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Virgin Steele – David DeFeis

Dopo essere stati i protagonisti insieme ad altre band in occasione dello SteelFest 2011 e dopo aver ripubblicato uno dei loro primi dischi, “Age of Consent”, gli statunitensi Virgin Steele fanno ancora parlare di sé. Noi di HW abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con il leader e frontman storico, David DeFeis, che ci ha riportato indietro nel tempo parlando dei primi tempi della band e ci ha svelato tante curiosità.Ecco cosa Mr DeFeis ci ha raccontato.
(Un grazie doveroso a Nicolò per la collaborazione)

 

Ciao David e benvenuto su Heavyworlds. com.  Come va?

Cheers & Ciao! Mille Grazie! (scritto in italiano, ndr). Io sto alla grande, grazie ancora per averlo chiesto…

Recentemente, è stato ripubblicato uno dei vostri primi album, Age of Consent”, pubblicato nel lontano 1988. Perché avete deciso di ri-pubblicare alcuni dei vostri album?

Abbiamo recentemente firmato un contratto con la casa discografica Steamhammer SPV, per cui le prime edizioni uscite con le precedenti case discografiche non sono più disponibili. Pertanto, SPV ripubblicherà il Catalogo per renderlo nuovamente disponibile alle generazioni future e per coloro che hanno perso o consumato le proprie vecchie versioni. Se una band o un’artista non ripubblica il proprio lavoro quando un’etichetta o una casa discografica viene cambiata, ciò che accade è che i pirati informatici riempiono quella sorta di vuoto creatosi, iniziano a far circolare cose non idonee e non è una cosa che vorremmo accadesse alla band. C’è già abbastanza di tutto questo in giro su Internet…

Parlando di questo album, penso che The Burning of Rome” è uno dei vostri pezzi migliori che più rappresenta il sound della band. Sei d’accordo con questa affermazione?

È una di quelle canzoni che riassume un po’ la portata musicale della band. Anche “Perfect Mansions”, tratta dallo stesso album (Age Of Consent, ndr), è una delle tante tracce che sintetizza molte delle cose che noi facciamo ed è il motivo per cui stiamo attualmente registrando e montando un video.

I Virgin Steele sono considerati un po’ i padri fondatori del genere “Epic Metal”. Cosa ne pensi? Sei felice di tale onore?

Sì, ovviamente lo sono. Sono d’accordo con te, noi siamo una delle band “fondatrici” di questo stile o genere, come lo si voglia chiamare e sono estremamente onorato del fatto che la gente abbia imparato a riconoscerlo. Siamo sempre stati creativi e abbiamo sempre cercato di mantenere questa creatività, abbiamo sempre tenuto fede ai nostri ideali musicali e abbiamo sempre tentato di superare i limiti e sviluppare al meglio la nostra musica, e, a sua volta, di estendere i confini di ciò che poteva essere possibile per il nostro genere.

The Black Light Bacchanalia” è il vostro album più recente, pubblicato l’anno scorso ed è strettamente correlato al progetto chiamato “Visions of Eden (The Lilith Project – A Barbaric Romantic Movie of the Mind)”. Cosa ci puoi accennare a riguardo? Ho, inoltre, notato che è molto più atmosferico…

