Noi di Heavyworlds.com abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere con gli Sleeping Romance in occasione dell’uscita del loro disco “Alba”. A voi la nostra chiacchierata!
– Ciao ragazzi, vi do il benvenuto su Heavyworlds, è un piacere avervi qui, come vanno le cose in casa Sleeping Romance?
Federica: siamo rientrati da poco da due date in Olanda nelle quali abbiamo presentato per la prima volta il nuovo album dal vivo; c’era molta attesa, soprattutto per il concerto al Brainstorm, un festival che ci ha proprio visti crescere 😉 siamo stati una presenza assidua dal 2013, quando Enlighten era davvero appena stato pubblicato! Il nuovo spettacolo con i brani di “Alba” stato accolto con grande calore ed entusiasmo, c’è una bellissima risposta da parte del pubblico. Siamo rientrati con una grande energia. Presto ricominceremo a provare in vista del “Symphonic Metal Nights Tour” di Febbraio e in cantiere c’è una data in Italia che speriamo di potervi confermare al più presto!
– Il vostro disco “Alba” è uscito giusto pochi giorni fa per Napalm Records. Vorrei che mi raccontaste brevemente le caratteristiche del vostro nuovo album.
Lorenzo: Il disco è una forte evoluzione rispetto al nostro debut, Enlighten: prima di tutto a livello compositivo, il lavoro di Federico è stato davvero lodevole per avere scritto brani più maturi e ancora più convincenti. Poi, a livello di produzione, siamo molto soddisfatti del risultato, i suoni sono molto vicini a quello che consideriamo un bel prodotto musicale. Inoltre Alba è un concept album, qualcosa con cui ancora non avevamo ancora avuto a che fare e che ha rappresentato certo una maggiore difficoltà nella stesura dei brani.
– E’ il vostro primo disco sotto Napalm Records e secondo della vostra carriera. Di certo, visto il prodotto che avete realizzato potreste finalmente farvi conoscere al grande pubblico. Ne siete consapevoli? Avete avuto una pressione particolare nel far nascere le idee dell’album?
Federico: In realtà no, non abbiamo nessuna pressione e dal punto di vista “artistico” siamo molto liberi. Alba era nato e scritto prima ancora che la Napalm Records ci contasse per proporci il contratto con loro e io avevo già tutto forte e chiaro quello che volessi dire e come lo volessi dire. I dischi, almeno nel mio caso, nascono perché ho l’esigenza di dire qualcosa, raccontare un’esperienza, una serie di emozioni che ho provato oppure perché ho una storia e un concetto a cui tengo molto e che voglio buttar fuori nel mio modo di esprimermi. Il mio lavoro è quello del compositore e del produttore musicale e scrivo e produco musica su commissione per conto terzi, almeno nei miei dischi voglio essere libero di parlare e dire le cose per quelle che sono dal mio punto di vista, senza alcuna pressione. Questo credo sia molto importante per riuscire a distinguere quello che è il normale lavoro da quello che è la mia passione.
– Se c’è, quale è la canzone che vi rappresenta di più all’interno dell’album, fermo restando che posso immaginare, siano tutte importanti per voi, ma se proprio dovreste indicarne una? E per quale motivo?
Federico: Come hai detto tu, è molto difficile indicare un brano in particolare che ci rappresenti, perché tutti hanno un significato particolare. Detto questo a mio avviso il brano che secondo me andrebbe ascoltato è Forgiveness. In quel brano c’è tutto quello che rappresenta gli Sleeping Romance dalle melodie alle parti più chitarristiche e alle parti orchestrali che tanto amiamo 🙂 Inoltre la canzone ha un richiamo al Don Giovanni di Mozart al quale sono molto affezionato.
– Quali sono le vostre influenze principali, e quali gruppi vi piace ascoltare?
