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EUROPEAN JOURNEY 2014: THRESHOLD + OVERTURES + THE SILENT WEDDING

Il seguente Tour Report è stato editato e reso “impersonale” attraverso articoli del tour, live report vari e impressioni degli addetti ai lavori. 

Days 0 – 28-29-30/10/2014

Sebbene la prima data del ‘For the Journey’ European tour sia fissata per il 31 ottobre, il viaggio vero e proprio per gli
Overtures inizia 3 giorni prima, ossia Martedì 28. Una questione che spesso non viene presa in considerazione da chi è
esterno ai meccanismi logistici di una tournè, o che viene semplicemente liquidata con una “ma chissà come fanno?”, è il
meccanismo con il quale l’intera backline di una band viene portata al tourbus.
Le soluzioni sono diverse, così come i conseguenti costi…e la tutela del materiale: dalla spedizione di drumkit, amplifcatori,
strumenti, merchandise e borse alla prima venue (soluzione forse più economica, ma con molte incognite), al noleggio di
un furgone per raggiungere la venue o un punto d’incontro con il mezzo (meno economico ma con più garanzie sul
trattamente del materiale), al viaggio aereo con tutto il necessario (sicuramente la scelta meno economica…e neanche
troppo sicura considerando come vengono trattati i bagagli).
La scelta degli Overtures per questo tour, come per i precedenti in realtà, è stata quella di noleggiare un furgone per
raggiungere la ditta di noleggio del tourbus (7 ore di viaggio): la partenza è stata programmata il 28 perché il mezzo dovrà
recarsi in Inghilterra a prendere i Threshold e, ovviamente, il loro materiale, dovendo quindi attraversare praticamente tutta
la Germania, il Belgio, un lembo di Francia, attraversare lo stretto della manica in traghetto, tornare indietro e solo allora
indirizzarsi verso Vossellar (Belgio), location della prima data effettiva.
L’operazione si distende in 3 giornate: il 28, 29 e 30. Martedì 28 la band ha raggiunto il tourbus, con l’ausilio di Andrea
Csaszar
e Gabriele Gustin, autisti del van noleggiato nel viaggio di andata e di ritorno alla base del mezzo.
Mercoledì 29, dopo una prima nottata passata nei posti letto all’interno del bus, inizia il viaggio lungo le autostrade
tedesche. E’ solo in tarda serata, dopo quasi 10 ore di viaggio e soste obbligate (gli autisti di Nightliner hanno un limite di ore
di guida consecutive) l’arrivo a Calais: cittadina francese che si affaccia alla Manica: qui, onde evitare 200€ di biglietto per
il traghetto a testa, gli Overtures hanno preferito (ovviamente) soggiornare per una giornata in un albergo. Nel frattempo la
“casa mobile” ha proseguito il suo percorso in direzione Inghilterra, per recuperare gli headliners.
Giovedì 30 diventa così una giornata di turismo che ha trovato il suo apice in un momento di ilarità: in Francia hanno uno
segnale di pericolo che per quanto voglia avvisare del rischio di cadere, vista l’immagine, non è stato possibile fare a meno
di associarlo ad un “attenzione, qui piove gente dal cielo”.
Nella notte tra Giovedì 30 e Venerdì 31 il tourbus è di rientro dal Regno Unito, e come da programma, c’è il primo incontro
tra i Threshold e i loro supporters: incontro che malgrado il poco romanticismo del tutto, si basa su un darsi una buonanotte
e rimandare l’approfondimento della conoscenza al giorno successivo. Con quasi un mese di convivenza e un concerto a
neanche 24 ore di distanza, le due di notte non sono sembrate a nessuno un buon orario per far partire una conversazione
potenzialmente lunghissima.


Day 1 – 31/10/2014, VENERDI’ – Biebob Club, Vosselaar (BE)

E’ quindi nella mattinata del 31 che inizia la vera e propria “vita da tour”. Le due band si svegliano già sulla location:
Vosselaar, Belgio – Biebob Club. Il locale ha un bellissimo palco e una capienza di circa 300 persone. I Threshold si
dimostrano fin da subito delle persone umili, alla mano e con un’eleganza in pieno stile “british”.
Il programma di giorno in giorno non cambierà se non con qualche rara eccezione: l’arrivo ai locali avviene sempre in
nottata (mentre la crew dorme, il driver guida), con conseguente risveglio già sul posto. La mattinata è libera da impegni,
tra le 12 e le 14 l’ingresso nei club ed il pranzo, dalle 14 alle 18 il set-up dei palchi ed i soundcheck (in ordine contrario alle
esibizioni). Dalle 19 l’apertura delle porte, dalle 20.00/20.30 i concerti…ed è già dal primo soundcheck che i Threshold
mostrano professionalità, esperienza e sopratutto una qualità tecnica/emotiva fuori dal comune. Quando una band
“funziona” bastano poche note per rendersene conto: dai suoni alla precisione esecutiva, dalla spigliatezza alla cura dei
dettagli, dai movimenti all’atmosfera d’insieme: agli inglesi non manca nulla, anzi, c’è un eccellenza globale che lascia a
bocca aperta: i quasi 30 anni di esperienza si vedono e si sentono. La qualità dei musicisti è altissima con un Damian Wilson
che fin dalle prime note spicca su tutti: intonatissimo, potente, agile, dinamico e vario. “For the Journey” è un disco che può
piacere o meno dal punto di vista del gusto, ma nulla si può criticare dal punto di vista delle esecuzioni: basta un
soundcheck per comprendere che il rispetto esecutivo dei brani, non solo i nuovi, sarà altissimo.
Sono le 19.30, quando i The Silent Wedding, band Greca che sta portando in Europa il suo debut album “Livin’
Experiments” , salgono sul palco del Biebob Club di fronte ad un pubblico non ancora numeroso. Anche in questo caso, la
band è fedele alle esecuzioni studio: non ci sono sbavature nelle esecuzioni, c’è invece un po’ di staticità su un palco che, a
causa delle due batterie montate (Johanne James è mancino e la soluzione più rapida per agevolare i cambi palco e
rispettare i soundcheck dei Threshold è stata quella di utilizzare due drumset: quello personale degli inglesi esclusivamente
per loro, il drumset degli Overtures in condivisione con i The Silent Wedding) è decisamente ridotto e non lascia quindi
troppo spazio al movimento. Il pubblico presente in ogni caso si scalda e cresce a vista d’occhio. Quando alle 20.30 inizia
l’esibizione degli Overtures il club è mezzo pieno e alle 21.30, in concomitanza con l’inizio della setlist dei Threshold il Biebob è
praticamente pieno: un’inizio-tour che non poteva essere migliore. Pubblico attivo e carico con tutte e due le band, setlist
che vanno a pescare il meglio dei due album in promozione (Entering the Maze per gli italiani, For the Journey per gli inglesi)
e le immancabili hit dei precedenti lavori, esecuzioni massicce e precise da parte di tutte le band. L’ European Journey è
uno spettacolo che non può deludere gli amanti del metal melodico, sia esso catalogato sotto l’etichetta “progressive”,
“power” o semplicemente “heavy”.


