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The Kordz – Moe Hamzeh

Il rock, oltre a non avere età, non ha un posto predefinito nell’universo. Ci sono angoli del mondo che sono delle autentiche fucine pronte a ‘esportare’ il verbo del rock/metal, facendo forza su alcuni  act che di stoffa e carattere ne hanno da vendere. Mi piace introdurre così i The Kordz, quartetto molto singolare proveniente dal Libano e capaci di far convogliare un brillante metallone con la propria musica popolare. Abbiamo contattato il vocalist Moe Hamzeh in occasione dell’uscita frechissima di “Beauty & The East” (leggi la recensione), primo lavoro ‘full’ della band…

Ciao ragazzi, benvenuti su Heavyworlds.com! Innanzitutto, come va?

Tutto bene, tutto sempre rock.

Parliamo di “Beauty & The East”, vi andrebbe di presentarlo ai fan italiani?

“Beauty & The East” è un viaggio musicale, un’autobiografia che descrive le speranze e i timori di chi vive da questa parte del mondo. Crediamo che le tematiche che trattiamo valgano anche per altri luoghi. Sono temi universali.

Credo che la parola adatta per definire Beauty & The East sia “alchimia”. Com’è nata l’idea di combinare alternative metal e musica tradizionale?

Poiché siamo tutti rocker nello spirito e veniamo dal Medio Oriente, mescolare le due tradizioni è stato un processo naturale. È accaduto con naturalezza.

Nelle 16 tracce del disco avete disseminato episodi “true” tradizionali eseguiti esclusivamente con strumenti etnici. È stato difficile reperire musicisti che suonassero questi strumenti?

Poiché abbiamo registrato tutte le parti etniche in Libano, direi che no, non è stato difficile, è la nostra musica locale. Probabilmente, se avessimo registrato all’estero, sarebbe stato più difficile.

“Beauty & The East” è stato prodotto da Ulrich Wild e registrato in varie parti del mondo (Canada, Stati Uniti e Libano). Credete che tutta questa mobilità abbia giovato al risultato finale del disco?

Siamo stati costretti a fare così: Nadim Sioufi (chitarra) si è trasferito in Canada in seguito alla guerra in Libano nel 2006 e la necessità di essere insieme a lui ci ha fatti spostare in Canada; poi per il fatto che Ulrich vive a LA il mix e il mastering è stato fatto là; infine, come già detto, gli strumenti etnici sono stati registrati a Beirut. Questo ha contribuito a rallentare il processo ma ci ha anche permesso di fare le cose in modo insolito.

“Beauty & The East” è il vostro disco d’esordio. Che cosa avete imparato dall’intero processo di lavorazione, dalla stesura dei pezzi al mixaggio?

La band esiste già da un po’, l’esplorazione della nostra musica è avvenuta inizialmente in sede live. Poi, quando abbiamo deciso di registrare l’album abbiamo tradotto quest’esperienza in studio e il risultato è ciò che si può sentire sull’album. Il disco è stato scritto in momenti diversi, per questo si può sentire la varietà del nostro viaggio musicale.

Quali messaggi volete proporre attraverso I vostri testi?

L’album parla della realtà in cui stiamo vivendo e al contempo del mondo che sognamo. Fa riferimento a situazioni di cambiamento, a partire da un livello personale per arrivare a un cambiamento nella società. Si parla di esistenza, umanità e ovviamente anche di rapporti interpersonali. Trattiamo tematiche universali nelle quali chiunque si può identificare, ma le trattiamo dalla prospettiva delle nostre esperienze.

Voi siete libanesi. Com’è la scena rock nel vostro Paese?

Il Libano offre una scena rock davvero interessante, in particolare una scena metal interessante, che però costituisce ancora un mercato di nicchia e richiede ancora molti sforzi nel suo sviluppo. Prima era più ampia e ora si sta riducendo perché l’elettronica sta conquistando una larga fetta del pubblico più giovane.

In passato avete diviso il palco con “mostri” del calibro di Placebo e Robert Plant. Vi va di parlare di queste esperienze?

Sono stati episodi molto importanti nella nostra crescita musicale, soprattutto con i Placebo, la prima band che ci ha concesso di dividere il palco; poi abbiamo incontrato il leggendario Robert Plant e siamo andati in tour con i Deep Purple, è stata la nostra prima volta in tour in Germania. Ci siamo divertiti da matti, adrenalina pura, talento, divertimento…

State cercando di organizzare delle date, magari in Europa come spalla a qualcuno?

Ci stiamo occupando proprio di questo al momento, ci piacerebbe andare in tour per l’Europa e conoscere i fan europei del rock.

In Europa occidentale, se pensiamo a una rock band del Medio Oriente il primo nome che viene in mente è Orphaned Land. Cosa mi dite di loro e della loro musica?

Eh sì, sono una formazione consolidata e famosa e hanno perfino un buon seguito nei Paesi mediorientali.

Un’ultima domanda: che aspettative hanno I The Kordz dal 2012? Quali sono I vostri progetti futuri?

Il 2012 significherà concentrarsi sul piano live e sulla promozione del nostro album. Nel frattempo getteremo le basi per un secondo disco. Grazie mille del vostro tempo. Un saluto ai fan italiani? Ci piacerebbe moltissimo venire in tour in Italia per far conoscere la nostra musica al pubblico italiano! Rock on…

Vi attendiamo con impazienza ragazzi, sia live che in studio!!!