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More Than Fest 2016 @ Zvolenská Slatina (SK)

Report a cura di Fabiana Spinelli

Si ringraziano Janko Amok Poliak, Sabrina Agasucci, Michael Guthauser, Matt e gli Arsea, Gaetano Amodio dei DragonHammer, Marinella Pichierri

Venerdì 19 Agosto – Quest’anno lo staff di Heavy Worlds si è diviso equamente tra i vari festival estivi nazionali ed europei, riuscendo a coprire sia realtà consolidate come Wacken, sia nuove ed interessanti scenari, proprio come il More Than Fest nel cuore della Slovacchia.
Il viaggio per raggiungere la pittoresca cittadina di Zvolenská Slatina si rivela avventuroso, tra stradine di campagna e lunghissime soste a base di Schnitzel e birra con i colleghi delle altre webzines italiane, ma la meta sembra ripagare ampiamente la lunga marcia.

Il sole brillante che riscalderà i due giorni del festival, illumina una bella distesa di erba verde, con due grandi palchi, un gigantesco totem, stand e chioschi di vario genere, un soddisfacente numero di tende e camper e un pubblico che sembra già attivo ed coinvolto.
Ci colpisce subito l’atmosfera del festival, rilassata ed amichevole, tanto che nell’ampia zona backstage stampa, artisti e organizzatori chiacchierano davanti ad una birra, semplificando notevolmente lo schema massacrante di interviste che avevamo in programma. Un allegro Kai Hansen ci accoglie con una bottiglia di quella che scopriremo poi essere “Acqua di Slovacchia”, versando bicchierini e prodigandosi in grandi abbracci e fotografie con tutti. Il frontman dei Gamma Ray è ospite di una delle band locali, Ravenclaw, che si esibiscono sullo Stage One e condividono la scena con lui per due pezzi. Altro aspetto che ci incuriosisce molto, è il fermento che c’è intorno a questo palco “minore”, dove si esibiscono i gruppi locali e dove troviamo un interesse ed una partecipazione da parte del pubblico che ci entusiasma e dimostra come i gruppi più piccoli siano in realtà l’anima di queste prime ore di concerti.

Entriamo nel vivo del festival con l’esibizione dei finlandesi Ensiferum, capitanati dall’ormai rodato Petri Lindroos, che ci regala una prestazione energica e convincente. La partecipazione del pubblico inizia a farsi davvero sentire e a nessuno sembra importare dei piccoli problemi tecnici che portano a qualche ritardo sul running order.

Ci godiamo i concerti dai lati del palco e insieme a noi di Heavy Worlds ci sono giornalisti di testate e webzines di molti paesi, rappresentanti di fan club e soprattutto, i musicisti che suoneranno nel corso della giornata, ma anche tanti artisti che si esiberanno il giorno successivo. Tutto è molto funzionale, a tratti spartano, ma l’ambiente familiare creato dagli organizzatori fa sì che in poco tempo tutti ci sentiamo parte della festa e tutti trovano il modo di aiutare e collaborare. Così ci ritroviamo ad autogestirci negli spazi riservati ai fotografi (aspetto che sfugge soltanto al manager di Cradle of Filth e Dragonforce, che a dispetto della deliziosa disponibilità delle due bands, non riesce a tollerare la presenza di giornalisti e fotografi intorno al palco ed è per questo che non vedrete foto di Dani&Co.), ad espletare il compito fondamentale di avvertire lo staff quando finiscono i fusti di birra e il cibo messo a nostra disposizione e ad organizzarci da soli interviste e video.
Abbiamo vissuto quel bellissimo momento in cui un festival sta per fare il salto di qualità, l’impressione era diffusa e ci siamo goduti questa edizione del More Than Fest proprio grazie a questa consapevolezza. Siamo sicuri che la manifestazione diventerà sempre più importante e noi di Heavy Worlds non faremo mancare il nostro supporto.

