Autori nel 2009 di un disco strepitoso come “Apostles Of Inexpression”, i Vomit The Soul sono uno dei nomi di punta nella scena brutal della penisola, e non solo, rivaleggiando con chiunque sul piano della pura bestialità e dell’estremo spinto ai massimi livelli. Due chiacchere con questi moderni profeti della violenza messa in note non potevamo farcele sfuggire.
Chi sono gli “Apostoli dell’Inespressione” di cui si
parla nel titolo?
Quegli apostoli rappresentano l’uomo moderno che,
esaurendo le proprie energie in corsa verso l’egoismo,
rimane senza risorse per esprimersi. I tre soggetti presenti
sulla copertina del disco rappresentano metaforicamente
questo concetto: sono bendati con fasce che tolgono la
possibilità di esprimersi, di raccontare ciò che gli
occhi che hanno visto.
So che nelle vostre canzoni non ci sono dei testi veri e
propri. Come mai? Più in generale, che importanza possono
avere i testi in un genere come il brutal dove è
praticamente impossibile capire cosa viene cantato?
Ci siamo accorti che volevamo usare la voce come uno
strumento e che per farlo il testo doveva essere tolto…
Parlo del primo album “Portraits…”, in cui nelle prime
songs composte avevamo i testi e ci siamo trovati di fronte
a questo bivio. Sinceramente ai tempi è stata una
liberazione, inoltre in quel periodo oltre ai soliti banali
testi brutali e gore (con tutto il rispetto per chi li
scrive ovviamente) non avremmo avuto altro a livello di
liriche da tirare fuori. Con “Apostles…” abbiamo
tirato fuori un concept interessante, quindi se evolviamo in
questa direzione non escludo il ritorno di un testo vero e
proprio nei Vomit The Soul.
Che è il principale compositore del gruppo? Avete spesso
idee differenti su come dovrebbe suonare un pezzo o
viaggiate tutti più o meno sulla stessa lunghezza
d’onda?
Max (cantante/chitarrista della band, n.d.r.) è il fautore di tutti i riff dei Vomit The Soul, e
quello che tira fuori ci piace parecchio da subito… Poi,
per quanto riguarda l’arrangiamento della canzone, ci
pensiamo man mano che la suoniamo tutti insieme.
Nell’ascolto dell’album ho apprezzato in egual misura
la grande ricchezza di particolari di ogni song e, allo
stesso tempo, la loro estrema forza d’urto, la loro
capacità di essere dirette e facilmente assimilabili. Vi
ritenete più una band che punta sull’essenzialità e il
puro impatto o un gruppo tecnico, che ricerca la
complessità e cerca di scrivere sempre canzoni molto
elaborate?
L’impatto! Assolutamente… ci sono centinaia di gruppi
molto più tecnici e che muoiono dalla voglia di sentirselo
dire:) Certo, poi le nostre canzoni sono anche tecnicamente
ad un buon livello, ma non mi sento di mettermi in
competizione per tecnica con altre bands.
Ho trovato molto interessanti le parti di basso: spesso,
queste viaggiano su binari differenti da chitarra e
batteria, danno quasi una sensazione di straniamento, quasi
uno sguardo differente della carneficina che state suonando.
E’ stata una scelta precisa o le linee di basso sono
venute così senza alcuna pianificazione particolare?
A dire il vero le parti di basso si muovono su qualcosa di
leggermente diverso rispetto alle parti di chitarra. Il
grosso del lavoro che senti a livello di basso è dato dal
suono: gira su frequenze diverse rispetto al resto degli
strumenti, riuscendo a dare botta e dinamica allo stesso
tempo, restando al di sopra del mixaggio generale. Questo
tipo di scelte sono state prese in studio man mano che le
registrazioni procedevano, quindi possiamo dire che non ci sia stato niente di
troppo calcolato.

La performance vocale di Max è a dir poco terrificante:
c’è bisogno di qualche effetto particolare o qualche
trucco in fase di registrazione per suonare così inumani o
è tutto frutto delle sue macabre capacità vocali?