Federico: I gruppi che sicuramente hanno e stanno influenzando il sound degli Sleeping Romance sono i Therion e Ayerion e non posso escludere sicuramente i Nightwish. I miei ascolti sono però molto vari e passano da Olafur Arnald, Max Richter e Nils Frhams ai Leprous, Ulver e i Katatonia.
– Come molti gruppi con cantante femminile, è indubbio che la presenza di Federica, sia dal punto di vista vocale, che da quello estetico, è sicuramente un aspetto importante per il vostro gruppo, sia per il sound che per l’immagine. Magari ci sono band dove si tende a mettere sempre in primo piano la cantante, altre mettono sempre e comunque avanti il gruppo compatto. Voi come vivete questa situazione?
Federica: prima di tutto grazie mille, lo prendo come un complimento ;)poi credo che in una band ciascun fattore positivo debba costituire un valore aggiunto e non una “attenuante” o peggio una “discriminante”. Avere un/una cantante di bell’aspetto non significa potersi permettere di non avere un prodotto di qualità o di avere pezzi meno belli o musicisti meno talentuosi. Nello stesso modo “bel/bella cantante” non significa automaticamente bravo/a o non bravo/a. Non sono molto d’accordo su luoghi comuni come quello che “basta avere una cantante figa”. Lo trovo qualunquista e anche poco edificante per tante cantanti che investono energie nello studio e nella devozione al canto. Detto questo il cantante è spesso considerato il “volto” di una band, immagino sia qualcosa di intrinseco al suo ruolo, al fatto che veicola le emozioni attraverso le parole, e che il timbro della voce è qualcosa di unico che ci appartiene intimamente, che agisce su un piano emotivo immediato; è UNA delle frecce dell’arco di una band e quindi ben venga che sia il più dotato/a possibile. L’importante è che il progetto si faccia conoscere e che la musica giri. E’ come in un film: è fatto da un intero staff di professionisti, tutti ugualmente importanti;
– Come conciliate la vostra vita normale , con i ritmi e i tempi delle prove e dei concerti, magari in occasione di trasferte all’estero?
Lorenzo: le cose non sono sempre facili, ognuno ha i suoi impegni che vanno spesso a cozzare contro le necessità richieste dalla band, tuttavia siamo quasi sempre riusciti ad organizzarci e ad essere presenti agli show dove siamo stati chiamati. Il nostro motto è, per forza, questo: se vuoi, puoi.
– A proposito dei live, si sente a volte che suonare in Italia ha sempre mille difficoltà, e se c’è possibilità è meglio poter sfruttare le occasioni che ci sono all’estero per suonare e farsi conoscere. Anche alla luce delle date che avete fatto fuori dal nostro paese, e di quelle che affronterete prossimamente, cosa ne pensate?
Federica: la nostra opinione non è cambiata. In Italia resta una impresa suonare e se il nostro progetto è cresciuto il merito sicuramente è delle soddisfazioni che abbiamo ottenuto nei tour all’estero. A costo di essere ripetitivi, nel nostro paese continuiamo a riscontrare un atteggiamento generalizzato di sufficienza nei confronti dei musicisti. In compenso noto con molto piacere che ci sono tanti giovani che amano la musica e che vogliono studiare, canto, o uno strumento musicale; il che fa ben sperare che magari in un lontano futuro si tornerà ad avere una considerazione diversa di un mestiere che richiede tanta passione e dedizione.
– Vi ringrazio per il vostro tempo, facendovi un enorme in bocca al lupo per il futuro. Come ultima domanda vi chiedo un sogno nel cassetto che avete, da qui a breve, magari poter suonare in un determinato festival, o con qualche band in particolare, o qualsiasi altra cosa.
Lorenzo: grazie mille, crepi il lupo! Sicuramente il nostro cassetto è pieno di sogni, tuttavia cerchiamo di stare con i piedi per terra e di vivere tutto alla giornata. Certo, suonare in qualche grande festival metal (Wacken o Download per esempio) ci farebbe enorme piacere, magari durante una tournè con un grande nome, come i Nightwish.