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Music Photographers – Francesco Castaldo & Francesco Prandoni

Bene o male ognuno di noi ha provato a fare qualche foto ad un concerto. Chi armato di reflex e ottiche più o meno valide, chi sparando un improbabile flash con la compattina a 50 metri del palco. Appassionati di fotografia e non, l’intervista doppia a due professionisti come Francesco Castaldo [FC] e Francesco Prandoni [FP] vi porterà a scoprire il mondo del Music Photographer, attraverso i racconti, gli aneddoti e le dritte di chi lavora dall’altra parte della transenna. Buona lettura.


Domanda marzulliana per iniziare. È la passione per la musica che vi ha portato a diventare fotografi ai concerti o quella della fotografia che vi ha indirizzati, magari per caso, ad occuparvi di musica e concerti?

[FC] Per quanto mi riguarda, è una domanda piuttosto difficile. Ho una foto di me a 3 anni che mi “documenta” davanti ad un albero di Natale con una chitarra giocattolo ma ricordo chiaramente che fotografavo con una macchina fotografica con un rullino di medio formato di mio padre, probabilmente russa ma non ricordo marca e modello, a 7 anni. A 10 anni ho iniziato a strimpellare la mia prima chitarra ma a 11 fotografavo lo spettacolo all’asilo di mia sorella con una reflex analogica Yashica e teleobiettivo. Musica e fotografia sono passioni che coltivo da molto tempo, i concerti però li ho scoperti tardi. Sono nato e cresciuto in una piccola città in Veneto dove se ne vedevano veramente pochi. Quando a 21 anni mi sono trasferito a Milano per lavoro, mi si è aperto un mondo. Korn, Europe, Evanescence, Red Hot Chili Peppers, Dream Theater (ero iscritto al fan club italiano e li seguivo in giro per tutta l’Italia), Limp Bizkit, Metallica, Pain Of Salvation… Una volta pagati affitto e bollette, spendevo tutto in biglietti tra Alcatraz, Transilvania, Rolling Stone e Magazzini Generali. E lì ho iniziato cercare di “rubare” qualche foto (perché i concerti, senza un’autorizzazione apposita, non si potrebbero fotografare). Una volta capito che i risultati ottenuti con questo sistema erano piuttosto deludenti, ho iniziato a frequentare i locali più piccoli in cui suonavano band di cui magari dal punto di vista musicale mi interessava poco, ma che per la conformazione del locale e la quantità di pubblico presente, riuscivo a fotografare discretamente. Man mano che andavo avanti a fotografare, chitarre e amplificatori accumulavano polvere ed ho iniziato a capire che ero più a mio agio sotto al palco con la macchina fotografica in mano che sopra con uno strumento. Poi ho iniziato a lavorare per un editore che aveva una testata musicale; mi occupavo di altro ma a Maurizio, il redattore, mi sono proposto per documentare un concerto. Mi ha risposto “Proviamo”, è arrivato il primo photo pass e da lì è iniziata la mia avventura con la fotografia di scena.

[FP] Direi proprio la passione della musica, ma non sapendo nè cantare, nè suonare bene, ho pensato di viverla da questo punto di vista, visto che gia’ fotografavo.

Lavorate come free-lance? Vi capita di avere dei “contratti” o esclusive da band, case discografiche, agenzie, giornali?

[FC] Sì sono freelance, cioè ho la partita iva, lavoro per chi mi commissiona un servizio fotografico. In campo musicale, fino ad oggi, i miei clienti sono principalmente riviste, online e stampate. Capita spesso che le riviste “peschino” dal mio archivio a concerto già avvenuto. Se l’artista non mi ha fatto firmare un contratto prima del concerto, ovviamente vendo le foto molto volentieri. Capita però di dover rifiutare proprio perché l’artista, per accedere al concerto, ti fa firmare un contratto in cui accetti di pubblicare le foto unicamente sulla testata che ha richiesto l’accredito. Se in linea teorica il ragionamento non fa una piega, anzi giustamente previene che il fotografo si metta a stampare e vendere merchandise abusivo in autonomia, dal lato pratico ti impedisce di monetizzare concretamente il lavoro perché magari, con il compenso che sei riuscito a negoziare con la testata accreditata, rientri a mala pena delle spese e le foto vendute ad altre riviste aumenterebbero sensibilmente il bilancio in positivo.
Una volta ho effettuato un servizio per una major (niente di eclatante ma fotograficamente molto interessante per via del soggetto).

