Loading

Sylosis – Josh Middleton

A volte uno dei compiti ingrati degli intervistatori è quello di far sciogliere i propri interlocutori…le prime due domande sono la chiave di tutta l’intervista, dalle quali è necessario trarre la personalità (e il carattere) dell’interlocutore per estrarre qualcosa che sia divertente sia per chi risponde che per chi legge. Josh Middleton è un fiume in piena…basta un piccolo incipit per scatenare la sua verve esplicativa, scuisitamente educata, basata su una profonda concezione sia del proprio passato che dei sogni futuri…l’occasione si chiama “Dormant Heart”, il nuovo macigno che la sua creatura chiamata Sylosis ha appena pubblicato…

– Ciao Josh…grazie del tuo prezioso tempo. Come stai?

Ciao Italia! Molto bene, grazie!

– Iniziamo con l’introdurre “Dormant Heart”, la vostra nuova fatica…ti va di darci un tuo punto di vista a riguardo?

Credo sia il nostro miglior disco, e non lo dico tanto per dire. Ci siamo dannati l’anima per provare a creare vibrazioni e atmosfere più oscure, in modo da imprimere il giusto carattere che stavamo cercando. Avevamo già settato il nostro sound sui due dischi precedenti così da essere liberi di seguire nuove vie in futuro. Ogni disco, in fondo, deve avere un proprio sound, anche se a suonare siamo sempre noi (RIDE)!

– “Dormant Heart” mostra una nuova dimensione del sound dei Sylosis, a mio parere più bilanciato tra grooves violenti e passaggi melodici…vi è risultato difficile creare strutture così diversificate?

Diciamo che è stato un po’ ciò che ci eravamo prefissati di fare…bilanciare pesantezza e melodia. Normalmente il nostro songwriting è in continua progressione e abbiamo imparato da subito sia il modo per lasciar che una canzone esca spontaneamente (ovvio, quando ne necessita), sia come introdurre momenti melodici pur mantenendo un’atmosfera oscura e pesante.

– Se “Monolith” si poteva ritenere un disco dal grande impatto, “Dormant Heart” è in assoluto la creatura più aggressiva e brutale che abbiate partorito. Da dov’è uscita tutta la violenza contenuta nelle nuove songs?

Beh…direi che deriva dall’essere cresciuti e dal prestare più attenzione al mondo esterno. Politica, condizioni sociali, i problemi ambientali, etc…ma non intendiamo diventare una band di protesta politica o, peggio ancora, avere la presunzione di forzare l’opinione altrui. Diciamo che mi piace usare simbolismi o diversi tipi di scenari immaginari come metafora di ciò che vorrei realmente cantare. La ragione primaria di questa scelta è semplice: quando canti di ciò che ti accade nella vita, non vuoi realmente che migliaia di persone conoscano ogni dettaglio delle tue esperienze (RIDE). Ad ogni modo, più guardi il mondo nella sua totalità più inizi ad essere incazzato per ciò che succede e per l’attitudine delle persone. Compiacimento o ignoranza ovunque…e con questo non sto dicendo che io sono una persona di un livello ‘superiore’, metto pure me stesso nel calderone!

– Per il nuovo lavoro avete potuto contare sull’apporto di Scott Atkins e Acle Kahney…Qual è il valore aggiunto che hanno dato a “Dormant Heart”?

Oh, guarda, Scott è fantastico!!! E’ un nostro grande amico e di conseguenza lavorare con lui è naturale e facilissimo. Acle invece ha realizzato il mastering, alla fine di tutto, e ha saputo donare maggior efficacia al mix.

– “Quiescent” mostra un volto nuovo del sound dei Sylosis, apparendo più progressiva e calma rispetto al resto. Come avete proceduto per crearla e, soprattutto, dove può portare questo differente volto dei Sylosis?

Qualcosa di acustico o melodico lo avevamo già fatto nei vecchi lavori ma niente di così profondo ed esplorato. Credo che contenga ugualmente la stessa verve oscura del resto del disco, solo esposta in modo differente. Sai, adoriamo il prog anni 70 e tutte quelle mitiche band e così abbiamo iniziato a provare cercando di ricreare quell’atmosfera…sapevamo, in fase di songwriting, che sarebbe stata l’ultima track del disco, per cui non ci siamo preoccupati minimamente della durata. L’importante era avere un ‘gran finale’ (RIDE)!

– Il nuovo disco ci presenta anche l’arrivo nella line up di Ali Richardson, anche se le tracce sono state registrate ancora da Rob Callard. Non è stato possibile riregistrare le tracce di batteria dopo l’addio di Rob?

