Loading

Full Of Hate (Cannibal Corpse, Behemoth and guests)

Serata da non perdere per ogni appassionato di musica estrema che si rispetti quella del 16 febbraio a Trezzo Sull’Adda. Il carrozzone del Full Of Hate giunge fino a noi con il suo carico di brutalità ed efferatezza. Già la presenza dei due headliner varrebbe da sola il costo del biglietto, se poi “ci si ritrova tra i piedi” anche gente come i Misery Index, ecco che il semplice concerto assume i connotati dell’ evento al quale non si può mancare. Non ero mai stato ad un concerto al Live e de o ammettere di esserne rimasto piacevolmente colpito, soprattutto per quanto riguarda l’acustica. Ecco quindi a voi il report completo del Full Of Hate 2012!

NEXUS INFERIS

Quando metto piede nel locale i gallesi Nexus Inferis hanno appena cominciato il loro show. Francamente durante la loro esibizione mi sono chiesto più volte come una band di così scarso valore possa far parte del bill di un festival di tale portata e importanza. Il loro Death Metal farcito di contaminazioni industrial è prevedibile, innocuo e tedioso. La presenza sul palco è pressochè  nulla  e non bastano certo un po’ di corpse paint e delle maschere (tra l’altro orrende) per risultare credibili. Lasciano il palco dopo una mezz’ora di prestazione incolore e scialba. Gruppo assolutamente non all’altezza dell’evento, che non lascia il segno e non si farà certo ricordare.

SUICIDAL ANGELS

Finalmente si entra nel vivo coi greci Suicidal Angels, freschi di pubblicazione del nuovo “Bloodbath”. Nonostante il loro thrash metal sia un po’ fuori contesto rispetto al resto del bill, sono stati autori di una buona prova, riuscendo a coinvolgere il pubblico presente che ripaga il gruppo partecipando allo show con discreto entusiasmo. Le loro sono autentiche bordate thrash al vetriolo, ma va anche detto che gli ellenici stanno all’originalità come Jenna Jameson sta alla verginità, visto che attingono a piene mani dalle opere degli Slayer, a volte al limite del plagio. Nonostante questo, lo show scorre via liscio e senza intoppi, i suoni sono all’altezza e i quattro dimostrano anche di avere un tiro non indifferente, soprattutto quando eseguono pezzi come “Apokathilosis”. Ancora un po’ acerbi, ma hanno fatto il loro. Nota di merito al bambino che durante la canzone posta in chiusura della setlist sale sul palco munito di t-shirt dei Cannibal Corpse e si mette a fare headbanging alzando di tanto in tanto le corna al cielo. Un mito.

MISERY INDEX

Innazitutto fatemi dire che è uno scandalo vedere i Misery Index suonare prima dei Legion Of The Damned. Questo è stato un errore a mio parare imperdonabile e me ne frego delle scalette fatte a seconda delle vendite. Ero molto curioso di vedere dal vivo la macchina da guerra del Maryland e devo dire che i quattro hanno spazzato via ogni mio dubbio, sciorinando una prestazione da urlo. Compatti, brutali, massicci e precisi, non danno tregua al pubblico che li sostiene per tutta la durata dello show. La scaletta è basata principalmente sui brani dell’ultimo (e ottimo) “Heirs To Thievery”, che dal vivo assumono un aura ancora più minacciosa e letale. Jason Netherton tiene il palco che è una meraviglia e il lavoro dietro le pelli di Adam Jarvis è come al solito superbo. Niente altro da dire, il loro Death / Grind stasera non ha fatto prigionieri, l’unica pecca del loro show  è stata la durata troppo limitata. Ma sicuramente chi era presente non dimenticherà tanto in fretta la loro esibizione. Grandiosi. E basta.

LEGION OF THE DAMNED

I Legion Of The Damned sono una band delle quali non mi spiego il successo. Ero ansioso di vederli all’opera su di un palco, speranzoso che almeno in sede live si dimostrassero perlomeno capaci. Invece è stato un disastro. Il loro thrash metal di derivazione Slayer e Destruction stanca dopo appena tre minuti, complice anche il fatto che i quattro sul palco sono tutto meno che dei fulmini di guerra. Statici, imprecisi, offrono una prestazione condita da errori esecutivi (soprattutto da parte dello scarsissimo batterista) e da una presenza scenica pressoché nulla. Non mi dilungo più di tanto, questa è una band che copia bellamente i maestri del genere ma lo fa dannatamente male. Ok, anche i Suicidal Angels peccano di personalità, ma perlomeno sono capaci di stare su di un palco e pestano come dei dannati, qua siamo di fronte ad un gruppo che ha enormi lacune in sede live e stasera lo ha dimostrato in maniera lampante. Il fatto poi di aver suonato dopo i Misery Index rende ancora più imbarazzante la loro prestazione, che comunque riesce inspiegabilmente a strappare più di un applauso ai metal kids presenti.