Lavorare per gli artisti è molto più stimolante, sia perché non si tratta di fotografarli esclusivamente sul palco, sia perché non ci sono tutte le limitazioni che abitualmente perseguitano i fotografi durante i concerti: pochi minuti a disposizione da una postazione prestabilita, affollata e che non sempre offre la visuale migliore. Ma mi è capitato poche volte, sono appena all’inizio della mia carriera.

Non sono rappresentato da nessuna agenzia. 

[FP] Sì, free-lance, anche se collaboro ormai assiduamente con un paio di riviste del settore e qualche volta capita di lavorare per qualche artista o major del settore.

Domanda d’obbligo: com’è composto il vostro zaino fotografico? Corpi macchina, lenti, etc, etc…

[FC] Fino ad un anno fa giravo con due corpi macchina, uno full frame ed uno no. Montavo due obiettivi differenti, un tele ed un grandangolo, sui due corpi, in modo da avere una lunghezza focale molto ampia a disposizione senza dover perdere tempo a cambiare obiettivo durante il poco tempo che avevo a disposizione per fotografare; mi bastava sollevare l’altra macchina, che tenevo sempre a tracolla, ed ero pronto. Ma man mano che andavo avanti però mi accorgevo di quanto le foto scattate con la macchina di qualità inferiore non mi soddisfacessero per nulla. Spesso finivo per non selezionarne neppure una e a rimuginare per ore sul fatto di non aver usato la macchina full frame per realizzare un certo scatto, che in quel modo sarebbe stato veramente bello. Così ho finito per vendere macchina ed obiettivi non full frame ed usare un solo corpo macchina, una Canon 5d Mark II. Ho uno zoom grandangolare, il Canon 24-70 f/2.8, un teleobiettivo, il 70-200 f/2.8 stabilizzato, il Canon 50mm f/1.4 e di recente ho aggiunto il fisheye, questa volta Sigma, 15mm f/2.8 che utilizzerò per fotografare il pubblico ed un insieme della sala (sempre se l’artista, il management o l’ufficio stampa lo permette). Il fisheye 15mm Canon purtroppo è uscito di produzione ed è stato sostituito con un fisheye zoom che ha messa a fuoco più veloce ma è meno luminoso. E di luce ai concerti ce n’è veramente poca… per cui ho l’ho preso Sigma.
Nello zaino “da concerti” poi ho un flash con un piccolo diffusore (non mi piace per nulla fotografare un concerto con il flash ma purtroppo a volte non ci sono alternative), batterie di riserva per il flash, panni umidificati per pulire gli obiettivi, schede di memoria (il buon senso vorrebbe che se ne utilizzassero tante di piccole dimensioni così se una si guastasse non si perderebbe molto lavoro, ma siccome sono pigro e disordinato e la gestione di molte schede diventa impegnativa, ne ho 3 molto molto capienti ed affidabili che fortunatamente non mi hanno mai abbandonato), tappi per le orecchie, copertura per la pioggia per la macchina fotografica e gli obiettivi e non so bene cos’altro. Lo zaino è in fase di esplosione ma alla fine per un concerto più di questo non mi serve.

[FP] Io sono sempre stato nikonista, ed il mio zaino ora è composto da 2 corpi macchina D4 e D3 da e un po’ di obiettivi: 105 mm, 14-24 mm, 24-70 mm, 70-200 mm tutti rigorosamente f/2.8. Poi c’è un’ 80-400 mm f/4.5-5.6, un 50 mm f/1.4 e un 85 mm f/1.4. Poi un flash sb900, qualche batteria, un sacco di schede, il computer e quando serve un altro obiettivo: il 400 mm f/2.8.
Quanto è importante la post-produzione? Quali sono i parametri che solitamente andate a modificare/elaborare?

[FC] La post produzione è fondamentale per la fotografia contemporanea quanto lo era per l’analogica 20 anni fa, quando come minimo si sceglieva il tipo di rullino da utilizzare (un po’ come impostare il “picture style” sulla macchina oggi) e l’acido per lo sviluppo del rullino. Chi la snobba, si perde una parte importante del risultato finale.