È sicuramente più atmosferico di “Visions of Eden”… ti spiego: il titolo è un mio modo di dire qualcosa come, ad esempio, “Questa vita è folle”… Parlo di ciò che riguarda la vita e tutti i relativi drammi, le gioie e i dolori. Con “The Black Light Bacchanalia”, voglio anche dare il significato di “Il Grande Capovolgimento”. Dove una cultura ne conquista un’altra, le divinità dei popoli conquistati diventano i demoni della religione dei conquistatori. Tutto è capovolto, sottosopra. Questo è essenzialmente ciò che è successo al Paganesimo e allo Gnosticismo. I pagani sono stati sterminati e la loro venerazione a Bacco e Dioniso e alle loro festività chiamate “Baccanali” venne soppressa. Ma…  nel bagliore di “Black Light” le cose viste prima bianche ora sono illuminate, gli altri colori si dileguano nelle ombre… I pagani si diedero alla clandestinità… e sì, è un concept album. Continua la storia che iniziai con l’album “Visions Of Eden” e porta quegli elementi alla loro conclusione, con la morte di Lilith (nella traccia “To Crown Them with Halos”, ndr) e anche Dio finalmente si lamenta di tutti i danni che egli ha fatto, la distruzione che egli ha causato in “Eternal Regret”. Considero Lilith uguale a Ipazia (l’antica astronoma/filosofa Pagana greca di Alessandria, la quale venne uccisa dai Monaci) e anche a Giovanna D’Arco, Lyzebel (una regina Sumera che quasi tutti conoscono come Jezebel – ma quel nome è la male interpretazione del nome originale Lyzebel, che significa “Baal è emozionato”- anche lei venne assassinata), così come metto allo stesso livello tutte le figure divine femminili. Proseguo la discussione riguardo la morte del Paganesimo e dell’estirpazione del principio delle varie Dee, dovuto alla crescita del Dio Padre Fuoco-Montagna, ma vado oltre nella mia discussione riguardante la crescita della religione “organizzata” e del segno lasciato sul Paganesimo e del successivo avvento dell’Alto Medioevo. Comunque sia, sto seriamente discutendo sugli anni bui odierni e della crescita del fondamentalismo in tutte le fasi della Vita, non solo religiosa, ma anche politica e tanto altro. E in definitiva, posso dire che l’album parla di ribellione. La ribellione contro le autorità, contro Dio, contro il Governo e via discorrendo. Questo è piuttosto evidente come lo si può notare in canzoni tipo “The Orpheus Taboo”.

Parlando della tua carriera musicale, penso che “The House of Atreus” è uno dei vostri lavori migliori, il miglior album mai realizzato. È un lavoro ispirato al mito greco di Atreo: perché hai deciso di scrivere un intero disco dedicato a questo personaggio?

Grazie mille per la tua gentilezza. La decisione di realizzare tale album è stata presa molto velocemente. Stavo parlando al telefono con il direttore di un teatro tedesco, un signore che si chiama Walter Weyers, il quale mi ha chiesto se fossi stato interessato a scrivere un’opera per il suo teatro, per cui ho detto “” e da lì il pensiero di scrivere qualcosa, mi è balenata in testa l’idea di scrivere “The House Of Atreus”, per cui senza riflettere ho detto “cosa ne pensi di “La casa di Atreo” come soggetto principale dell’opera?”, e lui ha replicato “Grandioso!”.  E da tutto ciò, questo grande lavoro è stato portato alla luce. Ho letto il mito di Atreo quando ero bambino e la relativa storia mi è rimasta in testa. I personaggi erano affascinanti e così umani… persino gli Dei e le Dee erano personaggi molto umani… forse questa è la parte che più mi ha affascinato. In più, ha tutti gli ingredienti necessari per  un lavoro di grandi dimensioni di tipo operistico, quali la lotta, l’omicidio, la guerra, la spiritualità, i conflitti tra le persone, gli Dei, ecc… la lista va avanti. Penso che sia una storia atemporale e del tutto pertinente ad oggi… siamo ancora alle prese con molti degli stessi problemi presentati in quel vecchio racconto di 3000 anni.

Sei un fanatico delle opere Greche? Cosa ti ha spinto a produrre per la prima volta un’opera (metal opera) di tali dimensioni?

Sì, sono un fanatico delle opere ispirate alla mitologia Greca. Sono sempre stato ispirato e affascinato dai racconti provenienti da quella parte del mondo. Ha probabilmente a che fare con l’educazione che ho ricevuto sin da bambino. Sono stato esposto al Teatro Greco (alle opera greche) già in tenera età… e sicuramente tutto questo ha lasciato una specie di segno dentro di me.  Beh, comunque sia, da quando ho iniziato a scrivere, mi sono reso conto che c’erano molti diversi aspetti della storia dei quali avrei voluto avere più interesse, per cui il lavoro è cresciuto sempre di più… mi piacciono le cose magniloquenti e un po’ sopra le righe e non mi sono trattenuto. L’opera è intesa come qualcosa destinata ad essere stravagante, un po’ oltraggiosa e ho pensato che con una “metal opera” sarebbe potuto diventare qualcosa di più. Perciò non mi sono trattenuto e ho dato libero sfogo alla follia…

Per la prima volta, tu hai coniato il termine “metal opera”. Molte band, inclusi gli Avantasia, si sono ispirate a te per creare la loro opera metal. Cosa ne pensi di tutto ciò? Sei soddisfatto del risultato?

