Nel lungo e il largo di una vita terrena, un essere umano abbraccia più volte la sensazione di essere un ‘re Mida’: congiunzioni cosmiche, focalizzazione sui propri obiettivi, creatività ad uno status eccelso, metteteci tutto quello che volete, ma quando si è positivi tutto attorno sembra girare al meglio. Lo sanno bene gli svedesotti H.E.A.T, che da poco hanno pubblicato il loro terzo full length, veri e propri alfieri di un AOR dinamico e potente che sta spopolando in tutta Europa. Jona Tee, tastierista della band, sembra vivere questo sogno con cautela e timidezza e, benchè stimolato dalle domande ‘ruffiane’ del sottoscritto, evita signorilmente di scendere nell’autocompiacimento in favore di un’intervista energica e calibrata, proprio come lo stile musicale della band vuole.
Ciao Jona e grazie del tempo che ci state concedendo. Benvenuti tra le focose pagine di HeavyWorlds! Come vanno le cose nella famiglia H.E.A.T.?
Ciao e grazie a te. Mai andate meglio!
Parliamo di “Address The Nation” e partiamo dal titolo: cosa significa?
Abbiamo pensato a temi diversi per quanto riguarda l’artwork e nessuna idea contemplava l’uso della formula con cui si indica il discorso del presidente alla nazione quando succede qualcosa di grosso. Crediamo che questo nuovo album sia GROSSO e ci serviva un titolo appropriato.
“Address The Nation” mette in mostra una band più professionale. Volete condividere il processo di creazione del disco, magari non omettendo qualche episodio divertente?
Oddio, da dove posso cominciare? Per prima cosa abbiamo passato più di un anno a scrivere le musiche e ci siamo ritrovati con una trentina di canzoni; di queste ne abbiamo registrare quindici e dieci sono poi andate a finire nell’album. Nello Studio Bohus ce la siamo davvero spassata, un sacco di divertimento, nottate a far musica e ballare nei corridoi ma anche un sacco di duro lavoro. Ci siamo trasferiti nello studio durante le registrazioni, quindi ci avanzava del tempo per fare gli scemi.
“Address The Nation” è la terza creatura di casa H.E.A.T. In pochi anni. State vivendo un momento particolarmente prolifico?
Amiamo ogni singolo secondo passato a fare quello che facciamo. Non potrebbe andare diversamente!
Come si è evoluto il sound della band da “Freedom Rock”?
Da un punto di vista del sound il nuovo disco e “Freedom Rock” non si possono nemmeno paragonare. “Address The Nation” è molto più fresco e ha la giusta energia che credo ci mancasse nei primi due album. È più prossimo come sound, per come la vediamo, alla visione che avevamo in principio del progetto H.E.A.T., è più grandioso, migliore.
A guardare la tracklist, il capitolo “Downtown” sembra più oscuro del resto delle canzoni. È l’introduzione a un nuovo modo di concepire il vostro sound o si tratta semplicemente di un episodio un po’ diverso a sé?
Non proprio, è solo una canzone che noi amiamo molto e che ci sentivamo in dovere di includere nell’album per quanto sia un po’ ‘diversa’. Aggiunge quel qualcosa in più al disco e tutto sommato è una gran canzone.
“Address The Nation” è stato prodotto da Tobias Lindell. Come mai proprio lui?
Tobias ci è stato consigliato sia dalla label che dal management, l’abbiamo incontrato ed è stato come trovare un tesoro. In studio è andata alla grande. Sicuramente ciò che ne è venuto fuori è il miglior recording nella storia della band.
Passiamo al tour. State pianificando qualche spettacolo di supporto a altre band per il 2012? O magari qualche festival?
Per il momento la maggior parte degli spettacoli programmati sono in Svezia. Il nostro agente per l’Europa è al lavoro per trovarci delle date fuori dalla Svezia sia come supporto che da headliner. Non vediamo l’ora di tornare a suonare in giro per l’Europa e incontrare I fan! Per non perdervi gli aggiornamenti sui concerti e le ultime novità visitate www.heatsweden.com!
Cosa ci dobbiamo aspettare da un concerto firmato H.E.A.T.? Quali sono I vostri target quando salite sul palco?
Boom! È un tutt’uno, noi e il pubblico come un’unica entità. Ciò che ci proponiamo di dare agli ascoltatori è un bello spettacolo dinamico caratterizzato sia da pezzi energici che da momenti dal respiro più melodico e rock. Suoneremo pezzi estratti da tutti e tre gli album e ci divertiremo alla grande!
Nel 2009 avete sfornato “1000 Miles”, un pezzo che è diventato un gran successo in Scandinavia. “Freedom Rock” è stato una delle uscite AOR più interessanti del 2010. Che cosa vi aspettate da “Address The Nation”?
Vogliamo continuare a far uscire buona musica e raggiungere più gente possibile. Amiamo la nostra musica e vogliamo raggiungere chi la ama come noi, per condividerla al 100%…
Nel 2009 avete suonato come band di supporto nel tour “Tinnitus Sanctus” degli Edguy. Com’è stata l’esperienza di condividere il palco con Andre Matos e la band di Tobi Sammet?
È stato il nostro primo lungo tour europeo, un’esperienza straordinaria. Sono fan sia dei vecchi Angra che degli Edguy e quindi per me è stato fantastico condividere il palco con loro! Il primo concerto metal a cui io e Dave (Dalone, chitarrista della band) siamo andati è stato Hammerfall, UDO e Edguy a Stoccolma nel ’97, o era il ’98, quando gli Edguy pubblicarono “Theater Of Salvation” (ehm, ricordi male, era il 1999). Non li avevo mai sentiti nominare prima, ma dopo se ne parlò un sacco. Che grande concerto che fu!
A sentire I vostri dischi, capita di venire colti dalla sensazione di sentire momenti che ricordano I vecchi lavori di band come Journey o Foreigner. Cosa vi hanno dato queste band?
Personalmente, le ascolto etrambe, ma soprattutto I Journey, anche se “That Was Yesterday” è una delle mie canzoni preferite. Ci hanno dato musica meravigliosa!
Un’ultima domanda: se gli H.E.A.T. fossero nati negli anni ’70 o ’80, che cosa avrebbero creato?
Del rock alla Elvis, probabilmente! Ahaha! Dato che la nostra musica richiama gli anni ’80, bisogna togliere ulteriori vent’anni agli anni ’70 o ’80. O almeno credo. (RIDE)
Grazie ragazzi. Vuori aggiungere qualcosa o salutare I fan italiani?
Dico solo questo: non vediamo l’ora di tornare a suonare per voi in Italia. Grazie, siete meravigliosi e ci permettete di andare avanti! Non faremmo niente senza di voi.
Grazie a te Jona!!! Gli stage italiani vi aspettano con trepidazione…