Per quanto riguarda i concerti di solito correggo il punto di bianco (fotografo in raw, lo lascio decidere alla macchina in fase di scatto visto che i colori delle luci cambiano in continuazione ma non è detto che la scelta della macchina sia quella ottimale) ed il contrasto. Se si fotografa da lontano allora è molto probabile una modifica al crop, per ingrandire un po’ il soggetto nella foto. Se la foto l’avevo pensata in banco e nero, la trasformo in bianco e nero.
A volte eseguo anche del fotoritocco. Piccole cose, un brufolo che magari 2 giorni dopo non ci sarebbe, del makeup un po’ sbavato dal sudore. Una volta invece mi è stato espressamente chiesto di togliere qualche ruga a delle foto di un concerto.
Nei ritratti invece il foto ritocco è molto maggiore ma evito di ricreare la pelle di porcellana, è troppo finta e non mi piace per nulla.

[FP] Io non amo molto postprodurre: quello che fotografo è quello che deve essere visto. Comunque ritaglio l’immagine, tiro su un po’ le luci se serve, saturo un po’ il colore e basta.

Entrando un po’ nel tecnico: a condizioni di luce normali per un concerto (so che è difficile definire il normale, però diciamo un buon locale dotato di luci decenti), come settate solitamente la vostra macchina?

[FC] Ai concerti uso sempre l’esposizione manuale. In passato ho provato ad usare il programma in priorità di tempi ma son bastati un paio di tentativi e quasi tutte le foto da buttare per capire che l’esposimetro della mia macchina non è in grado di calcolare correttamente l’esposizione di un soggetto illuminato su un palco. Ma la perdono, in fondo l’illuminazione di un palco è tutto fuorché uniforme, ed è proprio uno degli aspetti che rende questo tipo di fotografia interessante.
In genere comunque imposto gli ISO a 1600, diaframma aperto e regolo i tempi (e gli iso) in base alla luce che colpisce il soggetto. Tranne rarissimi casi, non mi piaccono le foto mosse e quindi al tempo di esposizione sto particolarmente attento.

[FP] Sempre ed esclusivamente in manuale e poi si vede di foto in foto.
Avete dei modelli di fotografi famosi che seguite? Come definireste il vostro stile personale?

[FC] Sì certo, non so se sono famosi ma sicuramente le loro fotografie sono molto molto interessanti. Per quanto riguarda la musica, in Italia mi piace Francesco Prandoni (uno a caso…), Henry Ruggeri, Francesco Zanet, Luigi Orru. In Spagna Javier Bragato, in Francia Ronan Thenadey, in UK Danny North, negli USA Todd e Chris Owyoung… se mi mettessi a cercare tra le persone che seguo su flickr probabilmente arriverei almeno ad una cinquantina di nomi. Al di fuori della musica mi piacciono Zack Arias, Peter Hurley, Ed McGowan, Tony Prower, Christina Gandolfo… tanti altri. Tutti contemporanei.

Non ho la più pallida idea su come definire il mio stile… tra scatto e post produzione cerco di avvicinarmi al ricordo del concerto che mi si è impresso nella mente ma effettivamente non ci riesco mai.

[FP] Tutti e nessuno in particolare. Il mio stile? mmm direi uno stile personale, gli altri dicono che ho uno stile particolare e che quindi riconoscono le mie foto. Io sinceramente non credo di avere qualche cosa di particolare, scatto e basta, cercando solo di trasferirel‘emozione che mi dà il cantante in quel momento nelle mie foto.

A volte vi sarete trovati nel pit in compagnia di improbabili fotografi dotati di reflex entry level con ottiche base o anche con compatte più o meno performanti. Sinceramente, che vi passa per la testa quando vi affiancate a loro per scattare?

[FC] Spesso anche dotati di compatte o cellulari. Mi sforzo di non giudicare dall’attrezzatura che uno ha, più è “entry level”, più fotografare nelle condizioni difficili come quelle di un concerto è complicato. Se uno ci riesce bene anche con un’attrezzatura economica ha tutto il mio rispetto. Se invece è ospite della band è molto più benvoluto nel “pit” rispetto a me, quindi non mi lamento. I problemi nascono quando questi individui non sono preparati a stare nello spazio (molto spesso minuscolo e sovraffollato) che abbiamo a disposizione: sgomitano, ti si piazzano davanti a ballare o alzano la macchina proprio nella tua traiettoria quando tu stai scattando… in questi casi un calcio negli stinchi è più che lecito.

[FP] La prima cosa che penso è: “ecco un altro raccomandato che ha rubato il posto ad uno di noi”. Poi invece penso: “speriamo che non si metta in mezzo e m’impedisca di scattare”.

Spesso la gente ai concerti vi vede armati di voluminose attrezzature fotografiche prepararvi davanti al palco all’inizio delle esibizioni, per poi uscire dopo una manciata di canzoni. A volte il tempo è breve e non sono ammessi sbagli. Come vi preparate per le fatidiche 3 canzoni iniziali?