Day 2 – 01/11/2014, SABATO – Markthalle, Hamburg (DE)

Il primo Sabato di tour casca ad Amburgo, al Markthalle. La venue è ottima sia dal punto di vista strutturale, un capannone
larghissimo con 4 piani e ben due sale concerto interne, una di queste (proprio quella dove saliranno sul palco i nostri) con
una capienza di circa 1000 persone, sia dal punto vista acustico.
Alle 20.00 si esibiscono i The Silent Wedding, alle 20.45 gli Overtures, alle 21.45 i Threshold. I tedeschi, si sa, sono amanti del
metallo, sono calorosi e partecipativi di base: tuttavia il pubblico di Amburgo è capace di superare le righe. Già con la
band Greca non mancano partecipazione, applausi e voglia di divertirsi. Tutte e tre le band, trascinate dall’entusiasmo,
sfoggiano performance di livello. Per Overtures e Threshold c’è anche richiesta e tempo per un bis: le due esibizioni si
concedono qualche minuto in più allungando le setlist rispetto al previsto. Gli Overtures pescano così da Rebirth, i Threshold
da March of Progress, con un Damian Wilson che si concede anche una discesa tra la folla dopo l’ultimo brano, non
deludendo un’audience calda, entusiasta e capace di abbondare anche nelle quantità: il Markthalle non è sicuramente
andato in sold-out, ma è ben più di metà locale ad essere riempita da fan di età svariate – dai più giovani ai fan più datati –
altra caratteristica che si rivelerà comune in tutte le date.


Day 3 – 02/11/2014, DOMENICA – Tivoli, Bremen (DE)

Arriva anche la prima Domenica dell’European Journey. La data si tiene a Bremen, al Tivoli, locale che è in realtà doppio e
con un doppio ingresso: un entrata porta al palco del Tivoli, l’altra a quella dell’Aladin, una sorta di secondo stage in una
sala che dà sul fianco destro della principale, nemmeno troppo più piccola né in termini di capienza, né di dimensione del
palco, né tant meno di strumentazione. Tivoli e Aladin sembrano essere nati come teatri d’opera: l’atmosfera che si respira è
quella delle sale di Broadway, con due lampadari eleganti e decisamente vistosi a fare da sovrani ad una sala altissima in
marmo (se la serata fosse andata male, i presenti avrebbero sofferto un’acustica agghiacciante) dotata di un palco
decisamente più alto della norma ed un impianto audio di altissima qualità. Un dettaglio per i più curiosi: lo splendido
backstage è decisamente distante dal palco, basti pensare che per raggiungerlo si passa per una rampa di scale, una hall
con cucine e giardinetto, un deposito di grandi dimensioni carico di scenografie, luci e strumentazione di backup o
inutilizzata, ed un ulteriore stanzino a lato palco. Ancora una volta il format non cambia: alle 15 iniziano i soundcheck che si
protraggono un po’ più a lungo a causa del marmo della sala, ma il risultato finale è sopra a qualsiasi aspettativa…senza
contare che la sala già delle 19 inizia a riempirsi. Una differenza rispetto alle altre serate tuttavia c’è: è domenica, si entra
quindi nella settimana lavorativa, cosa che comporta un piccolo assestamento alle scalette, che perdono un brano per
band e qualche minuto di comodità nei cambi palco, per guadagnare una mezz’oretta globale sulla tabella di marcia.
Sono le 19.30 quando i The Silent Wedding salgono sul palco con la loro mezz’ora di setlist, le 20.10 per i 40 minuti degli
Overtures, le 21.00 per le prime note dei Threshold che scendono così dal palco alle 22.30. Tutto secondo i piani. Diverse
sono le splendide conferme che arrivano dalla terza giornata:

– Entrambe le band d’apertura, grazie a delle performance di rilievo, vengono apprezzate e supportate con calore
dal pubblico degli inglesi, che si presenta in ogni caso ben prima dell’orario di partenza dei loro beniamini,
voglioso di ascoltare qualcosa di nuovo.

– Tutte e tre le band stanno entrando nel meccanismo “tournè”, migliorando di giorno in giorno l’impatto e la qualità
generale della propria performance;

– In barba alla crisi (da un lato), il pubblico dei Threshold c’è e si fa sentire. Anche di Domenica sera il numero dei
paganti raggiunge almeno i 200-300 spettatori, dando uno splendido colpo d’occhio alla sala del Tivoli;

– L’età media dei partecipanti è davvero varia;

– Tutti gli orari, sia grazie a un ottima gestione delle tabelle di marcia da parte di David e Toby, rispettivamente Tour
Manager e Stage Manager, sia grazie all’umanità e precisione delle band, vengono rispettati ottimamente;

– I Threshold, giorno dopo giorno, dimostrano di venire davvero da un altro pianeta.