A dir il vero abbiamo terminato le registrazioni mesi prima dell’arrivo di Ali nella band, per cui in fondo non è stato un problema. Registrando il resto degli strumenti sulla base della batteria e ci piace mantenere un editing non perfettissimo, per non perdere personalità. Riregistrare le batterie avrebbe significato rifar tutto da capo!

– L’artwork mostra un agnellino che sta per essere sacrificato da una giovane donna…che correlazione esiste tra il titolo e l’immagina della cover?

Il sacrificio è un atto simbolico: il cosidetto ‘agnello sacrificale’…e poi c’è una figura mascolina dietro alla ragazza; l’idea è che lei sia quasi costretta a commettere questo ‘atto’, andando contro la propria volontà. In termini di contenuti, alcune songs parlano di come la gente si senta attaccata a certi aspetti della vita quotidiana e di come tema i cambiamenti. Ognuno sente che deve seguire il gregge secondo gli stereotipi ‘trova un lavoro, sposati, fai due figli, non mettere in discussione l’autorità, lascia le cose come sono’ etc…

– Parliamo di cose più leggere…di tour! Avete programmi per il 2015?

Ok! Se tutto va bene tra aprile e maggio attraversermo Gran Bretagna e Europa e poi un bel po’ di festival estivi che ci aspettano (RIDE)!!!

– Nel corso degli anni avete fatto tour con DevilDriver, Trivium, Killwitch Engage e Lamb Of God…ti va di raccontarci cosa vi hanno portato queste esperienze, sia come musicisti che come uomini?

Woh, che domanda (RIDE)! Un’ottima parte delle nostre influenze è derivante dai mitici 80s ed essendo noi una band da una quindicina d’anni, posso dirti che non siamo molto cambiati. Sappiamo di essere stati veramente fortunati a prender parte a quei tour e ad aver interagito con quelle band, specialmente i Lamb Of God; ci han sempre riservato un trattamento gentile oltre che essere band killer sul palco! Queste esperienze ti ricordano di rimanere umile e di far altrettanto con le nuove leve!

– Nel settembre 2013 siete stati vittime di un incidente stradale negli Usa…dopo più di un anno, pensi che questo episodio abbia in qualche modo cambiato il tuo modo di intendere la musica o la vita stessa?

Mah, guarda non ha intaccato nulla ne di me ne della musica della band. Diciamo che adesso controlliamo i nostri mezzi di trasporto un po’ più attentamente e forse siamo un pochino più nervosi come passeggeri (RIDE)…

– Se guardi al vostro passato, ai giorni in cui avete fondato la band a scuola, la tua è cambiata?

Non molto ad essere onesto. Non posso ancora permettermi di andarmene dalla casa dei miei, suono la chitarra e dipingo molto, per cui è abbastanza simile. L’unica differenza è che ora posso andarmene in tour, che è assolutamente fichissimo!

– Ma hai raggiunto il tuo sogno?

Vado fierissimo di ciò che abbiamo realizzato ma il vero ultimo obiettivo sarebbe di poter guadagnare abbastanza da vivere con la musica e di poter mollare il lavoro quotidiano. Nessuno di noi pretende di diventare ricco e vivere in case da sogno, ma solo di renderla una professione a tempo pieno.

– Thrash e Death Metal sono entrati nella loro quarta decade di vita…pensi che questi generi abbiano ancora molte cose da mostrare?

Onestamente non ne sono tanto sicuro. Molta gente ci etichetta come ‘melodic death metal’ ma noi non abbiamo nessuna influenza dal death metal o dal melodic death metal. Ci siamo sempre ispirati al thrash e non abbiamo mai avuto troppo tempo per guardarci in giro per vedere se qualcuno facesse qualcosa di nuovo; questo non vuol dire che là fuori non ci siano band, giovani o più mature, che facciano grande musica. Non mi sono mai preoccupato di provare a far cose nuove, ho sempre pensato che bisogna dare tutto per ottenere il meglio…e se poi finisce che inventi qualcosa è solo un valore aggiunto. Il grosso del sound dei Sylosis deriva dalla old school Bay Area Thrash ma se noti troverai anche echi di band come Cult Of Luna, Neurosis e Rush; non conosco nessuno che combini questi elementi in questo modo e forse questo ci rende unici…ma il punto deve essere sempre e solamente uno: scrivere la miglior musica possibile!

– Ok Josh. Grazie per la chiaccherata…ti lascio carta bianca se vuoi aggiungere qualcosa…

Grazie a tutti i fans per il supporto…spero che vi piaccia il nuovo disco allo stesso modo in cui a noi è piaciuto farlo. Ci si vede in tour, presto!

– Grazie a te Josh e al sound dei tuoi Sylosis!