Mi trovavo casualmente in Brianza e mentre vagavo per i myspaces ho scoperto che il 6 marzo l’Alcatraz di Milano ospitava gli HIM, una band che ricordo sin dagli esordi e che spesso mi ha accompagnato (musicalmente) negli ultimi 10 anni. Così ho iniziato ad organizzarmi.
Giunto a Milano, senza lo straccio di un biglietto e tantomeno un accredito, contatto l’Alcatraz e la Live, organizzatrice del concerto, per informarmi sulla disponibilità dei tagliandi rimasti. Sono pochi ma ci sono, la prevendita è già chiusa da giorni, quindi occorre sbrigarsi.
All’Alcatraz c’è una grossa fila. Ci sono facce di tutti i tipi, personaggi gothic, i dark, ragazzi e ragazze truccatissimi. C’è anche un signore sulla cinquantina che accompagna la figlia minorenne.
Anche in questo caso gli HIM si confermano gruppo dal pubblico molto vario, differenziandosi dagli altri gruppi del loro stesso genere. Da notare anche una consistente presenza femminile, che certifica come l’immagine del gruppo e il seguito “extramusicale” del frontman Ville Valo in primis, contribuiscano ad aumentarne ulteriormente la popolarità.
Data la folla, trovare un biglietto si presenta come un’impresa, considerato anche il fatto che i bagarini chiedono cifre spropositate.
Finalmente si aprono i cancelli, l’afflusso è regolare. Alla biglietteria si nota subito che c’è ancora un bel malloppo di biglietti invenduti. Gli HIM non fanno sold out.
Ma veniamo al concerto. Con una puntualità “milanese” alle 20 in punto si spengono le luci e sul palco arrivano i Paradise Lost, band ventennale, che per la sua storia non meriterebbe di essere semplicemente la spalla degli HIM.
I Lost suonano circa per un’oretta. Confesso che finora li conoscevo solo per nome e per fama, ma devo dire di averli davvero apprezzati. Hanno presentato “In Requiem”, il loro ultimo album ed eseguendo anche qualche pezzo un po’ più conosciuto dagli appassionati. Bel concerto, peccato che forse il pubblico non era quello adatto. Se ne accorge pure Nick Holmes, frontman del gruppo, che ad un certo punto ci ha scherzato su, chiedendo ai presenti quanti di loro fossero venuti esclusivamente per la sua band (si sono alzate una decina di mani!). Ad apprezzarli erano comunque presenti tra il pubblico alcuni componenti dei milanesi Lacuna Coil.
Concluso il concerto e dopo una pausa di circa 10 minuti, si spengono nuovamente le luci.
L’entrata è ad effetto. Si apre con uno dei nuovi brani, “Passion’s Killing Floor” con Ville Valo che entra per ultimo con un cappellino nero in testa.
Poi si parte con un misto tra vecchi singoli, brani provenienti dai precedenti album e (per fortuna) solo alcuni tratti da “Venus Doom”. Da segnalare l’esecuzione perfetta di “Wicked Game” e di “Join me in death” (accolta da un boato).
Ville Valo dimostra di avere una bella voce anche dal vivo, anche se c’è chi è pronto a giurare di aver sentito anche qualche stecca. Personalmente posso dire di aver notato gli acuti e anche i momenti in cui la sua voce si faceva molto ma molto bassa. Il tutto fumando un numero di sigarette quasi pari ai brani eseguiti. Canta con uno strano sorriso e fa anche qualche battuta tra un brano e l’altro.
Anche il resto della band sembra dimostrare davvero di saper suonare, in particolare il chitarrista Mikko “Linde” Lindström, che a conclusione del concerto fa pure la mezza gaffe, rischiando di spaccare la chitarra, durante quello che doveva essere un gesto acrobatico.
Tutto attorno strani personaggi, “gente metal”, forse pure troppo metal considerato di chi è il concerto. Ed è così che un tizio sui 40 anni, con un abbigliamento casual, appare come l’unica anomalia in quella sala.
È stato un bel concerto. Durato circa un’ora e tre quarti. Alle 23 è tutto finito. Gli HIM lasciano il palco, il batterista lancia le bacchette. Ma c’è chi ancora spera che sia solo una pausa e quindi si continua ad aspettare. Le luci rimangono spente. Ad un certo punto si sente un colpo di basso e c’è un altro boato, ma a sorpresa si riaccendono le luci e parte una canzone registrata come sottofondo…
Che dire, il mio primo concerto degli HIM. Le recensioni del concerto del 2006 erano tutt’altro che incoraggianti, quindi non avevo grandi aspettative. Eppure devo riconoscere che è stata una bella serata, a cui ha contribuito anche il gruppo spalla, peccato solo per il bluff al momento del bis, ci stava.
Di seguito la scaletta dei brani eseguiti:
01. Passion’s killing floor
02. Right here in my arms
03. Rip out the wings of a butterfly
04. Buried alive by love
05. Wicked game
06. Kiss of dawn
07. Sacrament
08. Poison girl
09. Your sweet 666
10. Join me in death
11. Sleepwalking past hope
12. Soul on fire
13. Razorblade kiss
14. Killing loneliness
15. Bleed well
16. Funeral of hearts