Day 4 – 03/11/2014, LUNEDI – Roxy, Flensburg (DE)

Il lunedì non è certo il giorno più indicato per una data live: la settimana è appena ripresa, i vari impegni lavorativi
riprendono e la sera, con la testa da tutt’altra parte, difficilmente ci si sposta per andare ad un concerto, se non di nomi
non grossi, ma immensi (AC/DC, Metallica, Iron Maiden, Aerosmith etc. etc.).
Intelligentemente Rock the Nation, agenzia organizzatrice principale del tour dei Threshold che ha invece visto gli Overtures
entrare nel meccanismo grazie a Truck Me Hard, ha piazzato la data del 3 Novembre a Flensburg, praticamente sul confine
con la Danimarca, nel club Roxy, un locale di dimensioni decisamente più contenute rispetto a tutti gli altri. Scelta che, a
posteriori, si rivela ottima: i numeri della serata sono decisamente inferiori rispetto alle precedenti, ma l’atmosfera che si
respira è comunque ottima, poiché il rapporto tra il numero di ingressi e le dimensioni della venue sono assolutamente
azzeccate. Il pubblico assiste con attenzione allo spettacolo dei The Silent Wedding, applaudendo e supportando la band
greca, forse un po’ statica sul palco, complice un po’ di stanchezza dettata dai ritmi decisamente più lenti della giornata
dovuti ad uno scheduling di due ore avanti rispetto allo standard. La situazione si scioglie gradualmente con gli Overtures,
che partono di fronte ad osservatori asserti, per ritrovarsi sulle note di Fly, Angel con un pubblico attivo e interessato.
Quando poi sul palco salgono gli headliner, l’opera è compiuta e tutti i presenti, dalle prime alle ultime file, sono attivi e
partecipativi, tanto che l’ulro “Zugabe” (bis) a fine concerto si fa sentire per almeno un minuto, prima dell’aspettato rientro
dal backstage dei Threshold. Lunedì 3 Novembre poi regala una sorprendente sorpresa, la classica situazione che si chiude
con la domanda: “come è possibile?”. Di fronte a un pubblico decisamente meno numeroso, le percentuali di vendita sono
nettamente superiori, in proporzione, rispetto alle giornate precedenti e, per entrambi i supporters, addirittura superiori in
senso assoluto alla precedente giornata.


Day 5 – 04/11/2014, MARTEDI – K17, Berlin (DE)

Berlino è una città con un fascino tutto suo: è industriale, fredda, ma porta con sé un background storico che non è
trascurabile e si respira nell’aria in ogni istante. Dall’architettura ai graffiti sui muri, dai colori alle forme: Berlino è Berlino. Il K17
è distante dal centro storico, ma comunque in una zona piuttosto centrale e sono circa le 16 quando inizia il load-in della
strumentazione – più tardi dello standard, per scelta dei gestori del club. Conseguenza dell’ingresso posticipato è un
soundcheck necessariamente più corto per tutte le band, ridotto addirittura a soli 20 minuti per Overtures e 15 per The Silent
Wedding: tempi un po’ ristretti se si considera il fatto che va creato da zero il sound della seconda batteria (per tutto il tour,
anche a causa del fatto che Joanne James è mancino, i Threshold utilizzano un set, Overtures e TSW un secondo).
Fortunatamente dietro al banco mixer del locale tedesco c’è un fonico più che competente, tra l’altro Italiano – Alessandro
– , che malgrado i tempi brevissimi riesce a creare una situazione sonora di tutto rispetto: senza dubbio la migliore fino a qui.
Sono le 19 quando le porte del K17 si aprono al pubblico, e passa davvero poco tempo prima di rendersi conto che la data
rasenta di poco il sold-out. Il locale è davvero colmo, il pubblico voglioso di musica e con grandissimo supporto applaude,
batte le mani a tempo e urla con entusiasmo non solo durante la splendida esibizione dei Threshold, ma anche durante le
performance dei due opener. E’ la quarta data di fila in Germania, ma il pubblico dei Threshold sembra non finire mai e
continua a supportare, non solo con una forte carica emotiva durante i live, ma anche assaltando il banco del
merchandise a fine concerto non soltanto gli Inglesi, ma anche i due supporters che giorno dopo giorno non possono che
essere soddisfatti e gratificati dalla risposta dei presenti.


Day 6 – 05/11/2014, MERCOLEDI – Day Off

Arriva dopo una striscia di cinque date la prima pausa per le tre band. Il day off che in un primo programma doveva
permettere ai musicisti e alla crew di visitare Berlino, è forzatamente spostato a Marktredwitz, presso la sede la sede della
Happy Day Hanke, ossia la compagnia che noleggia il tourbus per il For the Journey European Tour: si è infatti bucata una
gomma del mezzo, e va inevitabilmente cambiata. 24 potenziali ore di turismo diventano così 24 ore di relax e riposo, tra email,
tornei di poker, qualche telefilm e molta calma. Poco male: la “crew” tra una conversazione e l’altra fa gruppo e
l’affiatamento generale sale.

Day 7 – 06/11/2014, GIOVEDI – Colos Saal, Aschaffenburg (DE)

La tournè riparte con i live dal Colos Saal di Aschaffenburg, cittadina non troppo distante da Francoforte che, oltre ad
essere molto piacevole da visitare, si rivela anche uno dei momenti di punta dell’intera tournè. I Threshold avevano già
anticipato, tra un discorso e l’altro, che Aschaffenburg per loro, dal punto di vista musicale, è quasi un “giocare in casa”.
Damian Wilson ha diverse foto in cui proprio al Colos Saal si diverte lanciandosi tra la folla per un vero e proprio stage diving
durante date precedenti degli inglesi, e se già le prevendite erano state oltre 300, alle 20.30, quando i greci salgono sul
palco, il locale è praticamente pieno. Il sold-out arriva durante l’esibizione degli Overtures che hanno così la possibilità di
esibirsi di fronte ad un club riempito fino all’ultimo. Dopo addirittura 50 minuti di set, grazie ad un cambio palco fulmineo e
l’assenza di un limite orario per la serata, tocca ai Threshold godersi il proprio pubblico in una delle sue forme migliori. E’ il
tripudio sotto qualsiasi punto di vista: da un sound davvero ottimo (per tutte le band, tra l’altro) ad un esecuzione
impeccabile, ma sopratutto con una carica emotiva stupenda, considerando il mare di metalheads di fronte allo stage,
quella del Colos Saal è senza dubbio una delle date di punta del tour, come confermano tra l’altro anche i dati di vendita
del merchandise e le sessioni di autografi e foto richieste non soltanto ai Threshold, ma anche alle support-band.