Grazie mille per questa tua affermazione… Beh, certamente è un qualcosa di lusinghiero, gratificante e soddisfacente essere pensati in tale maniera.

Avendo menzionato gli  Avantasia, cosa ne pensi del lavoro mastodontico creato da Tobias Sammet? Tu hai, inoltre, preso parte al suo lavoro intitolato “Metal Opera Part 1 and 2”, come mai non sei mai apparso nei lavori antecedenti a questo? Secondo me, le tue parti fanno la differenza nel vero senso della parola…

Grazie ancora per la tua gentilezza. Sì, ho preso parte in un piccolo ruolo. Il personaggio di Jakob che io interpreto non ha un grande ruolo nella storia. Mi venne chiesto di partecipare. Ho anche ascoltato l’intero pezzo e sono lieto di aver preso parte al brano “The Final Sacrifice”, dato che penso che sia uno dei momenti più forti dei due album.

Spesso, parlando dei Virgin Steele, troviamo la parola “Romanticismo – barbarico”. Da dove proviene questa parola? Intendo dire: come è nata?

Volevo definire ciò che, a dire il vero, noi facciamo e ho pensato che da un canto la musica è romantica, con l’ispirazione che proviene dalla scuola della musica romantica del  19esimo secolo, incarnata da gente come Chopin e Liszt e tutti i poeti romantici… e d’altro canto, è più selvaggia e barbarica, con influenze che provengono dalla musica classica, dal Blues e dalle prime band metal come i Black Sabbath, ecc…  La musicalità è complessa e anche un po’ primitiva, per cui pensavo a termini come “Espressionismo Romantico”, “Nobiltà Selvaggia”, “Metal sinfonico basato sul blues” e via discorrendo… e da allora, il termine “romanticismo barbarico” mi si è rivelato. La musica è selvaggia o anche barbara, ed è anche altamente emozionante e può essere delicata o brutale o piuttosto romantica. Per cui… il termine è piuttosto azzeccato e definisce facilmente ciò che noi facciamo. La nostra proposta musicale è sempre stata multi sfaccettata, quindi questa casa discografica ci permette di essere liberi di fare ciò che vogliamo, musicalmente parlando. Non vogliamo alcun limite.

Come ho già detto, nel termine “romanticismo barbarico” troviamo grandi elementi come la musica teatrale, le orchestrazioni, elementi sinfonici e progressive: cosa ci puoi dire riguardo a tutto questo “mix”?

Sì, hai ragione riguardo a tutti questi elementi. Sono  elementi molto rappresentativi del genere. Sono cresciuto in teatro. Mio padre lavorava e tuttora lavora in teatro. È un produttore, regista e fu persino un attore, recitò in varie commedie in tutta la sua vita, per cui questo ha avuto anche un riscontro nella mia vita. Sono cresciuto con Shakespeare, Euripide e via discorrendo… Crescendo, ho ascoltato opera e musica classica, così come ho ascoltato anche la musica rock e non ho mai separato il mio amore per entrambi.  Ho combinato tutta la musica nella quale mi sono imbattuto. Ho fatto tutto da solo e dalla prima volta che ho iniziato a comporre, non ho mai giudicato una forma dall’altra, per me rimane sempre musica…  Non mi piacciono le case discografiche che tentano di rinchiuderti in una scatola, di metterti alle strette o in un angolo. Tutto riguarda le emozioni, e quando qualcuno come me è interessato ad esprimere le proprie emozioni, dipingere un ritratto musicale o un paesaggio sonoro, allora non bisognerebbe essere legati ad alcun tipo di pensiero o regole di nessun genere. Una persona dovrebbe sentirsi libera di creare e scoprire il proprio “vocabolario musicale e voce musicale”… in tutta onestà e verità, posso dire che questo è il vero obiettivo.