Abbiamo modo di parlare della questione anche con Andre Matos, arrivato dopo un lungo viaggio dal Brasile, stanco ma disponibile e gentile come sempre, pronto a calcare il palco principale del festival. Lo show della Andre Matos Band porta on stage anche pezzi di Angra e Shaaman, per una scaletta emozionante ed intensa, che raggiunge il suo culmine durante una splendida versione di “Carolina IV“. Matos ci regala una buona prestazione e sul palco è sempre frontman di prim’ordine, stabilendo un contatto continuo con il suo pubblico, che lo ripaga cantando tutti i pezzi parola per parola.

La prima serata si chiude con i Cradle Of Filth, autori di una performance esplosiva, con un Dani Filth in piena forma, maligno ed intenso. Pur con qualche problema tecnico, prontamente risolto, il giudizio sulla prima giornata è assolutamente positivo e ci allontaniamo dall’area del festival attraversando il campeggio, colorato e pieno di vita.

STAGE 1
12:20 – Apertura festival
12:30 – 13:10 Titanic (CZ)
13:45 – 14:25 Claudio Cordero (CL)
15:00 – 15:40 Mojra (PL)
16:20 – 17:40 Citron (CZ)
18:20 – 19:20 Ensiferum (FIN)
20:00 – 21:30 Andre Matos Band (BRA)
22:10 – 23:50 Cradle Of Filth (UK)
STAGE 2
14:25 – 15:00 Eufory (SK)
15:40 – 16:20 Anthology (SK)
17:40 – 18:20 Ravenclaw (SK)
19:20 – 20:00 Gyze (JPN)
21:30 – 22:10 Caliber X (SK)
23:50 – 00:30 Kilmara (SPA)

Sabato 20 agosto – Arriviamo al festival con un po’ di emozione, visto che oggi si esibisce l’unica band italiana del bill, gli Arsea. Il pubblico è già numeroso, incoraggiato dalla splendida giornata e dalla bella prestazione dei nostri, che tengono davvero alta la nostra bandiera e ci regalano uno show divertente e coinvolgente.
Ma questo secondo giorno è frenetico, sia per i gruppi che si esibiscono sui due palchi, sia per tutte le attività programmate: tra interviste, video e foto, riusciamo a trovare naturalmente il tempo per provare i giochi organizzati tra gli stand e per assaltare i chioschi di cibo. Il more Than Fest è anche questo, non è dispersivo e tutto è a portata di mano, tra il pubblico ci sono molti sponsor che chiedono informazioni per l’anno successivo e ci sembra di veder nascere e delinearsi l’edizione 2017.

Salgono sul palco i Freedom Call ed è subito festa! La band sul palco è una vera forza della natura e il catalizzatore di tanta energia è il biondo frontman Chris Bay, che non perde occasione per incitare il suo pubblico, facendo saltare e ballare veramente tutti. I Freedom Call sono perfetti per un festival estivo, sia sul palco che fuori: questi ragazzi passano infatti la giornata a chiacchierare con stampa e fans, regalandoci dei momenti di grande divertimento. Intanto corriamo ancora sotto il secondo palco per l’esibizione degli Endless Main, che si presentano con un ospite di riguardo: Andre Matos. Vediamo riempirsi davvero la location e notiamo ancora quanto sia amato il brasiliano, incontrando in mezzo al pubblico tanti rappresentanti degli Andre Matos Street Teams europei.
Il tempo di scambiare due chiacchiere (che leggerete presto) con tutta la Matos Band, che si schiera sorridente e festosa a bordo palco durante lo show degli Endless Main, e ascoltiamo insieme gli Arkona, band che piace molto al pubblico slovacco ma che si trova in una posizione scomoda in scaletta, dopo l’entusiasmante concerto dei Freedom Call e subito prima di una delle prestazioni migliori dell’intero festival, quella degli Stratovarius.

Stratovarius che vediamo arrivare e gironzolare per il backstage, con grandi sorrisi e gentilezze per tutti; è bello vedere l’abbraccio tra Matos e Jens Johansson, che non risparmia un saluto e una battuta per tutti noi, mentre si aggira con un buffo cappello da cowboy tra i vassoi del catering. Sul palco, i finlandesi hanno davvero pochi rivali: con una scaletta che spazia dai grandi classici del passato ai pezzi del loro nuovo “Eternal“, convincono al 100%. Timo Kotipelto è in piena forma e la sua prestazione vocale è da incorniciare, mentre ci godiamo stupiti la prestazione eccellente come sempre del bassista Lauri Porra, con un look che omaggia il mai troppo compianto Cliff Burton.

