Epicità, ruvidezza, spunti folk, gli Shardana sono questo e molto altro e con un solo demo all’attivo mettono già in chiaro tutte le loro qualità e i loro intenti. Siamo andati a conoscerli per sapere come nasce la band e come intende sviluppare la propria proposta. Rispondono alle nostre domande Aaron Tolu, cantante/bassista del gruppo e il chitarrista Daniele Manca.
Perché avete scelto di chiamarvi Shardana? Cosa vi ha colpito di più delle vicende di questo popolo?
Aaron Tolu: Volevamo ricreare sonorità epiche e “viking” ma sarebbe stato un pò strano parlare di battaglie “nordiche” in Sardegna. Gli Shardana sono la controparte mediterranea dei vichinghi, uno tra i popoli che ha terrorizzato il mare nostrum oltre mille anni avanti cristo. Era il nome perfetto per rappresentare la musica che avevamo intenzione di fare.
Cosa rappresenta il simbolo rappresentato sulla copertina del demo?
A: Il simbolo non è altro che il disegno stilizzato della porzione superiore dell’albero di una nave Shardana, che probabilmente permetteva di piegare la vela, o forse veniva utilizzata come contenitore di una rudimentale bussola.
Quanto contano i testi rispetto alla musica? Pensate sia importante comprenderli al meglio per apprezzare la vostra proposta?
A: Sì, perché tutti i testi sono nati in conseguenza delle musiche, completandosi a vicenda. Ogni pezzo va visto come una piccola storia dove il cantato è la voce narrante mentre la musica è la colonna sonora! Ok, forse ho esagerato, ma il concetto è quello!
Avete elementi folk, ma non siete un gruppo folk metal, come non siete epic metal pur essendoci molta epicità nelle vostre canzoni, e avete anche qualcosa del power propriamente detto. Non riuscire a codificarvi appieno è più un vantaggio o uno svantaggio?
A: L’unico svantaggio è quando dobbiamo spiegare che genere facciamo, perché non lo sappiamo!!! Per noi è davvero difficile rispondere a questo tipo di domande… Epic, Viking, Thrash, Power…bel casino!
Per fortuna quando poi inizia il concerto tutto diventa più semplice, la gente capisce dove vogliamo andare a parare e se gli piacciamo o meno… Il vantaggio è che facciamo esattamente quello che vogliamo unendo i nostri gusti personali, evitando di rimanere ancorati su regole che rischiano di trasformare i gruppi in cloni di altri.
Qual è la canzone che vi ha dato più soddisfazione comporre?
A: Per me, probabilmente, una delle ultime che ho composto. Si chiama Milli Annos (che vuol dire “Mille Anni” in sardo), ed è una canzone ancora inedita, parla dei mille anni (simbolici) della lotta dei sardi contro la dominazione romana.
Daniele Manca: Per me Bardanas, non presente nel mini, che abbiamo suonato parecchie volte dal vivo, ha un’ottima resa. E pure un’altra che ho finito di scrivere poco fa e che ancora non abbiamo provato, dal sapore molto “Primordialoso” (alla Primordial, n.d.r.), credo che sarà interessante! Una grandissima soddisfazione per me sarà riuscire a comporre un testo, prima o poi…

Vi ho paragonato ai Fiurach, un side-project di Deathmaster dei Doomsword, e ai Berserker. Conoscete questi due gruppi?
A: Ehm…uh… No, non li conosco! Però ascolto pesantemente i Doomsword, sono salvo? (Mea culpa, provvederò…)
D: Sì sì, i Fiurach sì! Ottimo connubio tra epic e black, mi ha fatto molto piacere essere accostati a un gruppo così buono!
C’è qualche persona all’esterno della band che vi sentite di ringraziare per il supporto che vi ha dato finora nella vostra attività?
Ci sarebbe davvero tantissima gente, non ultime le nostre brave donne Shardane! Sicuramente poi le persone che hanno collaborato per questo primo MiniCd, come Klaudio (Per cori e registrazioni), Carolina (Launeddas), Cicciglio (artwork del cd), e Villy, colui che ha lavorato al mixaggio e al mastering.
L’essere così lontani dai locali dove si suona metal, da altre band, da tutto quello che può definirsi una “scena”, come viene vissuto?
A: È raro che si riesca a portare il metal internazionale in Sardegna, veramente raro. Per cui, cosa fare senza “Metal Gods”? La mancanza di gruppi famosi ha permesso a tutti i gruppi underground di avere accesso ai locali e ai festival nell’isola, il livello dei gruppi sardi è elevato e c’è sempre una gran voglia di suonare. Per molti anni “uscire” dall’isola e farsi conoscere nel resto dell’Italia è stato quasi impossibile, ora la rete ci ha permesso di farci sentire, ma ci ha messo anche in mezzo alla concorrenza di tantissimi gruppi provenienti da tutto il mondo. Insomma, è bello perché si ha opportunità di suonare in loco, ma è frustrante quando si cerca di proporre se stessi fuori dall’isola.
Ho visto che avete suonato al Suns Festival, a Udine, manifestazione dedicata ai gruppi che cantano in lingue di solito poco utilizzate non solo in campo musicale, ma anche nella vita di tutti i giorni. Potete raccontarci qualcosa di questo evento e dirci che impressione ne avete ricavato?
A: È stato qualcosa di magnifico, perché è andato oltre il concorso in sé. Eravamo nove band, che non solo cantavano in lingue diverse ma anche generi diversi. Apprezzarsi reciprocamente, scambiarsi CD, discutere assieme, è stato davvero stupendo.
In particolare, poi, sono stato colpito dal fatto che le canzoni cantate nella lingua madre funzionano. Si dovrebbe non solo parlare ma anche cantare di più nella propria lingua, dovremmo un po’ disabituarci al cantato in inglese anche se ci sembra più “cool”! (Ecco, appunto).
D: Per non parlare dell’organizzazione perfetta e la professionalità e disponibilità di tutti quanti, dal “capo organizzatore” ai fonici e tecnico delle luci fino al nostro accompagnatore. che ci ha tenuto compagnia per tutto il nostro soggiorno in terra friulana!
Siete riusciti a crearvi un buon bacino di fans nella vostra zona?
A: Direi di sì, abbiamo molte visite sia tramite myspace che facebook. L’uscita del Minicd e i vari concerti hanno permesso di incrementare l’interesse per la nostra musica.
Curiosità più da ascoltatore comune che da recensore: com’è la reperibilità dei dischi in Sardegna? Ok il download, ma per cd e vinili si riesce a trovare tutto senza problemi?
A: Magari!!! Nei negozi locali trovi solo i grandi nomi, raramente i gruppi un po’ meno conosciuti (quando mai ho visto un cd dei Voivod in giro?) oppure sono ad un prezzo troppo elevato rispetto alla media. I negozi online sono la nostra unica salvezza (legale)!
-Oltre al Suns Festival, avete avuto qualche altra uscita live quest’estate? Quali sono i programmi per i prossimi mesi?
A: Quest’estate abbiamo partecipato ad un altro importante concorso, l’Artes et Sonos, tenutosi a Ruinas e giunto alla sua quindicesima edizione, e ai festival Total Chaos IV a Ozieri e al decimo anniversario del Rock’n’Rozz a Uta. Per questi prossimi mesi ci aspetta un bel lavoraccio, dobbiamo preparare i pezzi nuovi, sistemare qualcuno un po’ zoppicante e prepararci per il nostro primo album, che non conterrà nessuna delle canzoni del minicd, solo materiale nuovo!
Grazie di tutto e a presto!!!
Shardana