Parliamo dei testi: ho letto spesso che tu scrivi i tuoi testi, basandoti su episodi di vita reale. Cosa ti ha spinto a tale decisione? Da dove proviene la tua ispirazione? Da episodi vissuti in prima persona o episodi vissuti da altri?

Perché no? Se sto per cantare qualcosa, preferisco essere prima informato riguardo l’argomento che vado a trattare. Non mi piace cantare canzoni che parlano di cose in cui non credo fermamente. Ho bisogno di identificarmi nell’argomento che andrò ad affrontare, cantando, in modo tale da poter cantare in maniera piuttosto convincente. La mia ispirazione viene da episodi di vita reale, da come vivo la vita, dall’esperienza e dal modo di pensare a quello che ho vissuto. Sono sempre in movimento, sempre alla ricerca di qualcosa, valuto sempre ogni cosa e cerco di capire dove sono, dove sono stato e qualche volta, ma non sempre, dove potrei essere.

E riguardo gli arrangiamenti e sulla musica? Cosa mi puoi dire a riguardo?

Cosa vorresti sapere? Passo un sacco di tempo facendo sì che la struttura di una canzone abbia un suo senso. Intendo dire, la composizione formale di un lavoro… come è strutturata la canzone, l’intro, i versi, i ritornelli, i vari brigdes, ecc… Per cui passo molto tempo pensando a come sarà la strumentazione… come il pezzo verrà sviluppato e quali strumenti risulteranno in primo piano, in ogni sezione e quali strumenti utilizzerò in secondo piano.

Quanto c’è di autobiografico nei tuoi testi, nella creazione della tua musica, nel lavoro in studio e via discorrendo?

Come già detto precedentemente, i miei testi riflettono episodi che io stesso ho vissuto, la mia esperienza di vita, per cui la risposta è un po’ la stessa. Metto tutto me stesso nella creazione della musica. Lavoro fino a che non capisco che la canzone non mi da quel senso completo musicale. In studio, lavoro molto duramente e molto diligentemente. Lavoro ore e ore nel tentativo di ottenere su disco ciò che sento nella mia testa.

Parliamo di “The Marriage of Heaven and Hell”. È un album che parla di una trilogia, iniziata con questo album e finita con “Invictus”. Qua vi è un ritorno alla sonorità più epic e l’argomento principale si basa sul rapporto tra l’uomo e gli Dei. A cosa è dovuta tale scelta di abbandonare il precedente sound? Perché ti sei concentrato su qualcos’altro? Perché hai deciso questo argomento per questo album?

Stai parlando del sound che avevamo prima nell’album “Life Among The Ruins”? Se è così, quell’album è stato un gran album. È stata una specie di ritorno a ciò che eravamo abituati a fare nei primi periodi. Ha un qualcosa che richiama un po’ di blues, di sonorità alla Led Zeppelin perché era quel tipo di musica con la quale siamo cresciuti, per cui con “Ruins” c’è stato un ritorno alle origini. Non abbiamo mai avuto intenzione di rimanere musicalmente fissi sulla stessa tipologia di musica per troppo tempo… Il nostro approccio si basa su quel tipo di fusione di musica metal magniloquente e musica metal, come lo si può trovare in tracce del calibro di “Noble Savage”, “Angel of Light” o “The Burning Of Rome”, e per gli album “Marriage” volevamo ritornare a quello stile e vedere di sviluppare la musica su altri territori e superare i limiti ancora di più… e credo che tutti noi ce l’abbiamo fatta a realizzare tutto questo.  Per quanto riguarda il titolo e l’argomento, volevo esprimere la duplice natura della vita e mettere a confronto gli opposti e far sì che gli opposti si unissero quasi a formare un terzo ingrediente. Prima di scrivere i testi, sono stato coinvolto in un incidente d’auto… e mentre me ne stavo seduto lì, mi domandavo cosa sarebbe mai potuto accadere… Ho iniziato a pensare alla fragilità umana e alle potenti forze universali e alle furiose Divinità… e credo si possa dire che ho sempre avuto i miei problemi con l’autorità, mi scaglio contro le restrizioni… e tutto questo era il mio modo di “fondere” i miei problemi personali, discutere della spiritualità e ottenere un certo tipo di catarsi su tutto. E con quella trilogia di “Marriage” che si conclude poi nell’album Invictus, ho odiato praticamente tutti e questo probabilmente è la ragione per la quale l’album risulta così… Avevo veramente tanto un accesso di collera per questo album (in inglese David ha usato il termine “foaming at the mouth”, che significa letteralmente “avere la schiuma alla bocca”, ndr).

