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PAIN OF SALVATION – Johan Hallgren, Fredrick Hermansson, Simon Anderso

Il pomeriggio del 27 Febbraio 07 abbiamo avuto modo di incontrare i Pain of Salvation, una delle band più stimate in ambito progressive e non solo e con il nuovo album Scarsick da poco distribuito nei negozi di dischi. Inizialmente doveva esserci il vocalist Daniel Gildenlow con un altro membro del gruppo, ma alla fine, la stanchezza per il lungo e trafficato viaggio Roma – Milano (ha approfittando del pomeriggio per un riposino…), ha fatto sì che ai nostri microfoni partecipassero piacevolmente il chitarrista Johan Hallgren, in compagnia del tastierista Fredrick Hermansson e del nuovo bassista Simon Anderson, che si sono rivelati molto disponibili. Ecco cosa ci siamo detti!

Iniziamo a parlare del nuovo album: potreste dirci la motivazione primaria che ha portato alla creazione di Scarsick?

[J]:L’album parla della contrapposizione fra la società, di come essa formi l’individuo e di come l’individuo interagisce con essa. Siamo arrivati al punto di concepire un album più sfacciato, con molti significati. Da un certo punto di vista è molto oscuro, molto “malato”, come se ti fa sentire male in questa società malata che sta prendendo una strana direzione. C’è molta negatività ora come ora, tutto è in vendita. (citando la canzone Kingdom of Loss). Quello che volevamo fare era un album con tutte queste tematiche.

Cosa ti viene in mente quando senti la parola Scarsick?

[J]:La parola inglese “scar” ha molti significati, come ad esempio le ferite, le cicatrici interiori e personali. Il titolo è un gioco di parole, deriva da “car sick”. Penso che molte persone siano malate di queste cicatrici, di problemi non necessari, che abbiamo tutt’oggi. Comunque queste cicatrici le abbiamo anche involontariamente: dovute a tragedie personali, gente che muore, relazioni amorose finite…c’è molta sporcizia in questo mondo ed anche se non si ha il bisogno di queste cose, involontariamente le subisci lo stesso.

Hai un momento particolare di Scarsick, una canzone che preferisci?

[J]:Mi piace molto Kingdom of Loss. Penso che sia la mia canzone preferita. Parla molto del mondo d’oggi, soprattutto nella parte della canzone in cui si parla di vendere la paura. Molta paura è venduta gratuitamente oggi. Il punto fondamentale della canzone è questo: noi siamo qui, siamo vivi, non dovremmo avere paura di cose del tutto normali, ma l’abbiamo lo stesso, è come se dobbiamo vivere in questo mondo con la paura di qualcosa, anche se non sappiamo bene cosa.

Ci sarà una terza parte di The Perfect Element , magari con l’orchestra?

[J]:Ci sarà sicuramente una terza parte di TPE, ma non sappiamo se sarà coinvolta anche l’orchestra. Dobbiamo vedere ancora su che cosa incentrare la terza parte. TPE parla principalmente di She e Scarsick di He, quindi è tutto da vedere.

Come hanno reagito i fan, soprattutto quelli vecchi, a Scarsick? E quelli nuovi?

[J]:E’ difficile da dire, ma penso che abbiamo guadagnato molti altri nuovi fan con Scarsick, e non penso che abbiamo perso i fan di vecchia data, anche perchè stanno aspettando l’uscita del nuovo album. (ndr. penso si riferisca a TPE parte terza)


Come ha influenzato il processo del songwriting ed anche musicalmente l’assenza di Kristoffer?

[J] E’ triste da dire, ma è stata come una specie di spinta per la band, è stato doloroso che Kristoffer abbia dovuto lasciare la band, ma le cose non funzionavano più come prima. Ci serviva qualcuno per le prove del gruppo e specialmente quando stavamo creando un album come Scarsick, avevamo bisogno di avere tutta la band vicino.

[F]:Avevamo bisogno di provare molto per il nuovo album.

[J]:E Kristoffer non c’era. Sfortunatamente gli abbiamo dovuto chiedere di lasciare la band, lui si è rivelato sorpreso da questo perchè ovviamente non se lo aspettava, a lui le cose andavano bene così come stavano andando, ma per noi ormai era diverso. E’ stata una grossa perdita, ma necessaria per la sopravvivenza della band.

E come sta andando il tour con il nuovo bassista
(rivolta a Simon Anderson)?

[S]:Malissimo! (ridendo)

[J]: No, sta andando alla grande!

[S]: No! No! Male! Troppo male!

[J]: No, va benissimo, è molto bravo!

[S]: Finora (risate generali, ndr)!

Com’è andato il concerto di ieri a Roma? Com’era il pubblico?

[F]:Bellissimo!

[J]:Fantastico! Erano tutti impazziti, qui avete della gente molto passionale e siamo felicissimi di essere di nuovo in Italia.

