Tra i nomi da tenersi a mente per scoprire quanto c’è di buono nella scena hard rock attuale, ci sono sicuramente i Pavic, band capitolina ancora troppo poco conosciuta, in rapporto al suo grande potenziale, e artistico, e commerciale. Andiamo a conoscerli attraverso le parole dei due principali protagonisti dello spettacolare “Unconditioned”, ovvero il singer Chris Catena e il chitarrista Marko Pavic.
Credo che “Uncondioned” sia un signor disco, di quelli decisamente sopra la media, pieno di grandi canzoni e senza alcun riempitivo. Voi vi siete accorti subito di aver realizzato un gran disco?
Marko – Ti ringrazio! E’ uno stimolo sapere che il proprio lavoro è stato apprezzato. Noi dall’”interno” non possiamo avere una visione distaccata perché troppo coinvolti nel processo creativo. Cerchiamo sempre di dare il meglio per ogni lavoro, facendo quello di cui siamo convinti.
Chris – Penso sia un disco genuino e sincero, perchè nato suonando in sala dove ognuno ha portato delle piccole pietre grezze che attendevano solo di essere lavorate….cercavamo un’alchimia, quella delle band vere e penso siamo riusciti a tirar fuori qualcosa di molto buono. Ti annuncio che il prossimo lavoro avrà ancor più convinzione e unità!
Nel vostro sito scrivete che “Unconditioned” mischia elementi di rock classico e di rock moderno. Cosa arriva dalla scena più classica, e cosa invece pone le sue radici in un tipo di musica più attuale?
Marko – Sono le nostre origini e influenze musicali che derivano dal rock classico. Noi siamo cresciuti con l’Hard Rock/Metal degli ani ’70 e ’80 (tra le altre cose…). L’aspetto moderno riguarda soprattutto il sound del disco, molto più attuale, nonché anche alcune soluzioni musicali che ci hanno influenzato e che arrivano da alcune band “moderne”.
Che peso hanno avuto i blasonati ospiti presenti in “Unconditioned” per la buona riuscita dell’intero lavoro?
Marko – Gli ospiti sono considerati come una ciliegina sulla torta; Kee Marcello (Europe) si trovava a Roma mentre stavamo registrando il disco, così una sera è passato allo studio e registrato le sue parti ed il solo per “Just Go On”. Tutto documentato nel video “Just Go On”. Il lavoro vero e proprio l’abbiamo fatto noi 5 della band.
Ritengo che “Unconditioned” abbia un potenziale commerciale altissimo, cosa si potrebbe fare per farlo apprezzare al grande pubblico?
Marko – Spargete la voce! Noi siamo sempre pronti e disponibili per partire a fare concerti, ma oggi giorno la situazione non è semplice e si fatica non poco per organizzare date dal vivo.
Chris – Ci stiamo dando dentro al fine di essere notati, ma tutto dipende dai promoters, per poter rendere al meglio su un palco dobbiamo concentrarci a fare i musicisti e non a rincorrere i gestori dei locali o gli organizzatori, questi sono compiti che dovrebbero essere assegnati e sostenuti da chi conosce questo mestiere. Mi auguro che la costanza ed i sacrifici paghino il duro lavoro che i Pavic stanno affrontando.
Mi ha colpito molto il sound del disco: potentissimo, molto metal, ma anche leggero e levigato, come siete riusciti a trovare questo equilibrio?
Marko – Parte del sound è data dalla band, dal proprio approccio e modo di suonare. L’altra componente fondamentale è stato Tobias Lindell (attualmente ha appena finito la produzione dell’ultimo disco degli Europe) che ha missato il disco. Avendo un sound in mente, mi ero messo a cercare la persona giusta per questo lavoro ascoltando vari dischi. Dopo un po’, tra alcune delle persone che ho contattato c’era anche Tobias. Abbiamo parlato della possibile direzione/sound del disco e mi ha fatto sentire altri suoi lavori. Dopo 2 mesi ho preso il volo per andare a lavorare con lui in Svezia e in 10 giorni il disco era missato. Anche il mastering è stato importante, eseguito da Dragan Tanaskovic (Evergrey, Meshuggah, In Flames, Goran Edman).
Cosa dovrebbe comunicare, nelle vostre intenzioni, l’immagine di copertina? Alcuni la trovano molto angosciante…
Marko – E’ sicuramente un’immagine forte ma che raffigura una condizione in cui uno spesso ci si trova inconsapevolmente . La copertina rappresenta l’esatto opposto rispetto al titolo del disco: Unconditioned – Incondizionato. Mi piace questo gioco di contrasti nell’esprimere un concetto. Il manichino sulla copertina è tutt’altro che incondizionato visto che non ha le braccia ed ha il filo spinato addosso.
Chi è “l’Uomo dei Miracoli” di cui si parla nell’opener del disco?