BEHEMOTH

Accompagnata da una vistosa scenografia e da un impianto luci di tutto rispetto, fa il suo ingresso sul palco del Full Of Hate la band estrema polacca per eccellenza. Gli occhi di tutti erano naturalmente puntati sul frontman Nergal, che dimostra di essersi ripreso davvero alla grande dalla malattia terribile che lo ha colpito non molto tempo fa. E’ evidente come debba ancora recuperare la piena forma, ma già il fatto di vederlo ancora su un palco nonostante tutto è motivo di soddisfazione. Lo show inizia con “Ov Fire And The Void” ed è curioso constatare come  i polacchi scelgano di impostare la setlist su pezzi che puntano più sull’atmosfera che sull’impatto e la violenza. Non mancano certo delle vere e proprie badilate come “Decade Of Therion”, ma sinceramente mi aspettavo uno show un po’ più intenso. Nulla da dire sulla loro bravura con gli strumenti, ma stasera i Behemoth mi hanno lasciato un po’ l’amaro in bocca, tanto che a metà del loro spettacolo ho cominciato ad annoiarmi alquanto. Ammetto di non essere mai stato un loro grande fan e anche stasera ho avuto l’impressione di trovarmi  di fronte ad una band a volte esageratamente pompata, con un impatto scenico notevole ma che in quanto a sostanza ha lasciato leggermente a desiderare. Nota negativa per i suoni: il rullante di Inferno non si sentiva quasi mai (praticamente un delitto…) e in più di un’occasione gli strumenti non erano distinguibili. Show discreto ma nulla più, impreziosito per quanto mi riguarda dall’esecuzione della splendida “Moonspell Rites”, probabilmente uno dei pezzi migliori del loro periodo Black Metal. Sicuramente da rivedere quando Nergal avrà recuperato appieno le forze, ma per quanto mi riguarda stasera non hanno tenuto fede alla loro fama.

Setlist:
01. Ov Fire and the Void
02. Demigod
03. Moonspell Rites
04. Conquer All
05. Diableria (The Great Introduction)
06. The Thousand Plagues I Witness
07. Alas, Lord Is Upon Me
08. Decade of Therion
09. At the Left Hand ov God
10. Slaves Shall Serve
11. Chant for Eschaton 2000
12. 23 (The Youth Manifesto)
13. Lucifer

CANNIBAL CORPSE

E’ giunta l’ora di porre fine al massacro sonoro.Chi meglio degli dei del Brutal Gore poteva adempiere al meglio a tale compito? Scenografia nulla, niente intro. A loro queste cose non servono. Loro sono i maestri di un certo modo di fare Death Metal e lasciano parlare la musica, non occorre null’altro. Chi come me li ha già visti in sede live sa di cosa sono capaci i cinque di Buffalo, chi non li ha mai visti non sa cosa si è perso. Come da tradizione la scaletta si dipana lungo tutta la discografia dei macellai statunitensi, e accanto ai soliti classici come “I Cum Blood”, “Fucked With A Knife”(dedicata al gentil sesso presente in sala) e “Devoured By Vermin” fanno bella mostra di se le più recenti “Evisceration Plague”, “The Time To Kill Is Now” e “Make Them Suffer”. I Cannibal eseguono anche l’inedita “Demented Aggressor”, contenuta nell’album di prossima pubblicazione “Torture”. La chiusura è come sempre affidata alla leggendaria “Hammer Smashed Face”, che forma un duetto da infarto con “Stripped Raped and Strangled”, posta in fondo alla scaletta un po’ a sorpresa. Nient’altro da dire, i Cannibal Corpse dal vivo non deludono mai, sono una garanzia. Magari saranno ripetitivi, o come dicono alcuni loro detrattori “la parodia di loro stessi”, fatto sta che quando assiti ai loro concerti senti di trovarti di fronte ad una band che ha qualcosa di speciale e che merita in pieno lo status di “superstar del Death Metal” che possiede. Anche stasera hanno dimostrato di essere ancora i numeri uno, sono stati letali e spietati e hanno regalato al pubblico uno spettacolo coi fiocchi. Nota di merito a George Fisher, un frontman capace di interagire col pubblico come pochi e che non si prende mai sul serio, nonostante canti in continuazione di sventramenti e cannibalismo. I migliori più di vent’anni fa. I migliori ancora oggi.

Setlist:
01. Evisceration Plague
02. The Time to Kill Is Now
03. Death Walking Terror
04. Demented Aggressor
05. Scourge of Iron
06. I Cum Blood
07. Fucked With a Knife
08. Priests of Sodom
09. Unleashing the Bloodthirsty
10. Make Them Suffer
11. Devoured by Vermin
12. Hammer Smashed Face
13. Stripped, Raped and Strangled