[FC] Molto spesso i fan in prima fila sono sempre gli stessi, con svariati c’è un buon rapporto; quando entriamo ci si saluta e si scambiano volentieri quattro chiacchere. Altre volte si conoscono persone interessanti che condividono la tua stessa passione per la musica. A volte invece non siamo ben accetti: nonostante si cerchi di spiegare che stiamo lavorando e che staremo lì per un tempo limitato, il solo fatto di star davanti a persone che magari hanno fatto ore di coda per raggiungere la prima fila genera fastidio. Lo capisco, cerco di disturbare il meno possibile. Ad un concerto recente di Gianluca Grignani però sono partiti cori e slogan poco incoraggianti indirizzati ai fotografi mentre tre anni fa ad un concerto di Carmen Consoli sono tornato a casa con un bernoccolo in testa: ad una fan proprio non andava a genio che io fossi lì. Eppure il palco è alto, noi siamo alla stessa altezza del pubblico attaccati al palco quindi difficilmente impediamo la visuale dell’artista.
Il tempo è breve, capita sempre più spesso che da tre canzoni si passi a due o una. Se il concerto è particolarmente importante, guardo le scalette, cerco su youtube qualche video delle prime canzoni delle date precedenti e vedo com’è illuminata la band e come si muove. Oppure vedo se su flickr ci sono foto scattate da altri fotografi all’interno dello stesso tour. Ma per artisti minori che magari non girano in tour con scenografie, impianto luci e tecnici sarebbe inutile, quindi mi presento “impreparato” e decido cosa fotografare sul momento.

Solo una volta mi è capitato di uscire dal concerto senza neppure una foto che mi soddisfacesse consegnare. La band suonava in uno stadio, dovevamo aspettare fuori l’arrivo dell’unica canzone che ci era permesso fotografare (verso metà concerto) e nessuno, neppure il promoter o l’ufficio stampa, sapeva bene da dove avremmo dovuto fotografare e dove sarebbe stata la band in quel momento. Quando il pezzo fatidico si è avvicinato, ci hanno scortato in una terrazza della tribuna. Il palco era molto particolare ed aveva un passerella molto estesa che arrivava ad una quindicina di metri da noi; eravamo sollevati perché tutti immaginavamo che all’inizio della canzone la band ci sarebbe apparsa proprio davanti. Invece la canzone è iniziata e non abbiamo visto nessuno… dopo parecchi secondi di smarrimento, ci siamo accorti che la band era in un corridoio sopra alla struttura del palco, sopra alle luci, sul tetto, ed i singoli artisti, finché cantavano, venivano imbragati per poi essere calati giù sulla base. Una volta arrivati sulla base, la canzone è finita e siamo stati scortati fuori. Tutto questo accadeva a una cinquantina abbondante di metri da noi.
[FP] Se è possibile mi aiuto con internet e studio i concerti precedenti; ormai ci sono siti, nei quali foto e video di concerti precedenti girano a migliaia. È invece un po’ più difficile quando si va ad una prima: lì si guarda un po’ lo storico del gruppo e si va sperando ripetano un po’ le cose. Comunque essendo molto istintivo non mi faccio molto condizionare da quello visto.
Per voi fare foto è un lavoro oltre che una passione. Non per farmi i conti in casa vostra, ma è economicamente incentivante ciò che fate?

[FC] Mi è impossibile rispondere per tutta la categoria perché ogni caso è a se stante. I lavori che riesci ad ottenere ed il prezzo che riesci a spuntare dipendono in modo molto stretto dal numero e dalla qualità dei contatti che hai. Non fraintendermi, non mi riferisco a situazioni tipiche “all’italiana” in cui lavori se sei amico o parente di qualcuno, ma piuttosto a raccomandazioni “all’americana”: conosco tizio, è bravo ed affidabile, te lo consiglio.