Day 8 – 07/11/2014, VENERDI – De Bosuil, Weert (NL)

Dopo l’ottima serata passata ad Aschaffenburg si arriva al primo concerto in Olanda, al De Bosuil di Weert, che viene
raggiunto dal tourbus già in mattinata. Lo spettacolo di Weert, così come quello del giorno successivo ad Essen, prevede
l’aggiunta alla line-up di alcuni ospiti. In particolare al De Bosuil a condividere il palco con il trio Overtures, Threshold e The
Silent Wedding saranno niente di meno che i Caravan band che ha fatto la storia del progressive rock inglese! Subito dopo
il soundcheck dei Threshold sono quindi gli ormai ultra sessantenni britannici a salire sullo stage per testare i suoni dei loro
violini, flauti, banjo e strumenti tra i più svariati. Di certo la scelta di line-up da parte dei promoter locali non è stata delle più
azzeccate: le melodie dei Caravan sono decisamente più leggere e composte di quelle delle altre band. La serata tuttavia
fila via liscia e in maniera più che piacevole. Le esibizioni degli openers vengono nuovamente supportate con piacere ed
entusiasmo da un De Bosuil riempito da circa 300 paganti. Il concerto dei Caravan viene seguito con un interesse quasi
religioso, e la loro ora di spettacolo passa veloce per lasciare spazio ai Threshold, precisi, eleganti e puntuali come sempre,
supportati, come tutte le precedenti band, anche da un ottimo sound grazie al magnifico impianto audio messo a
disposizione dal locale. Ennesimo centro degli inglesi ed ennesima occasione sfruttata alla grande dai supporters.

Day 9 – 08/11/2014, SABATO – Turock, Essen (DE)

La data di Essen è una di quelle che, nel contesto dell’European Journey, già dall’inizio si sapeva sarebbe stata tra quelle da
ricordare. Sold-out già dalle prevendite, con l’aggiunta di Tygers of Pan Tang come co-headliners e Ancillotti come opener
della serata, il margine di fallimento per un evento simile era davvero bassissimo. L’importanza dell’evento dal punto di vista
dell’impatto viene confermata anche dalla presenza già all’arrivo del tourbus presso il locale di alcuni bagarini, pronti a
chiedere degli autografi ai Threshold su alcune fotografie destinate alla rivendita. L’occasione inoltre riunisce un bel po’ di
Italia all’estero: Iacopo Meille, voce dei Tygers of Pan Tang, è italianissimo, esattamente come Overtures e Ancillotti, da
notare anche come la conoscenza tra le tigri e i friuliani si era già stabilita durante il Go4Rock Festival dello scorso 19-20
Settembre, per la serie “il mondo è piccolo”. L’unico lato negativo organizzativo è che, trattandosi praticamente di un minifestival,
il soundcheck viene eseguito, per priorità soltanto dai due headliner, portando quindi inevitabilmente ad un piccolo
sacrificio sonoro da parte dei 3 supporters. Gli Ancillotti, arrivati per il rotto della cuffia in tempo a causa di un guasto al loro
van, partono già alle 19.15 di fronte ad un Turock Club già praticamente pieno e delziano con un’esibizione di netto
impatto. Tempi ridotti rispetto alle altre serate per The Silent Wedding (25 minuti soltanto) e Overtures (40 minuti) che non
impediscono tuttavia alle due band di catturare il pubblico del club che partecipa attivamente alla serata. L’entusiasmo è
alle stelle quando sul palco salgono prima i Tygers of Pan Tang, trascinanti, e poi i Threshold, trainati da un Damian Wilson
che per la seconda volta in questa tournè si lancia dal palco sorretto dalla folla. Tutto confermato: serata da ricordare.


Day 10 – 09/11/2014, DOMENICA – Boerderij, Zoetermeer (NL)

Chi ha suonato al Boerderij ne parla sempre come una delle venue più belle ed eleganti d’Europa. Bastano pochi istanti
dentro al locale per rendersi conto che è tutto vero. Dalla conformazione della struttura, nata per essere una sala concerti,
alle facilities (uffici, lavanderia, bar, sala cafè/ristorante, banco merchandise separato, ingresso al palco posteriore con hall
per il carico/scarico, quattro sale di backstage ecc. ecc.) fino al palco (alto, spazioso, e ottimamente disposto) e
all’impianto audio: tutto è davvero studiato nel dettaglio e nulla è fuori posto. Scambiando quattro chiacchiere con la crew
del club, si scopre poi che tranne i gestori del bar, i cuochi e il sound engineer, tutta la crew lavora a titolo totalmente
gratuito. Il Boerderij è un locale che nasce da musicisti per musicisti, riceve fondi statali per il mantenimento della struttura e
dà crediti formativi universitari agli studenti di facoltà vicine al settore musicale che ci lavorano(gratuitamente).
Dopo due giornate un po’ più frenetiche a causa delle aggiunte alla line-up, tutto in questa domenica piovosa è più
disteso. C’è tempo infatti per quasi due ore di souncheck per i Threhold, 40 minuti per Overtures e The Silent Wedding che
riescono così ad assestare il sound in maniera più che ottimale, ed avere comunque molto tempo prima dell’apertura delle
porte, prevista per le 19.30. Sono le 20.00 quando salgono sul palco i greci, le 20.40 quando inizia lo show degli italiani e le
21.45 quando partono le prime note degli inglesi. L’eleganza del club si riflette sulle performance delle band, che
accompagnate da un suono sopraffino, sfoggiano tre performance pulite, potenti e d’impatto, ma allo stesso tempo
composte ed avvolgenti, frutto anche di un rodaggio ormai terminato (siamo al giro di boa della tournè) e di un pubblico
entusiasta. C’è addirittura chi, per la seconda volta, alza le mani tra la folla, fiero di aver seguito il trio capitanato dai
Threshold in più date dell’European Journey, finendo per sentirsi ringraziato pubblicamente. Per gli amanti delle statistiche:
sono circa 350 i partecipanti alla serata a Zoeteermeer, che segna anche il sold-out delle copie di For the Journey in
digipack ed in vinile, ed ottimi dati di vendita per le due band di apertura.


Day 11 – 10/11/2014, LUNEDI – Day Off

Nella notte tra Domenica e Lunedì il tourbus si sposta a Ludwisburg, dove l’indomani, presso il Rock Fabrik, si terrà la decima
data. L’atmosfera dal punto di vista umano è davvero notevole: nel tourbus membri delle tre band e della crew giocano a
poker, scambiano idee e si divertono: ormai il gruppo è diventato team ed il supporto reciproco si vede anche nei load-in e
load-out dove tutte e tre le band si aiutano vicendevolmente nel trasporto della strumentazione. Per quanto possa
sembrare scontato, la piacevole sensazione che si respira nella crew, non è uno standard. Il day off passa veloce, per
ritrovarsi con gli strumenti in mano, pronti per una serie di 8 date consecutive.