Una domanda riguardo America e Disco Queen… queste due canzoni sembrano molto giocare sul contrasto musica-testi, entrambe sembrano essere canzoni di denuncia. Quanto l’accostamento antitetico musica-testo è spontaneo e quanto è invece è studiato in questi due casi?

[J]:Sta tutto nel mettere al posto giusto la musica con il contesto del testo, in questi due casi puoi vedere due lati contrapposti. In Disco Queen è come vedere una persona mettere su un vinile ed ascoltare della musica o puoi vedere due persone che stanno abusando del sesso e come tutti sappiamo Disco Queen ha un ritmo sexy, c’è molto erotismo, è una cosa sessuale. Come ti ho detto sta tutto nel mettere nell’ordine giusto la musica nel concetto scritto, nel testo. Quando abbiamo iniziato a suonare questa canzone, la suonavamo come per gioco, come per suonare della musica da discoteca, ma poi diventò Disco Queen. E’ una canzone molto bella e la gente ha avuto una reazione positiva ad essa. La nostra etichetta discografica ci fece pressioni per non includerla nell’album, proprio perchè è simile ad una canzone da discoteca, ma ora, vedendo come la gente reagisce ad essa, è ovvio che si sbagliavano e per molte persone questa è la loro canzone preferita dell’album.

Seguite un processo particolare quando scrivete del nuovo materiale? Vi basate prima sulla musica o sui testi?

[J]:Penso che ci concentriamo su entrambi, ma per questa domanda ti risponderebbe meglio Daniel, dato che è il mastermind del gruppo. E’ difficile spiegare come lui lavori, ha così tante cose in testa quando deve scrivere un testo, ha molte differenti idee musicali, magari scritte 10 anni fa, magari 1 settimana fa. So che prova a rendere tutto perfetto, gli puoi chiedere qualunque cosa circa l’album: il sound, le chitarre, ha una spiegazione per tutto, pensa molto, certe volte troppo, ma come sai, crea musica fantastica.

Come vedete i Pain of Salvation rispetto al passato? Pensate di essere cambiati, non solo come persone, ma anche come musicisti?

[J]:Penso che siamo sempre gli stessi, magari un pò più vecchi di quando abbiamo iniziato, ma penso che sia nella natura umana di cambiare sempre. Ora hai più da dire rispetto a quando avevi 15 anni: i miei pensieri quando ero più giovane, come reagivo in determinate situazioni per avere una risposta… tutto cambia. Ora riusciamo più a capire cosa vogliamo per noi stessi, cosa vogliamo essere e come vogliamo vivere .

Conoscete la scena progressive italiana? Se si, ci sono delle band che vi piacciono?

[J]:Non proprio.

[F]:Siamo però stati in tour con una band, non ricordo il nome però…

[J]:Gli Eldrich!

[F]:Si, erano loro!

E quali sono le band che vi piacciono di più?

[J]:E’ difficile da dire, penso che siamo più orientati verso le canzoni in sè che un gruppo particolare. Ci piacciono le canzoni, è difficile trovare una band. Quando eravamo giovani c’erano gruppi come i Metallica, che era la mia band preferita, erano i migliori! Ora è diverso, ti piacciono più tipi di musica, ascolti il pop, il rock, la musica classica, il jazz, il progressive. Si trova quello che ti piace nella canzone stessa…potrebbe essere la voce, uno strumento, il ritmo di essa, è difficile dire il nome di una band specifica. Posso dire che ci sono poche band che proprio non mi piacciono, perchè ognuna ha qualcosa di buono.

Solo una piccola opinione su queste band. Hammerfall?

[J]:E’ una band molto nostalgica, suonano musica che noi ascoltavamo da giovani. Hanno molti fan al seguito e credo siano una buona band.

In Flames?

[J]:Yeah, mi piacciono, ma penso non siano molto vari, posso sentire tre o quattro loro canzoni, le migliori, ma poi è come il cibo, mangi e poi ti senti pieno e ne hai abbastanza.

L’ ultimo nome: Dream Theater?

[J]:Erano i miei eroi nel periodo di Images and Words, sono bravi ragazzi, producono tanta buona musica. Ora li ascolto meno rispetto al passato, ma sono una grand band, leader della scena progressive. Mi piacciono molto!

I vostri piani per il futuro dopo il tour?
[F]:Tanti album ancora e riposo, tanto riposo!

[J]:Il nuovo album!

Per finire, volete dire qualcosa al pubblico italiano ed ai lettori di Heavyworlds?

[J]:Tutto quello che posso dire è che sono molto grato ai fan perchè senza di loro saremmo intrappolati nella routine di tutti i giorni, invece, grazie questo lavoro che volevo fare già da quando ero bambino, in un certo modo è come stessi vivendo nei miei sogni. Ringrazio quindi tutti i fan di tutto il mondo. E’ grandioso avere persone che ti adorano, mi fa sentire la persona che voglio essere.

Ok, grazie di tutto.

[J, F, S]:Grazie a voi!