Per rispondere alla tua domanda, “per me è no”, non è sicuramente economicamente incentivante. Solo con la musica è difficile sopravvivere, in parte il motivo è da additare alla crisi economica e della carta stampata che costringe le riviste musicali a tagliare i costi, in parte ai fotoamatori che cascano nel tranello “Metto il tuo nome sotto alla foto se me la regali” ed in questo modo uccidono il mercato. Non solo rendono estremamente difficoltoso riuscire a vendere una foto (“…tanto se non me la dai tu gratis o a pochi euro una foto la trovo comunque…”) ma si tagliano le gambe da soli perché la volta successiva che l’artista o la rivista avrà bisogno di una fotografia, gliela chiederà sempre gratis. Per quanto riguarda gli artisti, ora che la maggiore parte dei loro introiti deriva dai concerti, evidentemente molti non sono così propensi a rinunciare a “qualche euro” da dedicare all’immagine del tour che si vuole promuovere attraverso un fotografo. Basta vedere le pagine facebook di alcuni artisti, anche molto popolari, che documentano i tour con foto “rubate” qua e la, non a fuoco, sgranate o mosse. Contenti loro…

[FP] Una volta sì. Ora tra internet e le migliaia di macchine fotografiche che ci sono ad un concerto, la fetta si è drasticamente ridotta.

Con la diffusione di internet, dove tutto sembra essere accessibile e libero a tutti, quanto è difficile mantenere il copyright sulle foto che fate?

[FC] Mantenere il copyright è estremamente semplice: lo si mantiene fino a che non lo si cede; è garantito dalla legge Italiana e da quella di centinaia di altri paesi. Quello che è più complicato è mantenere il controllo su dove sono pubblicate le mie foto. E’ ovvio che per farmi trovare dai foto editor io stesso abbia la necessità di condividerle sul web, manca però il rispetto e la competenza da parte di blogger e “redattori improvvisati” che non hanno la più pallida idea di cosa sia il diritto d’autore. Per fortuna Facebook ha un metodo molto veloce per rivendicare il diritto d’autore di una fotografia caricata da un utente sul social network e nel giro di 24 ore viene rimossa. Per testate online, se scrivendo alla “redazione” non si ottengono risultati, ci si può rivolgere al titolare del servizio di hosting che pur di non vedersi sequestrare un server per permettere gli accertamenti del caso dalle autorità, una volta provata l’infrazione del diritto d’autore, “spegne” direttamente tutto il sito. Le foto che condivido sul web sono di risoluzione troppo bassa perché possano essere utilizzate da una rivista cartacea per cui con la carta stampata (almeno per ora) questo problema non mi è ancora capitato.

[FP] Non è difficile. E’ impossibile. Appena metti la tua foto su interenet, diventa  proprietà di tutti. Quello che faccio è riempire la mia foto di tag, imbruttendola sicuramente, ma almeno così riesco a confermare la mia proprietà.
C’è concorrenza e rivalità fra di voi fotografi?

[FC] Sì, moltissima.

[FP] Tra di noi a Milano direi di no per la stramaggioranza dei casi. Si lavora direi serenamente, a volte capita che arrivi qualcuno di nuovo che non rispetta gli altri e rivaleggia. Comunque anche quando siamo solo in due sottopalco, l’altro è e rimane pur sempre un concorrente.

Non avete mai assistito a liti e baruffe per accaparrarsi un posto migliore dove scattare?
[FC] Sì, ricordo proprio un episodio simile al concerto dei Kiss al Forum di Assago il 24 giugno 2008. L’accesso al pit era particolarmente stretto, c’era un numero di fotografi accreditati impressionante e due si son messi a litigare proprio sotto al palco su chi avesse dovuto passare prima. Se da un lato il ricordo mi fa sorridere, dall’altro inorridisco per la figura che hanno fatto fare a tutta la categoria. Magari menatevi a sangue fuori dal palazzetto, ma lì sotto con la band sul palco ed il pubblico dietro non è certo il momento migliore per urlare e spintonarsi. Poi per forza veniamo relegati a fotografare da postazioni sempre più improbabili…

[FP] Qualche volta qualche scaramuccia c’è stata, ma una vera è proprio lite, direi di no.

Giocando con i nomi vi chiedo: qual è il musicista/cantante…

Più fotogenico?

[FC] Daniel Gildenlöw, Nina Zilli, Simone Simons, Liela Moss, Lenny Kravitz, Brandon Boyd, Cristina Scabbia… ce ne sono svariati che si presentano sul palco particolarmente bene, o curati o dotati naturalmente.
[FP] Kiss.
Più difficile da fotografare?
[FC] Chemical Brothers, sia per l’illuminazione che per il fatto che erano nascosti dietro alle consolle, Prodigy perché l’ultima volta si fotografavano per una canzone e mezza e con luci strobo perenni.
[FP] Marilyn Manson.
Che vi ha fatto i complimenti per le foto?
[FC] Tutti gli artisti che me le hanno chieste gratis, ma solo fino a che non hanno ricevuto “no grazie” come risposta.
[FP] Rem.
Che vi ha detto che le foto erano brutte?
[FC] Sempre quelli della domanda precedente, dopo la mia risposta 🙂

[FP] Artista nessuno, ma qualcuno che gli girava intorno me l’ha detto.