Day 12 – 11/11/2014, MARTEDI – Rock Fabrik, Ludwigsburg (DE)

Quella del Rock Fabrik è piccola grande sorpresa: per la prima volta nell’European Journey si suona in un club di dimensioni
decisamente più contenute. Il palco è piccolo e le due batterie ci stanno davvero strette, limitando le possibilità di
movimento, sopratutto per le due support bands. L’atmosfera che si respira nel club tuttavia è intima ma fantastica,
l’acustica dell’ambiente già dai soundcheck fa presupporre un sound di tutto rispetto e, a completare l’opera, si registra il
sold-out al botteghino. Sono circa 250 i partecipanti che bastano e avanzano per riempire totalmente il locale. L’impatto di
tutte e tre le band raggiunge un livello notevole: il giorno di riposo ha senza dubbio giovato all’energia delle formazioni e il
pubblico lo sente. Grande entusiasmo per i The Silent Wedding, gran presa per gli Overtures che, a fine set, oltre agli
applausi guadagnano il grido “Zugabe”, bis, che per motivi di tempo non può però essere concesso, ma sono poi
addirittura tre i bis che vengono concessi ai Threshold autori dell’ennesima prestazione maiuscola.

Day 13 – 12/11/2014, MERCOLEDI – Covent Garden Studios, Eràgny (FR)
 

Eràgny è una piccola cittadina della Francia a pochi chilometri a nord ovest di Parigi. I Covent Garden Studios sono il primo
club di dimensioni davvero modeste ad ospitare l’European Journey. Il palco è davvero piccolo e con le due batterie on
stage le band sono costrette a gestire lo spazio al meglio. L’impressione tra le altre cose, è quella di un locale un po’
“buttato lì”, gestito da una crew giovanissima (20-22 anni la media) con strumentazione in parte di alto livello, in parte
abbozzata: basti pensare che il P.A. è costituito da due satelliti di ottima qualità, e 2 subwoofer autocostruiti…
Malgrado tutto, grazie ad un ottimo lavoro del sound-engineer dei Threshold, il risultato finale è più che gradevole, e come
da routine, alle 19.30 le porte si aprono. Eràgny sarà sicuramente ricordata come la data con minor affluenza di tutto il tour:
si parla di un ottantina di paganti, che comunque accolgono tutte e tre le band con gran calore e supporto, trasformando
una serata enigmatica in un bel ricordo, intimo di certo, ma sicuramente piacevole.


Day 14 – 13/11/2014, GIOVEDI – Musikbunker, Aachen (DE)


Musikbunker
: ossia un club ricavato da un bunker militare risalente alla seconda guerra mondiale. Quello di Aachen,
Aquisgrana, la città dove nacque Carlo Magno, ha tra l’altro un’importanza storica: Heinrich Himler stesso fece
un’importante discorso alle truppe naziste nel 1944 proprio dentro alla struttura che oggi ospita concerti di un certo livello.
Poche settimane dopo la Germania fu sconfita e il Musikbunker fu conquistato dai soldati americani. La “venue” è quindi
una fredda struttura in pietra, con mura esterne spesse quasi 3 metri e mura interne in cemento armato di quasi due metri
l’uno. Una struttura paradossalmente ottima dal punto di vista dell’assorbimento sonoro esterno. Dopo la guerra, a causa dei
bombardamenti, il Musikbunker divenne “rifugio” per moltissimi tedeschi, tanto che alcuni ultra settantenni ancora oggi
chiedono ai proprietari se possono entrarvi nei pomeriggi, perché quella per anni, per loro fu “casa”. Oggi il bunker è stato
riciclato ottimamente: da struttura di distruzione è diventato struttura di creazione artistica. I piani superori sono tutti delle
sale prove, lo stanzone sotterraneo ospita lo stage del locale, e le stanze attorno ad esso sono backstage e depositi.
L’aria che si respira ovviamente non è delle migliori: la struttura è fredda, polverosa, tetra…da un lato adattissima ad una
serata di heavy-metal, dall’altro un po’ troppo cupa forse per il sound ed il pubblico dei Threshold. Al di là delle questioni
estetiche, la routine dell’European Journey ormai offre un livello notevole. Siamo giunti alla dodicesima data del tour, la
terza di fila dall’ultimo day-off in una striscia di otto date consecutive che terminerà prima dello sbarco nel regno-unito. Le
voci di Marios Karanastasis (The Silent Wedding), Michele Guaitoli (Overtures) e Damian Wilson (Threshold) non hanno
cedimenti e trainano da ottime locomotive i treni che li seguono a ruota. Le performance di sera in sera si perfezionano e
ad Aachen, sia durante il concerto degli Overtures che dei Threshold due fan, con qualche bicchiere di troppo in colpo, si
lanciano on stage per congratularsi con le due band. L’unica pecca: i tempi si dilatano un po’ troppo a causa di alcuni
piccoli problemi tecnici della venue stessa: i greci sono costretti infatti a terminare il proprio soundcheck in concomitanza
con l’apertura delle porte e la band headliner, a causa dei vari ritardi, è costretta a tagliare un brano dalla scaletta, non
potendo concedere i tre bis che da qualche data erano ormai diventati parte integrante della setlist.


Day 15 – 14/11/2014, VENERDI – Hypothalamus, Rheine (DE)

Tra i tanti lati nascosti di una tourné uno di quelli che fa la differenza e che può davvero cambiare una giornata -più di
quanto si possa immaginare- nello spirito del musicista, è tutto quello che ruota attorno all’accoglienza ed al backstage.
Dalla qualità del catering all’igiene del club e delle facilities, dall’ordine del palco alle dimensioni degli spazi in cui un team
in questo caso di 19 persone deve convivere. L’Hypotalamus di Rheine si rivela uno di quei locali che, sotto questo aspetto,
merita un 10 e lode, facendo sentire tutte e tre le band quasi tra le mura di casa. Il backstage ha le dimensioni di un
appartamentino, con bagni splendenti, due docce, una cucina fornitissima e pulitissima, un servizio di catering
spettacolare, la strumentazione sul palco è di ottima qualità, la venue è elegante e curata, la crew più che disponibile,
colazione, pranzo e cena sono da albergo a 5 stelle. E la musica? Il collegamento che non deve mancare è il passaggio tra
lo stare bene umanamente e lo stare bene on stage. Quando dopo ormai più di due settimane si rimane chiusi in un loculo
dentro ad un tourbus, trovandosi il più delle volte in condizioni igieniche non esattamente al top, mangiando spesso e
volentieri “quel che capita” tranne in alcuni rari casi…ritrovarsi finalmente in un ambiente rilassante aiuta davvero tantissimo
a rivitalizzarsi. Nel contesto tutto questo può risultare molto poco rock’n’roll, ma quando poi si sale sul palco, dopo un
soundcheck rilassato, in condizioni splendide, la prestazione “ufficiale” non può che essere sopra le righe: non a caso è
proprio all’ Hypotalamus che tutte e tre le band toccano uno dei picchi massimi esecutivi dell’intera tournè, di fronte ad un
pubblico entusiasta, che fa registrare il quarto sold-out dell’European Journey. Un altro centro per i Threshold, che sempre di
più dimostrano che con For the Journey hanno segnato la scena metal del 2014, un altro centro per Overtures e The Silent
Wedding, che da questa esperienza escono sempre più a testa alta.


