
Come un appuntamento fisso ormai il grande carrozzone targato Paganfest passa puntualmente dall’Italia, con il suo carico di metal particolareggiato e di nicchia. Quest’anno, la kermesse dei gruppi made in Nuclear BlastNapalm Records ha al suo interno nomi davvero altisonanti: gli headliner sono i finlandesi Korpiklaani, vero fiore all’occhiello delle vendite della major tedesca, mentre come special guest si passa dagli Unleashed, ai Die Apokalyptischen Reiter, all’accoppiata pirate metal Swashbuckle e Alestorm fino ad arrivare ai canadesi Ex Deo. Già, se tutto fosse andato bene avremmo potuto avere on stage sei (e dico 6) band che stanno spopolando (o nel caso di Korpiklaani, D.A.R. e Unleashed che si stanno confermando) come mastodontiche realtà di un metal in ascesa di ascolti e vendite. Purtroppo bisogna fare i conti anche con il destino e con il tourbus; ebbene si, perché in Austria il pullman che trasportava Unleashed, D.A.R. e Swashbuckle (e relative crew ovviamente) ha deciso di fondere il motore e di fermarsi, riducendo quindi alla metà l’acting che avrebbe dovuto travolgere Milano in questa giornata a ridosso di ottobre che soffre di reminescenze meterelogiche estive; comunque c’è tanta folla davanti ai Magazzini Generali, gente diversa (sia giovine che più matura) e appartenente ai diversi generi del lotto che, nonostante il cartellone che annuncia la riduzione dello show, è entusiasta e pronta per queste ore di sano, divertente e emozionante metallo. I cancelli si aprono alle 18:30, ma l’inizio bisogna aspettare le 19:15.

Il compito di aprire le danze spetta ai novelli Ex-Deo: anche se autori di un unico platter fino a questo momento, la band di Maurizio Iacono appare subito dalle prime note come un act già rodato e unito. Il sound degli Ex-Deo si allontana parecchio da quello dei Kataklism, storica band di Maurizio Iacono, dove pur confermando la pesantezza delle chitarre, il baricentro si sposta verso un epic metal oscuro e darkeggiante, contaminato da sovrancisioni di sinth orchestrali che richiamano il concept del titolo “Romulus”: infatti, le cinque songs eseguite nella mezz’oretta scarsa di performance escono tutte dal debut in questione. Iacono catalizza il pubblico con il suo timbro particolare, e l’audience sembra essere estasiato e ipnotizzato dalla performance del quintetto canadese. In un attimo si arriva alla fine e gli Ex-Deo ci salutano tra una marea di applausi suggelando una performance glaciale ma a dir poco perfetta.
Bravi davvero.

Un cambio palco veloce ed ecco salire on stage i pirati scozzesi Alestorm; acclamati a gran voce dai fans presenti, il quartetto parte in pompa magna con il loro pirate metal dal forte sapore epico ma non è una gran serata! Problemi di transenne a parte (che fermeranno lo show per 20 minuti-sigh)), i nostri appaiono motivati ma piatti e poco convincenti anche se il pubblico reagisce in maniera effervescente a ogni singola song. Canzoni del primo e del secondo disco si alternano ma la sensazione è che non ci sia il cosidetto ‘tiro’ questa sera, elemento indispensabile per la loro proposta musicale. I suoni sono peggiori rispetto agli Ex-Deo, il basso è inesistente e le voci sono basse rispetto a tutto il resto e il drummer Ian Wilson appare un po’ sottotono, visto alcune stecche nelle parti di doppia cassa e qualche imprecisione nei passaggi; ciònonostante Cristopher Bowes e soci ce la mettono tutta per infuocare la folla e questa risponde a tono. ”Over The Seas”, “Wenches And Mead”, “Pirate Song” e “Black Seals At Midnight” si alternano fino ad arrivare alla conclusiva epicheggiante “Captain’s Morgan Revenge”, vero highlight dello show della band di Perth. Tutto il pubblico dei Magazzini Generali è con loro, urlandone il nome per diversi minuti dopo la fine della performance.

L’atmosfera diventa incandescente mentre i roadie (e la stessa band) sistemano la strumentazione e la scenografia degli headliner; i Magazzini Generali sono quasi al completo e la folla, nei venti minuti di cambio palco, acclama a gran voce la band finlandese. Sono le 22:10 quando Jonne e soci salgono sul palco, sorridenti e tranquilli, sulle note di una canzone folk finlandese; giusto il tempo per prendere gli strumenti e via, si parte direttamente con il singoloopener dell’ultima fatica in studio che risponde al nome di “Karkelo”, la veloce e melodica “Vodka”, intonata da ogni persona presente.
Lo show si infiamma e la performance del sestetto è precisa e pulita, senza sbavature o errori troppo grossolani, segno che i Korpiklaani sono ormai una band rodata e professionale. “Journey Man” prosegue lo show mentre tra la folla molta gente inizia a ballare la mistica miscela di heavy metal e hummpa proposta dal combo finlandese. Jonne è in formissima, tenendo lo stage nonostante sia impegnato anche alla chitarra e tutta la band propina sorrisi e sguardi accondiscendenti verso un’audience totalmente catturata da una performance davvero fantastica.
Canzoni vecchie si alternano a song più recenti (tra le altre l’eccezionale “Tuli Kokko” e la evergreen “Let’s Drink”) , ripescando piece anche dai primi album…ben tre strumentali permettono a Jonne di riprendere un po’ di voce e dopo un’ora e dieci minuti la band ci regala quel cavallo di battaglia che porta il nome di “Happy Little Boozer”, accolto con un boato dalle circa mille persone presenti…ed infatti nei quasi quattro minuti di durata band e audience danno il tutto per tutto, saltando, sgolandosi e divertendosi come matti. La band finge d’aver concluso, ma regala ancora al pubblico qualche hit, tra le quali spicca “Beer Beer”, vera perla di un immediato e spettacolarmente semplice folkmetal. Siamo in chiusura e i Korpiklaani si fermano per quasi cinque minuti on stage a ricevere applausi e a salutare il pubblico entusiasta, scherzando e ridendo come se fossero in un piccolo pub.
Nonostante tutti disagi incorsi, come sempre, il Paganfest rimane una fonte inesauribile di delirio e un appuntamento davvero imperdibile. Peccato non aver potuto ammirare gli altri combi (specie i D.A.R.), ma nonostante la loro defezione, sia l’organizzazione che lo show sono promossi a pieni voti. In attesa del Paganfest 2010, possiamo ricordare quanto Korpiklaani, Alestorm e Ex-Deo ci hanno regalato. Metal rules forever.