Ci sono band e band. Gruppi composti da star altezzose e snob ed altri composti da persone che amano quello che fanno, non si tirano indietro davanti ai fan e ti fanno sentire subito in sintonia con loro. I francesi Les Discrets sono una di queste band e questa è la chiacchierata che ho avuto il piacere di fare con un sornione Fursy Teyssier e un rilassato Winterhalter.
Ciao ragazzi e benvenuti su Heavyworlds. Volete salutare e presentarvi ai nostri lettori?
Fursy: Ciao, noi siamo i Les Discrets dalla Francia. Questo è Winterhalter, il nostro batterista, e io sono Fursy, cantante e compositore.
Il vostro nuovo album è in imminente uscita. Volete parlarcene?
Fursy: Umm, il nuovo album, cosa vuoi sapere esattamente?
Il processo compositivo, le emozioni che volete trasmettere agli ascoltatori…
Fursy: Sostanzialmente il nuovo album parla della morte e delle sensazioni che porta l’accettazione della morte in sè. Parla anche dell’attimo stesso della morte e della consapevolezza che può avere una persona nel momento in cui si rende conto che sta morendo.
Winterhalten: Per la composizione, lui generalmente scrive le tracce di chitarra e io quelle di batteria a casa mia, ci troviamo e le arrangiamo insieme.
Fursy: A volte uso una drum machine per dargli idee della linea di batteria, velocizza molto il processo.
Ho avuto la possibilità di ascoltare l’album in anteprima e mi è sembrato un disco molto etereo dai tempi dilatati. Prima hai parlato di morte, queste sonorità servono a trasmettere questo concetto?
Fursy: No, assolutamente. Il concetto testuale del disco è una cosa, ma la musica è su un’altra dimensione e penso che emerga la mia essenza attraverso essa, il concetto di umano dietro la musica.
Ascoltando l’album ho avuto l’impressione che sia stato influenzato tanto dal post-rock o post-metal quanto dal prog. In quale genere vi identificate maggiormente?
Fursy: Beh penso che entrambi i generi abbiano una grande influenza su di noi, ma per la roba degli anni 70 devi chiedere a Winterhalter!
Ok! Gruppi come Pink Floyd o Genesis?
Winterhalter: No, roba molto più underground! Magma, Amon Düül, Stooges!
Fursy: Per quanto riguarda me, ovviamente il post-rock è una enorme influenza, è nel mio background musicale e adoro come certi gruppi riescano a raggiungere un climax musicale assoluto.
Nella stesura della canzone, usate la classica composizione rock con strofa-ritornello-strofa per poi dilatarne i tempi?
Fursy: No, nel modo più assoluto! Non ci sono regole nella composizione, ogni canzone prende vita a seconda delle sue esigenze. Se a volte trovi un ritornello ripetuto in una nostra canzone è perché ha un suo senso logico, non è stato inserito forzatamente.
Recentemente è uscito il vostro primo video. Volete parlarcene?
Fursy: Si tratta di un video interamente diretto da Audrey (l’altra chitarrista e voce non presente però in questo tour, ndr). Non è propriamente quello che si definirebbe un singolo, ma è una canzone molto emozionale e lei si è lasciata trasportare da queste emozione e le ha tradotte in immagini. Ogni mattina ci siamo dovuti alzare alle cinque per girarlo, è stato abbastanza impegnativo, ma penso che il risultato sia buono.
Questa è la prima volta che venite in Italia?
Fursy: Sì, come Les Discret è l prima volta che veniamo in Italia, anche se abbiamo già suonato qua con gli Alcest (Winterhalter è il batterista degli Alcest e Fursy è stato il chitarrista live, ndr).
Cosa vi aspettate dal pubblico stasera?
Fursy: Dai ricordi che ho penso che sara molto cool.
Preferite un pubblico che ascolta attentamente le canzoni o che interagisce?
Fursy: Mi piacciono entrambe le situazioni…
Winterhalten: Dipende dalla canzone!
Fursy: Esattamente! Non amo troppo i tipi sanguigni che creano casino, ma da amante della musica amo vedere la gente coinvolta dalle nostre canzoni e che interagisce con noi.
Suonare di supporto a un gruppo come gli alcest che condivide con voi il batterista, l’etichetta e un certo tipo di sonorità può essere un vantaggio o un limite per la vostra crescita?
Fursy: Penso che tu abbia colto il punto. Essere in tour con gli Alcest è sicuramente un vantaggio perchè suoniamo sempre in posti splendidi, ma potrebbe essere un limite se il pubblico non capisse la nostra musica. Fortunatamente non avviene, perchè il pubblico degli Alcest è intelligente. A parte questo, loro sono i nostri migliori amici, siamo cresciuti insieme e siamo come fratelli, non esiste altra band con cui vorrei fare un tour insieme.
Ok abbiamo finito, grazie mille per la vostra disponibilità!
Fursy: Grazie a voi e un saluto ai nostri fan!