Day 16 – 15/11/2014, SABATO – Kiff, Aarau (CH)

Il tempo passa e gli show che mancano per chiudere il cerchio sono ormai soltanto sei. Dopo tantissima Germania, dopo
Francia, Belgio ed Olanda, l’European Journey sbarca nella sua unica data in Svizzera. Il Kiff Club, oltre ad un palco davvero
splendido, ampio e con un impianto potente e di qualità, vanta anche alcuni dettagli che regaleranno qualche emozione
in più a chi assisterà alla tappa elvetica del tour: un impianto luci decisamente accattivante, un sistema di macchine del
fumo che permette giochi di luci particolari ed un sipario. Dopo un’altra accoglienza sopra le righe dal punto di vista
backstage/catering/crew, alle 19:30 le porte si aprono ed alle 20:00 i The Silent Wedding salgono sul palco, ancora una
volta di fronte ad un locale che ha registrato il sold-out. Già da qualche giorno il cantante Marios Karanastasis iniziava ad
accusare i sintomi di uno stato pre-influenzale che purtroppo iniziano a farsi sentire leggermente on stage, non tanto nelle
esecuzioni, quanto nell’atteggiamento. Un po’ di stanchezza causata dalla routine impegnativa sia psicologicamente che
fisicamente portano a un leggero calo della prestazione dei greci, capaci di gestire ottimamente la perfromance se pur
tirando leggermente il freno. Dopo un cambio palco rapidissimo, l’intro che gli Overtures utilizzano nelle loro setlist dal vivo
parte a sipario chiuso, che si apre in maniera trionfale sull’attacco della title-track ‘The Maze’, dopo la domanda che dalla
prima data introduce gli Italiani on stage: “Kiff, Arau, are you ready to get lost inside our maze?”. Il quintetto italiano non si
risparmia e guadagna rapidamente il consenso del pubblico svizzero, che risponde, partecipa e sta ai giochi. Ottima
performance per una band che sta senza dubbio tracciando una linea di prestazioni che va verso l’alto.
Poco più di 15 minuti bastano per lanciare on stage i Threshold. Quando il sipario del Kiff si apre c’è un boato da stadio ad
accogliere gli inglesi che dalla opening track ‘Watchover the Moon’ fino a ‘The Box’ con la quale chiudono la propria setlist
sfoggiano una delle loro migliori esibizioni viaggiando su ritmi serrati, suonando con una precisione chirurgica e forti di un
sound lodevole, merito anche dell’ottimo lavoro dietro al mixer. Inevitabile il bis richiesto dal pubblico di Aarau, inevitabile il
rientro on stage dei sei musicisti guidati da un entusiasta Damian Wilson, che dopo gli encore ‘Turned to dust’ e ‘Ashes’ si
lancia tra la folla prima in uno stage diving da rockstar, poi in caldi abbracci a dimostrazione di un’umanità notevole. Ed è
proprio con Damian Wilson tra il pubblico che lo show si conclude, con tutti i Threshold che a fine serata si fanno trovare ai
piedi del palco senza rifiutarsi di chiacchierare, firmare autografi, farsi fotografare o discutere con i presenti.


Day 17 – 16/11/2014, DOMENICA – Colony Club, Brescia (IT)

E’ lodevole l’iniziativa del Colony Club di trasformare in festival la data del tour dei Threshold, aggiungendo nel bill anche i
Lizzy Borden, accompagnati dai Nightglow, loro opener per le date italiane del tour. Lodevole perché l’Italia purtroppo
resta Italia, e se la cultura estera prevede una lunga fila fuori dai locali già alle 19:00 se l’apertura delle porte è alle ore 19.30,
la cultura Italiana prevede purtroppo un atteggiamento di interesse che privilegia gli headliner e non sempre, sopratutto se
si parla di domenica, dà giustizia a livello di numeri all’entità della serata. Lodevole e meritevole di menzione anche la
gestione della situazione da parte della crew del Colony: purtroppo per volontà delle due band headliner di non
condividere i set di batteria con gli opener (Johanne James è mancino, ed è quindi impossibile condividere il set con gli altri
drummer, ma era davvero necessario, in un festival, far montare una terza batteria solo per gli opener?) i tecnici del club si
vedono costretti a dover gestire tre backline differenti, con una voglia e dedizione che spesso sono rari. Compilmenti alla
crew, un po’ meno a chi ha voluto complicare le cose.
Il ‘Colony Fest‘ tuttavia a livello di numeri non fa eccezione: sono circa una cinquantina i presenti quando i The Silent
Wedding si esibiscono, guadagnando dei timidi applausi dovuti forse anche ad una voce non al 100% a causa dei problemi
già menzionati. La cifra cresce fino al centinaio mentre si esibiscono gli Overtures che, vuoi per patriottismo, vuoi per il
riscontro maggiore dell’album ‘Entering the Maze’ ricevono un consenso decisamente più caldo, rispondendo con una
performance degna. Si mantiene la stessa linea quando sul palco salgono i Nightglow: la band, che nasce come tributo ai
Manowar, sta per rilasciare il primo album di inediti sotto Bakerteam Records, e senza dubbio l’esperienza da tributo si fa
sentire nella presenza scenica. Nessuna delle band di apertura, a causa dei ritardi dovuti al set-up del palco causati dalla
non condivisione delle batterie e del backline, aveva potuto eseguire un soundcheck, e purtroppo i Nightglow sono quelli
che a impatto e resa sonora probabilmente ne pagano di più le conseguenze, causa una voce spesso oscurata dalle
chitarre ed una cassa sicuramente di impatto, ma un po’ troppo fuori dal mix. Sicuramente una band da seguire e che ha
decisamente staccato la propria identità dalle radici manowariane, ma da rivedere in condizioni acustiche migliori.
Sale e si ferma a 180 il numero dei tickets venduti per il ‘Colony Fest’, e praticamente tutti i paganti, salvo una ventina,
trovano posto sotto lo stage durante l’esibizione dei Threshold. Erano anni che la band inglese non faceva uno spettacolo in
un club e non in un festival in Italia, ed il riscontro per quanto non paragonabile ai risultati esteri, per lo standard tricolore è
decisamente buono. Ottima la risposta, ottima come sempre la performance, tanti gli applausi per un evento atteso ed un
esperimento riuscito, come si può leggere anche dai tanti live report di questa serata. Fa pensare, in diverse maniera, il fatto
che buona parte del pubblico, dopo l’esibizione dei Threshold decide di rimettersi in moto verso casa. E’ domenica ed
effettivamente l’orario è tardo per chi lavora, ed il festival tutto sommato doveva cominciare prima del suo inizio effettivo
(anche se avrebbe penalizzato ancora di più le prime band), ma dall’altro lato della medaglia, una volta pagato il biglietto,
non avrebbe più senso godersi tutti gli spettacoli? Considerando le cifre e il tipo di risposta, la serata lascia qualche
interrogativo: forse sarebbe stato meglio sia per il locale che per le band partecipanti separare le due serate senza fondere
le due tournè, anche perché i generi proposti da Threshold e da Lizzy Borden non sono certo affini. Forse invece questa è
stata l’unica maniera per mandare in attivo una tappa Italiana di due tour che non possono toccare di certo il migliaio di
ticket venduti, garantendo comunque un pubblico anche agli opener. L’interrogativo principale resta lo stesso: perché in
Italia la cultura è ancora così differente?


