Loading

HAMMERFALL + ORDEN OGAN + SERIOUS BLACK @ Live club – Trezzo sull’Adda 28/01/15

Gli Hammerfall, dopo il mezzo passo falso di Infected del 2011 e una pausa di più di tre anni, erano attesi al varco per verificare se i loro proclami di ritorno alle origini con l’ultimo lavoro (r)Evolution, corrispondessero a verità. Mi sono quindi avvicinato a questo live con un po’ di timore, da loro fan di vecchia data speravo ardentemente di rivedere i vecchi templari dell’acciaio in tutto il loro splendore; l’occasione era ghiotta anche per la presenza come band di supporto dei già affermati Orden Ogan e dei nuovi Serious Black, una band composta da ottimi musicisti tutti con un background ultradecennale alle spalle.
La serata inizia poco dopo le 18, avendo avuto l’opportunità di intervistare gli Hammerfall, contatto il loro manager e dopo una piccola attesa (erano a cena ndr) incontriamo Oscar Dronjak e Pontus Norgren , che si dimostrano subito gentilissimi facendo scegliere a noi la location dell’intervista, regalandoci mezz’oretta di chiacchiere e risate, e la promessa da parte di Oscar di uno show alla grandissima. (video-intervista seguirà a breve ndr)
SERIOUS BLACK
 
Le porte vengono aperte alle 19.30 e puntuale alle 20.15 inizia lo show dei Serious Black; iniziamo col dire che purtroppo per problemi fisici non parteciperanno a questo tour i due pezzi da 90 dei Serious, cioè Roland Grapow (ex-Helloween) e Tomen Stauch (storico batterista dei Blind Guardian ndr), ma lo spettacolo non ne risente minimamente; la presenza scenica del frontman Urban Breed è dominante e le sue doti canore indiscutibili; la mezz’ora loro concessa scorre veloce e la resa dei 6 pezzi, a metà tra il power e l’heavy classico, riempie abbondantemente il palazzetto per la verità con ancora parecchi vuoti, riscuotendo convintissimi e meritati applausi. Grande show per grandi musicisti.
SETLIST:
Intro: Temple Of The Sun
Akhenaton
Setting Fire To The Earth
High And Low
Older And Wiser
Sealing My Fate
I Seek No Other Life

ORDEN OGAN 


Dopo un veloce cambio palco alle 21 salgono gli Orden Ogan, gruppo teutonico dalle sonorità inconfondibili che, nonostante tentino un approccio leggermente diverso al genere, tradiscono le loro origini soprattutto nei fast tempo dove soprattutto le ritmiche delle chitarre ricordano forse troppo i Running Wild. Purtroppo per loro i suoni non sono stati fatti in modo impeccabile penalizzando eccessivamente la voce a favore delle chitarre, cosa che porta inevitabilmente a sforzi uditivi per sentire il cantato. Peccato perché, pur non conoscendoli a fondo, gli Orden sono sicuramente una band interessante e di prospettiva.
SETLIST:
Intro
F.E.V.E.R.
To New Shores Of  Sadness
The Lords Of The Flies
To The End
Ravenhead
We Are Pirates
Deaf Among The Blind
The Things We Believe In

HAMMERFALL
 

22.15, le luci si spengono e, anche se purtroppo il Live Club è pieno solo poco più di metà, è l’ora degli Hammerfall; si inizia come spesso accade con l’opener dell’ultima release, in questo caso “Hector’s Hymn”; parte subito dopo una sequenza da pelle d’oca di loro cavalli di battaglia: “Any Means Necessary”, “Renegade”, “Bloodbound”, “Heeding The Call” e “Let The Hammer Fall” tra questi un accenno a Infected con “Bang Your Head”; la band si dimostra subito in grandissima forma, io avevo assistito anche al loro ultimo concerto nel 2011 ai Magazzini Generali e non c’è paragone, Oscar ha mantenuto la promessa, grande energia, grande presenza e grande performance; dopo un altro brano tratto dall’ultimo lavoro, “Live Life Loud”, è il momento di un lungo medley strumentale dove Stefan Elmgren, il vecchio chitarrista fino al 2008 che è stato chiamato in questo tour a suonare il basso, si scambia lo strumento con Pontus e dimostra che il tocco è ancora quello di una volta esibendosi, tra gli altri, in classici come The Dragon Lies Bleeding e Riders Of The Storm; bell’intermezzo davvero molto apprezzato dall’audience. Si riprende con “Threshold“per poi passare a “Last Man Standing”; giunge cosi il momento di “Glory To The Brave” cantanta all’unisono col pubblico, piccolo salto all’ultimo disco con  “We Won’t Back Down” per poi giungere al loro inno, “Hammerfall”; dopo una breve pausa, necessaria per essere richiamati a gran voce sul palco, si riparte con “Templars Of Steel” per poi chiudere con una maestosa “Hearts On Fire” che ci conduce ai saluti.
Il break preso dopo Infected ha fatto sicuramente bene agli Hammerfall, l’energia sembra tornata quella di una volta e sul palco si vedeva tutta, una prestazione sicuramente degna di nota che ha lasciato sicuramente soddisfatti i metalheads accorsi a Trezzo, me in primis. Grande show.
SETLIST:
Hector’s Hymn
Any Means Necessary
Renegade
Bang Your Head
Bloodbound
Heeding The Call
Let The Hammer Fall
Live Life Loud
Guitar Medley
Threshold
Last Man Standing
Glory To The Brave
We Won’t Back Down
Hammerfall
Templars Of Steel
Hearts On Fire