivo senza pensare a fare qualcosa di più o meno tecnico o se dovessimo metterci a studiare maggiormente i nostri strumenti. Volevamo solo creare qualcosa che piacesse a noi principalmente e che fosse onesto e non scopiazzato, e visto il risultato posso dirti di esserne contenta. Anche l’idea di inserire le cornamuse scozzesi e irlandesi è risultata vincente, anche se per imparare a suonarla il nostro insegnante si è messo le mani nei capelli, poveretto (RIDE)…


– I Folkstone arrivano da un disco più sperimentale come “Il Confine”, che vi aveva visto affrontare un songwriting più ricercato, mentre con il nuovo disco sembra che vogliate tornare a viaggiare dritti come un treno…sono scelte che avete effettuato in maniera consapevole oppure avete lasciato libero l’estro totalmente?

L’idea era di non ripeterci e di essere un po’ diversi…sai gli anni passano, le esperienze ti forgiano e la percezione musicale cambia di conseguenza. Non parlo solamente del campo musicale ma della vita in generale…è innegabile che ciò che stai vivendo condiziona sia il modo di suonare che di comporre nuovi brani, e sinceramente non è mai stato nell’animo dei Folkstone condizionare l’estro per farlo arrivare da qualche parte. L’estro, perché possa essere prolifico, deve essere libero.


– “Oltre…L’Abisso” regala anche un Lore in maggior ispirazione interpretativa, quasi rappresentasse dei moderni De Andrè e Battiato. Qual è il concept di base del nuovo disco e come si sono svolti i processi di scrittura dei testi?

In primi non si tratta di un concept inteso come storia unica. I testi sono principalmente scritti da me e Lore e posso dirti che “Oltre…L’Abisso” è un disco molto malinconico a livello lirico. Nella vita capita che ci siano momenti bui e tristi, che lasciano il segno; molte persone esternano questi sentimenti scrivendo testi per canzoni, e Lore è una di queste…a dir il vero, anche quando stava registrando lo vedevamo più preso del solito; attento all’intonazione e alla calibrazione della voce, ovviamente, ma con una espressività diversa e più attenta a ogni singola parola. Inoltre canto pure io in veste ufficiale e non solo nei live, finalmente (RIDE)!!!


– La copertina vi mostra per la maggior parte appesi per il collo…Jacopo Berlendis si diverte a ritrarvi sempre in modi originali?

Ah ah ah…in effetti gli abbiamo dato l’idea, scherzando, di disegnarci ‘appesi’…e lui ci ha preso gusto (RIDE)! L’autoironia sta alla base di ogni nostra concezione per l’artwork, ma il risultato finale è tutta opera sua. Mi piace molto il concetto rappresentato: nonostante la vita ci appenda per il collo, noi continuiamo a giocare e a suonare liberamente…tener duro sempre!
8. “Oltre…L’Abisso” è il secondo disco dove troviamo una cover, stavolta di “Tex” dei Litfiba. Come mai avete scelto proprio questa canzone che, in qualche modo, si stacca dal contesto ‘medievale’?
Per il testo principalmente, molto in linea con il nostro modo di vedere e con le lyrics del disco. A dir il vero, i Litfiba piacciono a tutta la band e quindi è stato quasi naturale sceglierli…poi ovviamente trovare la canzone giusta ha richiesto un po’ più di tempo, ma credo che nessun’altra potesse inserirsi così bene in “Oltre…L’Abisso”.


– Per il nuovo album avete scelto di realizzare anche delle copie in vinile…ormai sembra che il vinile stia rivivendo una seconda giovinezza. A tuo parere “Oltre…L’Abisso” suonerà diversamente in analogico?

Il sapore sarà sicuramente diverso…so che molti lo prenderanno per collezionarlo, perché credo che non in molti abbiano il piatto, ma quelli che lo ascolteranno spero lo apprezzino di più; magari possono ascoltarsi l’edizione in vinile del primo disco e quella di “Oltre…L’Abisso” e capire meglio il percorso che abbiamo fatto in questi anni…sarebbe davvero interessante (RIDE)! Fondamentalmente anche la malinconia che è alla base delle nuove canzoni si sposa con lo spirito vintage del vinile, senza contare che l’artwork è più grande e quindi più suggestivo e gustabile (RIDE)…


– Avete appena terminato il tour estivo e già il 21 novembre sarete on stage per il nuovo tour…non vi fermate mai?

Purtroppo il palco è una calamita…faccio un passo indietro: circa un annetto fa ci eravamo prefissati di non fare date nell’estate 2014, per concentrarci maggiormente sull’album. Poi sono arrivate le prime richieste e la nostra voglia di live è stata incontenibile, anche se per fortuna siamo riusciti a fermarci a soli dieci concerti. Adesso faremo un tour di presentazione in questi due mesetti, con qualche sorpresina e ovviamente suonando per la maggior parte brani nuovi.


– L’abum uscirà il 3 di novembre e sarete in tour fino al 20 dicembre…programmi per l’anno nuovo?

Ci inventeremo qualche tour estivo (RIDE). Scherzo…per ora iniziamo con queste date fino al 20 dicembre, poi ci fermeremo per qualche mesetto e quindi penso che con la bella stagione torneremo on the road…


– Voi avete affrontato molti palchi, sia esteri che italiani…com’è la differenza tra l’Italia e gli altri paesi europei dove avete suonato?

Beh…(RIDE) a parte che ci impapiniamo gradevolmente nelle presentazioni dei brani e dei componenti della band, direi solo un po’ organizzati meglio. Per il resto è stato bello vedere che una band italiana, che canta in italiano, venga accolta calorosamente e che riesca a far esaltare l’audience…ma in Italia il contatto è più immediato grazie alla lingua e alla schiera di fans che vengono a vederti , ovviamente.


– Ti faccio fare un salto nel passato…come mi disse Lore in un’intervista del 2008 ‘cosa vogliamo pretendere? Siamo amici che una sera hanno scelto di mettersi a suonare assieme’…ti rivedi ancora in questo modo?

Sicuramente…cambieranno i componenti ma non l’atmosfera. E comunque il fattore ‘musica’ è solo la punta dell’iceberg del nostro feeling; principalmente siamo amici che amano trovarsi a bere qualcosa o a cena…una cosa che è poco nota sono le nostre ‘prove’ per i nuovi componenti della band: se resistono per le prime date del tour vuol dire che sono perfetti…e ti assicuro che la parte musicale è il meno, perché convivere con dei fuori di testa come noi so che può essere difficile a volte. Una terapia d’urto, diciamo (RIDE)!


– Nel corso degli anni numerosi musicisti sono cambiati nei Folkstone e della formazione originale siete rimasti in quattro…cosa vi ha permesso di rimanere uniti durante tutti questi anni?

La semplicità, credo…nessuno di noi si è mai montato la testa o si è mai prefissato di dover per forza arrivare a questo o a quel livello di notorietà. Siamo amici che si divertono suonando, sparando stupidate e bevendo birra…poi ovviamente tutto quello che è arrivato come Folkstone ci ha unito e ci ha fatto credere nel progetto, ma alla fine siamo solo amici che vogliono passare parte della vita assieme.


– Ok Roby, siamo arrivati in fondo…vuoi aggiungere qualcosa o salutare i tuoi fans?
Vi aspettiamo tutti ai nostri live per fare casino assieme!!!

Grazie Roby…sicuramente Heavyworlds.com e i vostri fans non si lasceranno scappare l’invito!!!