Day 18 – 17/11/2014, LUNEDI – Randal Club, Bratislava (SK)

Ancora un cambio di nazione: sono le 16 quando il tourbus parcheggia a fianco del Randal Club di Bratislava in Repubblica
Slovacca. La distanza da Brescia infatti non è poca, e il “ritardo” rispetto alla norma non facilita le band. Il locale è più
modesto di altri, con un picco di 300 ingressi, ma offre comunque un P.A. di livello se pur su un palco di dimensioni più
modeste. I tempi per il load-in della strumentazione sono ovviamente ristretti e a causa della posizione in scaletta sono gli
Overtures a rinunciare totalmente al proprio soundcheck, con i The Silent Wedding che hanno pochi vantaggi in più, e si
ritrovano praticamente a dover iniziare la propria esibizione poco dopo aver caricato il proprio materiale sul palco.
Malgrado tutto, grazie ad un buon lavoro del fonico del locale, bastano poche note per assestare il sound dei Greci, che
soffre ancora una volta dei problemi di salute del singer. Dopo i 30 minuti di setlist degli ellenici, gli Overtures salgono sul
palco e con un atteggiamento un po’ da pit-stop da Formula 1 riescono a settare la propria strumentazione in breve
tempo. Anche gli italiani (totalmente privi di soundcheck), soffrono di un sound leggermente confuso soltanto nelle
primissime note, ma grazie alla precisione delle esecuzioni e ad un ottimo lavoro dietro al mixer già dalla metà del secondo
brano l’esibizione prende un’ottima forma. Fa molto piacere vedere le prime file cantare i brani della band che nell’est-
Europa vanta già un suo fanbase, cosa che agli Overtures non passa inosservata, con una conseguente pressione
sull’acceleratore.
Il pubblico dell’est-europa è caldo ed un concerto è un evento che viene vissuto con uno spirito inteso: cambia poco la
giornata della settimana, e contro ogni tendenza, Lunedì 17 Novembre The Silent Wedding, Overtures e Threshold si
esibiscono di fronte ad un locale che registra l’ennesimo sold-out di una tournè di indiscutibile successo. La carica che arriva
dalla platea si percepisce chiaramente nella prestazione degli inglesi che giocano col pubblico. Durante alcuni brani
Damian Wilson si lancia tra la folla, ‘Pilot in the Sky of Dreams’ viene cantata a squarciagola dai presenti, e a metà serata il
carismatico e sempre precisissimo vocalist riesce anche ad imbastire un wall of death – se pur in forma elegante e british -.
Ancora una volta i Threshold hanno centrato il bersaglio, trovando consenso non soltanto nei paesi teutonici, ma anche nel
lato orientale del continente.


Day 19 – 18/11/2014, MARTEDI – Feierwerk, Monaco (DE)

Nel capoluogo bavarse si chiude il cerchio delle date tedesche, si chiudono le date nell’Europa continentale e si raggiunge
la terzultima serata dell’European Journey. Il Feierwerk vede anche il settimo ed ultimo sold-out al botteghino, in un club che
per quanto riguarda il lato tecnico e l’accoglienza, offre una degna conclusione di un percorso lungo ma estremamente
gratificante per tutta la crew, dalle band ai tecnici. La giornata è decisamente più rilassata, tutte e tre le band riescono a
completare un soundcheck appropriato, accompagnati da personale competente ed una venue di qualità.
Sfortunatamente per i The Silent Wedding però, l’esibizione a Monaco coincide anche con il picco massimo di malessere del
singer Marios, che se pur incoraggiato da un pubblico entusiasta e meritevole di un forte applauso per la tenacia, è
costretto a far scendere la band dal palco dopo soli 20 minuti di spettacolo a causa della condizione fisica precaria e
purtroppo percepibile per chi segue i greci dalla prima data.
Il male ellenico, a livello di tempistiche, va a favore degli Overtures, che guadagnano così una decina di minuti in più di
setlist, inserendo così ‘Here we fall’ (da Rebirth), e ‘Programmed to Serve’ (da ‘Entering the Maze’) nella setlist. Per quasi
un’ora il pubblico tedesco viene coinvolto e apprezza il power/heavy del quintetto nostrano, che ha e sfrutta a pieno la
possibilità di introdurre con più cura il proprio sound e dimostrare le proprie capacità, tanto che dopo la conclusione della
scaletta, gli italiani vengono addirittura ripagati oltre che con un boato, anche con qualche timida richiesta di bis qua e là,
che per ovvi motivi non può essere concesso.
Lo spettacolo del Feierwerk sarà ricordato anche come il tripudio dei Threshold, che acclamati dal loro pubblico, forti di
una scaletta devastante ed ormai consolidata, sempre più massicci e precisi nelle esecuzioni e con un affiatamento on
stage ormai a livelli invidiabili, si dimostrano padroni della scena, facendo urlare ed esaltando tutti i presenti. C’è davvero
poco da aggiungere ad una macchina che nel suo contesto è ormai perfetta. Sono i dati di vendita a parlare da soli: tutti
gli LP in vinile sono ormai esauriti, il nuovo disco ‘For the Joruney’ così come molti altri titoli della discografia della band non
sono più disponibili al banco del merchandise, e sono davvero pochissime le taglie rimaste per le magliette del tour. La
passione con cui i follower dei Threshold si approcciano alla band è tanta, ma altrettanto è il valore artistico del gruppo,
come dimostrato giorno dopo giorno. Non da trascurare anche le vendite dei supporters: i segnali sono ottimi anche per i
quintetti dei greci e degli italiani che durante tutto il tour, salvo una o due eccezioni, hanno ricevuto un ottimo riscontro non
solo durante le proprie esibizioni, ma anche a livello di dischi e magliette vendute.


