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Mr. Big

E’ incredibile! E non lo dico solo per eccessiva passione o per stupido romanticismo, ma è stato tutto davvero incredibile. Un sogno.
Sono le ore 20:30 quando, in cerca di un dannatissimo posteggio in zona Alcatrazz, noto che l’atmosfera di Milano è diversa dal pallore ovattato tipico di questo periodo; lo stesso traffico appare più silenzioso e timido, quasi fosse in attesa di un evento grandioso.
Mai visto un Alcatrazz tanto stipato di pubblico, l’aria stessa è colma di frenesia e i commenti che circolano a destra e manca sembrano alimentare maggiormente l’attesa per uno degli eventi più importanti di questa stagione concertistica.
Ebbene si, dopo anni di limbo, i quattro Mr. Big originali, ovvero dire Eric Martin, Paul Gilbert, Billy Sheehan e Pat Torpey hanno deciso di riunirsi in occasione del ventennale dal loro primo capitolo discografico e di festeggiare con un tour mondiale (inizialmente organizzato per il solo Giappone, ma visto il gradimento, esteso al resto del globo) che porti all’audience, sia datato che giovane, i loro maggiori hits.
Chi si aspettava uno show mieloso e basato maggiormente sulle ballad è rimasto deluso, perché i nostri hanno incantato le più di duemila teste presenti con uno show energico e tirato. Ma andiamo con ordine.
La band (nonostante il prezzo del biglietto) decide di non avere special guest per scaldare il pubblico e alle 21:18 si spengono le luci ed ecco entrare sulle note di un’intro swing anni 50 il quartetto americano.
La band decide subito di mettere a ferro e fuoco il locale con un quartetto di hits da brivido: “Daddy, Brother, Lover, Little Boy”, “Take Cover”, “Green Tinted Sixties Mind” e “Alive And Kicking”. Sarebbero bastate queste quattro songs per spedire il pubblico a casa estasiato, ma l’intenzione di Martin e soci è di implementare un concerto lungo e variegato e la cosa che appare subito chiara è che verranno toccati i primi quattro lavori (fino a “Hey Man” compreso), tralasciando le due uscite successive. Due cose colpiscono essenzialmente: la caratura musicale del quartetto sembra essere immutata nel tempo e la prova vocale di tutti e quattro è indiscutibilmente perfetta. Si passa da una “Next Time Around” a una “Temperamental”, da una “Just Take My Heart” a una “Hold Your Head Up”, attraversando un drum solo di mr. Torpey (preciso e meticoloso come sempre) semplice ma di grande effetto, per approdare al duo “It’s For YouMars”, in cui la seconda è affidata vocalmente ai soli Gilbert e Sheehan. ”Price You Gotta Pay”, “Wild World” e “Talk A Walk” ci portano a un duello tra basso e chitarra che abbassa leggermente l’atmosfera, dove nel finale vengono coaudiuvati da Martin e Torpey che mietono le note sulle tastiere di basso e chitarra, fornendo un simpatico siparietto. “The Whole World Is Gonna Go” e “Rock’n Roll Over” ci portano al solo di mr. Sheehan che conferma (a cinquantasei anni suonati) di essere realmente l’ “Eddie Van Halen del basso” e I Mr. Big ci salutano con la mitica “Addicted To That Rush” infarcita di uno spezzone di “Wind Me Up”.
Il quartetto esce tra un fragore di applausi ma dopo meno di un minuto eccoli ricomparire sorridenti e frenetici di suonare.
Compare on stage una chitarra acustica e, fatte le ovvie presentazioni dei componenti, Eric Martin annuncia “To Be With You”, cantata a piena voce da tutti i presenti ed eseguita in versione full band con tanto di parti di batteria aggiunte nel finale.
Acclamata in coro da tutti i presenti arriva la mastodontica “Colorado Bulldog”, forse l’apice creativoesecutivo di tutta la carriera della band, con passaggi hard rock, velocità heavy e innesti jazzswing tanto cari al quartetto. La band lascia nuovamente lo stage ringraziando e regalando sorrisi a tutti. Ma solo per due minuti. Al rientro è “Shy Boy” a prendere forma con il suo riconoscibile tiro e la vera conclusione dello show (su richiesta del pubblico) è affidata alla cover “Baba O’Riley” che licenzia i nostri e li manda alle docce.
Due ore e dieci minuti indimenticabili, un concerto memorabile per intensità, performance e capacità coinvolgitive. Eric Martin non ha perso una virgola del suo timbro vocale e i tre musici sono anche superiori a quanto fossero già tredici anni fa. Se una pecca si può trovare in uno show del genere è l’eccessiva lunghezza dei soli dei singoli componenti, ma sappiamo quanto piaccia al trio SheehanGilbertTorpey incantare le folle con il loro estro.
Da segnalare anche la disponibilità della band a firmare autografi e fare foto all’esterno dell’Alcatrazz, dove, pur essendo passate quasi due ore dalla fine dello show, si era fermata una buona falange di fans; un esempio di gratitudine e umiltà che dovrebbe fungere da insegnamento a leve ben più giovani ma non altrettanto disponibili.
Speriamo che non si fermino alla sola reunion…

SCALETTA:

Daddy, Brother, Lover, Little Boy
Take Cover
Green Tinted Sixties Mind
Alive And Kicking
Next Time Around
Hold Your Head Up
Just Take My Heart
Temperamental
It’s For YouMars
Pat Torpey Drum Solo
Price You Gotta Pay
Wild World
Talk A Walk
GuitarBass Duet (full band human capo)
The Whole World Is Gonna Go
Rock’n Roll Over
Billy Sheehan Bass Solo
Addicted To That RushWind Me Up

To Be With You
Colorado Bulldog

Shy Boy
Baba O’Riley