Ma il palco diventa presto dominio assoluto di un gruppo che inverte la direzione power metal della seconda giornata in un massacro sonoro totale: Sodom! Lo storico terzetto è rimasto a bordo palco tutto il giorno, a guardare i concerti, chiacchierare con i tecnici, disponibilissimi con i fans, rilassati e sorridenti. Ed è con la stessa serafica sicurezza che presentano la loro macchina da guerra, perfettamente oliata ed efficace. Immancabili i grandi classici come “Agent Orange” e  “In War And Pieces“, ma la band non perde un colpo e presenta senza tanti fronzoli il loro nuovo “Decision Day“, in arrivo proprio nei giorni successivi al festival. Tom Angelripper on stage non perdona, poche parole e tanta carica, mentre si rivela persona deliziosamente loquace nel backstage: accoglie la nostra intervista con grande entusiasmo, continuando a chiacchierare a lungo una volta spenta la telecamera. Nel relax del camerino, ci offre un bicchiere di whiskey e ci chiede interessato le nostre impressioni sul festival e sui gruppi in scaletta, innescando un fiume di chiacchiere sui festival europei e sull’importanza di far rinascere la voglia di andare ai concerti e di divertirsi in un momento storico non felice.

Abbiamo modo anche di commentare insieme la performance dei Symfobia, che calcano lo Stage 2 con grande sicurezza, godendosi un responso incredibile del pubblico. E in questo clima di condivisione e amichevolezza, andiamo a vedere lo show dei Dragonforce con i nostri nuovi amici Arsea, siamo infatti tutti orgogliosi di vedere sul palco con la band inglese un nostro connazionale, Alessio Garavello (A New Tomorrow, ex-Power Quest, ex-Arthemis) al posto dell’infortunato Marc Hudson: è subito evidente come Alessio sia in forma smagliante, regala infatti una prova incendiaria e potente, che non fa rimpiangere nemmeno per un attimo la sostituzione.  

Il tempo stringe e l’attesa per l’ultimo gruppo della kermesse sale: i Children of Bodom non deludono i loro fans, che ci sembrano davvero numerosi, riempiendo tutto lo spazio disponibile. Concerto pieno di adrenalina per i finlandesi, che godono anche dei suoni migliori dell’intera giornata; “Everytime I die“, “Lake Bodom“, “Angels Don´t Kill“, “Needled 24/7” e tutti i pezzi ormai classici della discografia del gruppo, non sfigurano accanto alla nuova produzione e il pubblico sembra accogliere ogni pezzo con boati di approvazione.

Ci godiamo gli ultimi sprazzi di un festival che ci ha lasciato molto: musicalmente, per la qualità dei gruppi che si sono succeduti sui palchi, ma anche umanamente, per il calore ricevuto veramente da tutti. Terremo d’occhio questo festival, una realtà che mette in contatto il pubblico con i musicisti e con gli addetti ai lavori, che coinvolge e diverte: con qualche altro piccolo sforzo nell’organizzazione tecnica, cresceranno ancora, speriamo mantenendo sempre questo spirito, vera carta vincente dell’evento.
STAGE 1
12:00 – 12:40 Hell:On (UKR)
13:20 – 14:00 Vesztegzar (HU)
14:30 – 15:30 Freedom Call (GER)
16:05 – 17:05 Arkona (RU)
17:45 – 18:45 Stratovarius (FIN)
19:25 – 20:40 Sodom (GER)
21:20 – 22:50 Dragonforce (UK)
23:30 – 01:00 Children Of Bodom (FIN)
STAGE 2
11:30 – 12:00 Eagleheart (CZ)
12:40 – 13:20 Arsea (IT)
14:00 – 14:30 Slice of Bread (SK)
15:30 – 16:05 Endless Main (SK)
17:05 – 17:45 Midnight Scream (SK)
18:45 – 19:25 Ramchat (SK)
20:40 – 21:20 Aint (SK)
22:50 – 23:30 Symfobia (SK)