Maggior parte dei vostri album sono “concept” album. Vi è una idea di base dietro a questa scelta? Cosa hai intenzione di dimostrare o rappresentare con questo?

La mia mente tende a lavorare in questa maniera… Scrivo una canzone e immediatamente penso a una relativa idea… Sarebbe corretto dire che tento di catturare qualsiasi cosa che, nella mia vita, vedo, sento, penso e in cui credo, in modo da metterlo in un album. Voglio rappresentare l’intera storia emozionale del mondo in musica, nei suoni… Desidero condividere le mie idee riguardo la vita e, fiduciosamente, cerco di aprire la mente delle persone riguardo a cose che potrebbero non avere pensato, o potrebbero avere perso, ecc…  Questo è quello che altri artisti hanno sempre fatto per me, per cui cerco di tramandare la stessa sensazione a tutti.

Recentemente, siete stati in tour in Europa. Quale è la più bella cosa che si può trovare quando si è in tour?

Le persone. Incontrarle sul palco o dietro le quinte e condividere con loro un’esperienza.

Cosa pensi del rapporto con i fan?

Penso che i Virgin Steele abbiano un rapporto molto, molto forte con i propri fan…  ci siamo sempre resi disponibili per loro… buttati nella mischia e abbiamo sempre avuto conversazioni con loro faccia a faccia… Viviamo di e per questo.

C’è qualche canzone in particolare che ti piace suonare/cantare di più quando sei in tour? Ho letto che, in occasione di show speciali, ti piace eseguire una performance chiamata “Stravaganza di tre ore” (“Three hours extravaganza”, ndr). Cosa ci puoi dire riguardo a questa esibizione speciale?

Negli ultimi tempi, mi piace molto eseguire sul palcoscenico canzoni come “By The Hammer Of Zeus” e anche “Dust From The Burning”… Sì, abbiamo fatto alcuni show veramente lunghi, dove abbiamo quasi raggiunto le tre ore o poco più di performance, suonando maggior parte dei nostri brani e alcuni pezzi  acustici… Questo è qualcosa che veramente ci piace fare quando ne abbiamo l’occasione, poiché più tempo suoniamo, migliore sarà la nostra performance. È come vedere un corridore correre… se tutto procede bene, perché fermarsi? Al festival in cui abbiamo suonato a Bologna (Steelfest 2011, ndr), lo staff voleva farci smettere perché vi era una sorta di coprifuoco, quindi ho chiesto al pubblico “Questi ragazzi vogliono farci smettere, ma voi non volete andare a casa, non è così?” e tutti hanno risposto “no!”, per cui abbiamo continuato oltre il coprifuoco. È stato eccezionale!

Intraprenderete un nuovo tour in un futuro non troppo lontano?

Sì, sicuramente, non appena sarà possibile.

Mi sono sempre chiesta qualcosa riguardo un ipotetico live dvd. Cosa ne pensi? Io credo che sarebbe una buona cosa per tutti i fan dei Virgin Steele avere almeno un live dvd nella propria collezione…

Lo faremo. Realizzeremo un documentario e un concerto live da mettere su DVD. Ho un sacco di materiale preso e filmato nelle svariate “fasi/epoche” della band…

Ok, grazie mille per l’intensa chiacchierata, David. C’è qualcosa che vorresti dire ai fan dei Virgin Steele e ai lettori di HeavyWorlds?

Vorrei solamente dire: Saluti e grazie mille per la vostra fiducia e il vostro fantastico supporto… ci vedremo molto presto…  BY THE HAMMER OF ZEUS…(And The Wrecking Ball Of Thor)…. Statemi bene e rimanete… Invictus!