Chris – il Miracle Man della canzone impersonifica il male sociale in tutte le sue forme, che si manifesta come un epidemia, una piaga che si insinua nelle menti dei più deboli influenzandone i comportamenti e le scelte… Siamo circondati da tentazioni, il più delle volte celate, subdole, noi non ce ne rendiamo conto e spesso ci ritroviamo intrappolati e fregati. Siamo più che mai burattini in mano ai potenti, che fanno di noi ciò che vogliono e noi neanche ce ne rendiamo conto, pensiamo il piu delle volte di essere uomini liberi.

Secondo voi, che succede a un Fantasma quando va nel tritarifiuti? Io dico che non si fa niente, voi?
Chris – Ti riferisci a “Ghost In A Trash Machine” e questo e’ il senso: “l’ esistenza come macchina trita immondizia e a noi, protagonisti e vittime di questo macero, resta solo….il sogno!”
E’ possibile ricevere, e dare, l’Amore Incondizionato di cui parlate nella splendida “Uncondioned Love”?
Marko – Non solo è possibile ma anche necessario, soprattutto di questi tempi. Questo non vuol dire che sia una cosa facile, viste le nostre abitudini ed educazione, ma sicuramente vale la pena provarci.
Domanda per Marko: dato che sei un chitarrista molto dotato, ti senti qualche volta frenato dal dover rispondere ad una logica di “gruppo”, oppure fare il Satriani/Vai della situazione non te n’è mai fregato molto?
Marko – Non direi frenato. Prima di essere fan di Satriani/Vai e simili io sono soprattutto fan di Gary Moore, Michael Schenker, Murray/Smith, Kee Marcello, John Norum….tutta gente che ha messo la loro chitarra al servizio della band. Ho nel cassetto anche dei lavori “chitarristici”, strumentali, ma questi nel caso un giorno venissero tirati fuori, farebbero parte di un’altro progetto, non di questa band.
Domanda per Chris: chi è il cantante che più ti ha ispirato nel tuo modo di cantare? A sentirti, si sentono influenze diverse, ma nessuna che prevale in maniera così netta.
Chris – Penso di aver avuto vari cantanti lungo il mio percorso artistico che hanno in qualche modo marcato il mio stile, ma con la maturita’ si cerca di evitare di scimmiottare il prossimo e si lavora per divenire il piu possibile uguali a se stessi. Comunque devo dire che ai vari Gillan, Geoff Tate, Bruce Dickinson, Glenn Hughes, Gino Vannelli, Lou Gramm, Freddy Mercury e Paul Rodgers si sono poi aggiunti i piu alternativi Chris Cornell, Scott Weiland ad esempio, anche se apprezzo tantissimo cantanti come Jerry Lacroix, Chris Farlowe, Janis Joplin, Roger Chapman, John Miles o Rod Stewart per citarne alcuni.
Vi sentite dei metallari? C’è qualcuno nella band che apprezza particolarmente questo genere?
Marko – Mi sento anche metallaro. Ascolto tanta musica che mi viene difficile catalogarmi in un solo stile. Sicuramente l’Hard Rock/Metal è quello che preferisco e ascolto maggiormente.
Chris – Io personalmente sono sempre stato un die hard metal…Eh eh, no, ho sempre amato tutta la musica, prediligendo l’hard rock ed il metal ma guardando il genere con la giusta apertura mentale.
Siete tutti dei musicisti preparatissimi, immagino che siate richiestissimi per suonare in altre band, anche solo come turnisti. Avete qualche collaborazione in ballo?
Chris – Entro breve sentirai parlare dei Teenage Rampage, per ora TOP SECRET, vero Marko?
Marko – Eh, eh, eh… Sì, si lavora sempre su diversi progetti, ma è ancora presto per presentarli.
Ho visto che la maggior parte delle vostre date dal vivo si concentra a Roma, come mai non siete più presenti nel resto d’Italia a livello di concerti?
Marko – Ci piacerebbe molto suonare per tutta Italia e oltre, il disco per me è solo una “scusa” per suonare dal vivo ma certe cose non dipendono da noi. Chiamateci, e noi verremo!
Chris – Abbiamo fatto qualche data fuori, ma sembra che costi troppo portare una buona band da una regione ad un altra dello stivale…
Domanda per Marko: quanto sarebbe diversa la tua vita, se non ci fosse la chitarra e l’amore per la musica in generale a segnare le tue giornate?
Marko – Sicuramente mi dovrei trovare un altro impegno creativo e stimolante come la musica.
Programmi per il futuro prossimo venturo per la band?
Marko – Stiamo per suonare le ultime date già programmate e spero che a breve se ne inseriscano delle altre. Tra un po’ comincerò a buttare giù le idee per un prossimo lavoro. Il giro riparte…