Ho sempre piacevolmente osservato la diversa tensione con cui le band affrontano il palco e le interviste: in alcune occasioni, mi sono trovato nella condizione di avere davanti veri animali da palco ridotti a verginelle, nella singolar tenzone con il sottoscritto; in altri casi, invece, musicisti placidi e tranquilli si sono rivelati degli interlocutori inarrestabili e sfinenti; ma Marco Pastorino è così come lo si vede! Se lo apprezzate pigliatissimo e ispirato dal vivo, farete altrettanto rivolgendogli qualche domanda. Un interlocutore che sa moderare pensieri e parole, evitando sproloqui autopubblicizzanti e riducendo il tutto a parlare di “Beyond The Fragile Horizon”, debut della creatura The Ritual. A voi le sue riflessioni:
Ciao Marco. Benvenuti su Heavyworlds.com! Come vanno le cose?
Ciao Valerio!!! Tutto alla grande dai! Dopo qualche mese di promozione ‘digitale’ , stiamo calcando un po’ di palchi, con una buona serie di date live…
Parliamo di “Beyond The Fragile Horizon “, il vostro nuovo e freschissimo disco. Ti va di presentarcelo?
“ Beyond The Fragile Horizon” è un album costruito in mesi e mesi di lavoro forsennato tra sala prove e jam. E’ frutto di nove composizioni mie e di Marco Obice (cantante), che ci siamo ritrovati letteralmente in mano e abbiamo poi arrangiato nel miglior modo a noi possibile con tutta la band al completo. Pensiamo che questo sia il modo migliore per rendere personale e pieno in tutto e per tutto il nostro sound. Lo abbiamo scritto e riscritto completamente diverse volte, ma solo a pochi giorni prima di entrare in studio abbiamo trovato la sua forma perfetta, quella che potete ascoltare ora.
“Beyond The Fragile Horizon“ presenta un abbinamento azzeccato tra melodia e core-riffs! Com’è nata l’idea di abbinare due generi così diversi tra loro?
Niente di creato a tavolino, è tutto venuto fuori così. Da tempo nella band siamo tutti fan di band come Trivium, Empyrios, Nevermore, Lamb Of God e quant’altri. Il suono di ogni canzone si è sviluppato di conseguenza , senza nessun accordo preventivo. Pensiamo che la definizione ‘heavy melodic core’ che ci è stata affibiata nei primi mesi di promozione dell’album, possa calzare perfettamente: ‘heavy’ nei suoi riff e nel suo incedere, ‘melodic’ per le linee di voce ampiamente verso lidi pop e ‘core’ negli arrangiamenti chitarristici, o di batteria, fino ad arrivare alle parti mosh.
A livello di produzione “ Beyond The Fragile Horizon“ si può tranquillamente accostare ai lavori di band straniere blasonate. Come siete riusciti ad arrivare ad un sound del genere?
Il merito è da dividere tra tutti; dietro c’è un grossissimo lavoro di mix di Federico Pennazzato nei suoi Authoma Studios, che c’ha visti passare le notti insonni per modificare anche il più piccolo particolare; ma mi preme sottolineare il grande lavoro nei Domination Studios di Simone Mularoni, che ha saputo dare all’album una carica pazzesca.
Come sono stati i responsi da parte di pubblico e stampa per “Beyond The Fragile Horizon”?
Al momento, dopo pochi mesi dall’uscita del disco, posso solo dirti che i responsi sono stati straottimi tra addetti ai lavori e non. Le recensioni uscite ci hanno inorgoglito completamente, siamo stati paragonati a band che reputiamo leggendarie e che vediamo soprattutto da fan. Davvero, siamo contentissimi e non vediamo l’ora di spingerci oltre.
Una domandina piuttosto marzulliana: cosa vedono i The Ritual ‘oltre il fragile orizzonte’?
Per noi il ‘fragile orizzonte’ è quella linea immaginaria che ci divide dal nostro ‘sogno’ chiamato musica. Come detto, vogliamo spingerci oltre, non avere confini, vogliamo far conoscere le nostre canzoni a più persone possibili ed arrivare a rendere visibile il nostro nome tra gli amanti del metal.
Parliamo di live: cosa deve aspettarsi il metal-fan da uno show dei The Ritual?
Sangue, sudore e tanta energia. Nel nostro show riproponiamo interamente il nostro album tutto sparato per dare tutto quello che abbiamo dentro, senza compromessi. Stiamo cercando di suonare il più possibile tra Italia e oltre, non per dimostrare qualcosa a qualcuno ma per tirare fuori tutto quello che ci sentiamo di dare.
Le radici della band risalgono a circa dieci anni fa. Come si è evoluto il sound dei The Ritual nel corso di questi due lustri?
La band è cambiata notevolmente…negli ultimi 2-3 anni il sound si è sviluppato in una maniera che non avrei mai immaginato. Penso che sia stato l’ingresso di Liuk Abbott al basso a determinare molti dei cambiamenti, quindi se non vi piace, sappiate che è colpa sua! (RIDE) Sto scherzando, ovviamente…comunque ha portato una professionalità pazzesca amalgata alla perfezione, con una tecnica e un gusto fuori dal comune.
Avendo un sound così ‘particolareggiato’, quali sono state le band/artisti che vi hanno ispirato maggiormente?
Personalmente Nevermore, Killswitch Engage ma anche i miei miti personali come Randy Rhoads, Malmsteen, Criss Oliva e Chuck Schuldiner. Poi adoriamo tutti Nickelback, gli amici Empyrios, Protest The Hero, Stone Sour, Alter Bridge…potrei continuare per ore (RIDE)!
Abracadabra…dimmi cosa porterà ai The Ritual questo 2012 (e oltre…)?
Sicuramente una buona serie di concerti per portare al livello massimo il nostro debut-album, ma non ti nascondo che ci piacerebbe entrare il prima possibile in studio per registrare un seguito… siamo impazienti di tirare fuori le idee che ci sono venute negli ultimi mesi…
Ultima domanda: si vendono sempre meno dischi, meno gente va ai concerti e la pirateria vive di rendita: eppure ci sono sempre più band che appaiono sulla scena! Secondo te, cosa deve avere una band oggi per poter emergere dall’universo della mediocrità?
Basterebbe una parola… SUONARE. Oggi come oggi è diventato, se non lo era già prima, la cosa principale. Promuoversi suonando in più occasioni possibili cercando di catturare l’attenzione con un’ottima serie di brani. Noi stiamo cercando di farlo, non è facile, ma abbiamo quell’entusiasmo che ci spinge a farlo , abbiamo voglia di sentire quell’emozione dentro.
Siamo in chiusura: vi lascio tutto lo spazio per salutare I vostri fans!
Grazie mille a te e a Heavy Worlds per lo spazio a noi e il supporto continuo al metal italiano.
Supportate le band italiane, abbiamo gruppi come Ready Set Fall, Fleshgod Apocalypse ecc, che il mondo si sogna letteralmente!!! Ci vediamo on stage!!!