Tutto naturale:)
La copertina è spettacolare, qual è il suo concept?
Avevate altre idee in testa per l’immagine di copertina,
oltre a quella che avete poi effettivamente utilizzato?
Anche noi siamo molto soddisfatti del risultato della
copertina, Marco Hasmann ha fatto un ottimo lavoro. Abbiamo
dato le nostre idee a Marco e ha creato la copertina
partendo da un nostro concept ed arricchendo il progetto con
idee sue. Volevamo tre soggetti che stessero a rappresentare
degli uomini incapaci di esprimersi, rappresentati in
un’ambientazione assolutamente primitiva che li
riavvicinasse alla vera natura dell’uomo, che nonostante
si definisca moderno, rimane ancorato ai veri istinti
primordiali.
Vi ho sentito paragonare a Devourment, Skinless, Dying
Foetus, in generale al brutal di ultima generazione più
massacrante e diretto. Secondo voi qual è la band che
più si avvicina al vostro sound?
Penso che siamo un mix dei gruppi da te citati… anche se
credo che i Dying Fetus restano quelli a cui ci avviciniamo
di più.
Mi è capitato di recente una cosa strana: dopo aver
ascoltato “Apostles Of Inexpression”, ho messo su
“Annihilation Of The Wicked” dei Nile, e mi è sembrato
quasi leggero a confronto del vostro cd. Ci sono rimasto e
in testa mi è subito girata la domanda: fin dove ci si
può spingere in estremismo? Cosa ci si può ancora
inventare, forse l’anno prossimo ci sarà chi suonerà
ancora più brutale di gente come voi o i Dying Foetus?
Se vivi da anni nell’underground sai che esistono sempre
gruppi più estremi, la ricerca della band più estrema in
assoluto non ha molto senso (anche se è quello che a noi
appassionati capita di fare) perché probabilmente è una
cosa soggettiva. Potrei parlare di gruppi che secondo me
sono la cosa più estrema sulla terra, ma invece per altri
possono risultare solo noiosi.
.
Come sono andate le date dal vivo nel Regno Unito?
Com’è la scena brutal death da quelle parti?
Il tour in Inghilterra in generale per noi è stato
positivo! Non avevamo mai suonato oltremanica, e non avevamo
mai suonato quattro live uno di seguito all’altro. Riguardo
l’affluenza, non è stata molto differente dall’Italia,
l’organizzatore si aspettava più. Ma il pubblico, a
differenza delle date italiane, è stato molto presente,
l’ultima data a Manchester la gente ha invaso il palco per le
ultime 2 canzoni e ha sollevato Max mentre suonava la
chitarra!
Come procede l’attività della Permeated Records?
Soddisfatto dei dischi che avete fatto uscire?
Da poco abbiamo dato alle stampe Embryonic Depravity e
Septycal Gorge (entrambi in tour con i Vomit The Soul a
Dicembre), devo dire 2 uscite eccellenti! Per il 2010
abbiamo in programma al momento l’uscita degli spagnoli Gory
Delivery, gruppo veramente devastante e brutale, se avete
voglia di ascoltare il loro promo ecco il link della loro
pagina myspace www.myspace.com/gorydelivery .
Dove vi potremo vedere all’opera dal vivo l’anno
prossimo?
Allora, suoneremo al Tattoo Deathfest 2010 il 15 maggio a
Milano (info
www.myspace.com/tattoodeathfest ), inoltre
parteciperemo al Death Feast Open Air in Germania il
10-11-12 Giugno 2010 con band da strapparsi i capelli,
Suffocation, Dying Fetus, Disavowed, Necrophagist, Sinister
e una valanga di altri! (info www.deathfeast.de ). Infine
abbiamo un festival in Svizzera a Settembre che stanno
organizzando in gran segreto e un’altra data in Germania ad
Ottobre. Se volete tenervi informati su tutte le nostre
attività il nostro sito/myspace è
www.myspace.com/vomitthesoulbrutal