Che vi ha chiesto di non pubblicare alcune foto?
[FC] Capita, ma sono gli uffici stampa, non gli artisti stessi, a voler vedere le foto prima di dare l’autorizzazione a pubblicarle. Di recente mi vengono in mente i Tokio Hotel e i Social Distortion.
[FP] Afterhours.
Che vi ha “rubato” le foto?
[FC] Capita spesso con i musicisti che accompagnano i big in tour. Mi incazzo, ma moderatamente. Infastidisce molto di più quando qualche artista milionario ti chiede le foto gratis per il dvd, per il libro, per facebook o per l’album.
[FP] Luca Jurman.
Parlando di locali e venue. Dove ci sono le luci migliori ed è più facile fotografare?
[FC] Direi che Live Club di Trezzo Sull’Adda e Alcatraz di Milano sono locali veramente eccezionali. Peccato che molto spesso chi si occupa delle luci sia particolarmente attento alla bolletta e le lasci quasi tutte spente o le punti ovunque tranne che sul palco. A volte penso che bisognerebbe fare una colletta tra noi fotografi per contribuire alla bolletta della luce e per far fare una convergenza a chi le comanda, almeno poi si lavorerebbe più serenamente. Per quanto riguarda i concerti per cui non servono pass, direi una qualunque festa della birra nel periodo estivo. Hanno impianti luce da paura.

[FP] Di solito nei grandi palazzetti o stadi in genere, ma solo perchè di solito lo spettacolo è un grande evento e quindi ha di conseguenza luci bellissime e imponenti. Oppure quando c’è qualche diretta TV.

Qual è stata l’occasione in cui avete dovuto scattare nelle condizioni peggiori?

[FC] Beh il concerto che ti ho citato prima allo stadio, un pezzo in mezzo alla setlist da posizione lontanissima e senza essere avvisati, direi che vince. In genere condizioni non soddisfacenti si realizzano quando si fotografa dal mixer, a volte anche a 40 o 50 metri dal palco e non rialzati rispetto al pubblico (quindi ti ritrovi l’inquadratura piena di mani alzate piene di cellulari), quando si fotografa dal pit ed il palco è alto 3 metri (per cui si fotografa solo il mento dell’artista e solo se si sporge un po’), oppure quando c’è un tecnico delle luci particolarmente parsimonioso.

[FP] Take That a 70 metri dal palco e Beyoncè solo per 30 secondi.

Quali consigli vi sentite di dare ad un ragazzo che vuole cimentarsi con il mondo della fotografia?
[FC] Per quanto riguarda la musica, riporto pari pari una frase che Todd Owyoung ha scritto in un articolo sul suo sito: “To me, wanting to shoot shows that require a photo pass off the bat is like wanting to play your first baseball game in Yankee Stadium“. Per me, voler fotografare da subito uno spettacolo che richieda un foto pass è come voler giocare la prima partita di baseball allo Yankee Stadium. Per il resto, meglio darsi la fotografia commerciale in zone in cui la competitività è minore.

[FP] Se crede in quello che fa deve continuare a farlo, nonostante le 100 porte chiuse che troverà. Comunque sarà davvero difficile, almeno per quanto riguarda i soldi.

Flickr, deviantart, facebook, etc etc…come promuovete i vostri lavori?
[FC] Su facebook ho molti contatti ma oltre ai fan delle band che fotografo e gli amici che effettivamente conosco, ho tanti “stalker” che passano il tempo a “gufarmi” alle spalle sperando di prendere il mio posto (immaginandosi chissà quali vantaggi). I contatti professionali che ho su facebook si sono originati in altra maniera, non direttamente da lì, tranne 2 casi. Dal punto di vista delle opportunità che mi sono capitate, funziona meglio il mio sito web ( http://www.francesco-castaldo.it/ ) ed i social network più orientati alla fotografia.

[FP] Uso tutti o quasi i siti internet che mi possono servire a farmi conoscere.

Grazie per il tempo che ci avete dedicato, lascio a voi la chiusura di questo, spero piacevole, interrogatorio.:)

[FC] Grazie a te Alberto e a heavyworlds.com per l’ospitalità!
[FP] …Click!