Day 20 – 19/11/2014, MERCOLEDI – Day Off, Colonia (DE)

Dopo un lungo tragitto notturno, come da normative, il driver del nightliner è costretto a fermarsi per almeno 10 ore per il
giusto riposo. In accordo con il tour manager, la giornata viene spesa a Colonia, dove le band hanno la possibilità di visitare
la città e ricaricare le batterie. Due piccole note: Colonia vanta la cattedrale con il secondo campanile più alto d’Europa
dopo Barcellona…ed il negozio di musica più grande della Germania (Thomann è un distributore, non un negozio standard).


Day 21 – 20/11/2014, GIOVEDI – O2 Islington Academy, Londra (UK)


Londra
, per i Threshold, significa suonare a casa propria. Londra per Overtures e The Silent Wedding significa esibirsi per la
prima volta fuori dall’Europa continentale. O2 Islington Academy significa salire su un palco che hanno calcato band come
Kiss, Muse, Franz Ferdinand e chi più ne ha più ne metta. Attraversare la manica e potersi esibire in questa venue è
un’emozione di un certo livello per tutte e tre le band, e la carica e l’energia data dalla situazione, si può leggere negli
occhi di tutti i musicisti sin dal primo istante. In Inghilterra il pubblico è freddo e non partecipa? Sarà, ma non durante questa
tournè. E’ sorprendente anzi l’impatto che anche le due support band hanno su un pubblico con il quale è davvero difficile,
per questioni logistiche, confrontarsi. Eppure gli applausi non mancano nè per i The Silent Wedding né tantomeno per gli
Overtures che ironicamente alla fine dei propri pezzi più volte chiedono un boato per i greci, un boato per i Threshold ed un
“booh” per loro stessi: gioco che viene evidentemente apprezzato con dei fortissimi “booh” in primis, ma con degli applausi
e boati che tendono a prolungarsi sempre più man mano che la setlist procede. Ancora una volta sono i dati di vendita a
sorprendere: gli Overtures nelle due date inglesi venderanno in una percentuale maggiore rispetto alle date dell’Europa
continentale, i The Silent Wedding mantengono senza cedimenti il proprio standard. Considerate le premesse, un vero e
proprio successo.
Ed i Threshold? In una venue magnifica, con il proprio pubblico, con una libertà di espressione e di setlist, con la mente
rilassata per il ritorno a casa, con una folla che riempie magnificamente l’02 Islington Academy e con la sensazione di
giocare in casa, l’esibizione dei Threshold a Londra tocca il picco massimo della sua forma, con delle esecuzioni perfette,
uno spazio appropriato per permettere ai musicisti di muoversi a proprio piacimento sul palco, un impatto visivo sopraffino e
con 17 concerti alle spalle a togliere qualsiasi dubbio anche sulla più minima sfumatura di peccabilità. Forse l’ European
Journey avrebbe dovuto chiudersi nel tripudio Londinese, non per la resa di Chester l’indomani, non per il pubblico, non per
la venue (inevitabilmente più piccola), ma semplicemente perché difficilmente sarebbe stato possibile creare una cornice
migliore per un quadro tanto perfetto.


Day 22 – 21/11/2014, VENERDI – The Live Rooms, Chester (UK)

Ogni storia ha un inizio ed ogni storia ha una fine. A Chester le tre band che per 22 giorni sono state “narrate” in questa
“storia”, non fanno altro che chiudere un’avventura magnifica, sia sul piano umano che sul piano musicale. La cosa difficile
sarà, i giorni successivi, dormire su un letto che non si muove, non vedere i membri delle tre band sedersi ad un tavolo
dentro al tourbus a parlare fino a notte fonda, non pensare al load-in la mattina ed alla data successiva la sera. In fin dei
conti, si parla di quasi un mese di convivenza in una sorta di famiglia dove tutto è girato meglio di qualsiasi aspettativa.
A Chester i The Silent Wedding con un ritrovato Marios Karanastasis sfoggiano l’ultima prestazione di una tournè che li ha visti
indubbiamente crescere come musicisti, imparando anche a gestire qualche piccolo imprevisto.
Al The Live Rooms gli Overtures firmano una lista di 19 date che dalla prima all’ultima ha visto un evoluzione musicale della
band in crescita costante e di livello, consolidando una posizione che se già era valida ad inizio tour, alla fine del viaggio
toglie spazio a qualsiasi critica, proiettando definitivamente la band sul panorama internazionale, con un po’ di sentito
orgoglio tricolore.
Nella seconda ed ultima data nel Regno Unito, i Threshold si confermano una delle icone mondiali più importanti del
progressive metal e l’ennesimo locale gremito di fan con la loro t-shirt, l’ennesimo club riempito, l’ennesima prestazione
senza sbavature sono solo parte del giusto successo che questa band di esecutori tecnicamente impeccabili,
dall’invidiabile eleganza e una sensibilità fortissima ha da anni e continua ad avere tutt’ora.
L’ultimo stage diving di Damian Wilson (che non si era risparmiato dal gettarsi tra la folla nemmeno a Londra) precede la
salita on stage di tutte e tre le band e dello staff, l’ultima esecuzione di ‘Ashes’ chiude il capitolo ‘European Journey’ con un
ritratto d’insieme che di certo qualcosa ha lasciato.