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THE SECRET + ORNAMENTS + SUNPOCRISY

Avevo avuto un sentore, quasi una premonizione, che la tappa modenese del tour italiano dei The Secret sarebbe stata un qualcosa di più simile ad un evento che ad un normale concerto, ma non mi sarei mai immaginato una cosa di proporzioni così epiche. Vuoi per l’ingresso gratuito, vuoi la notevole location che funge da sempre come uno dei più importanti posti dove suonare ed ascoltare musica di spessore, sta di fatto che la Tenda in un freddo Venerdì sera è riuscita a riunire tra le sue mura veramente un sacco di persone. Tra l’altro il fatto che la maggior parte dei presenti facesse parte di gruppi della zona Modena-Reggio ha fatto sì che il pubblico fosse molto attento e ricettivo verso il sound parecchio eterogeneo che ha contraddistinto l’intera serata.

SUNPOCRISY

Non avevo ancora avuto occasione di sentire per bene i giovani bresciani Sunpocrisy, ma visto che in tanti me ne avevano parlato molto bene la mia curiosità è alle stelle. Entro nel locale che il sestetto ha appena iniziato a suonare e l’impressione è subito buona. Interessante la proposta dei Sunpocrisy, un post-hardcore molto strutturato con parti decisamente aggressive alternate ad altre più sognanti e psichedeliche. La formazione è atipica, con ben tre chitarre ed un synth oltre alla classica sezione ritmica, ma i musicisti sono ben affiatati ed il suono complessivo è molto organico e denso, con i brani che volano via nonostante la lunga durata. Le cose che mi lasciano un filo perplesso suono un paio di breakdown decisamente convenzionali ed un batterista non troppo fantasioso, ma sono veramente quisquilie che solo un pignolo come il sottoscritto nota. L’unico problema vero è che i suoni delle chitarre sono perfetti nelle parti in pulito, mentre appena i ragazzi attaccano il distorto i suoni diventano impastati e coprono anche gli altri strumenti. Sicuramente non colpa dei bresciani, che ci mettono veramente tutto per rendere il concerto intenso ed emozionante, anche grazie ad una prestazione eccellente del frontman Jonathan che tiene benissimo il palco e si destreggia egregiamente tra urlato e voce pulita. Le visual dietro il gruppo che riprendono l’artwork dell’album aiutano ad immergersi nell’universo dei Sunpocrisy, gruppo che a questo punto stra-consiglio a chiunque ami il post-hardcore intelligente e fuori dagli schemi.

ORNAMENTS

Gli Ornaments giocano praticamente in casa e si vede. Gli emiliani sfruttano questa data per lanciare e promuovere a dovere l’ultimo album “Pneumologic” (meravigliosa la versione in vinile!) e per molti presenti sono gli headliner spirituali della serata. Le visual aiutano non poco ad immergersi nella musica strumentale del quartetto, veramente in stato di grazia ed in grado di trascinare il pubblico (perfetto, non ho sentito volare una mosca durante tutto il concerto) verso universi a volte lisergici, altre dannatamente viscerali. Gli Ornaments da sempre seguono una strada ben definita, e anche stasera il loro post-hardcore colpisce direttamente allo stomaco e al cervello, con brani strutturati benissimo che puntano molto sull’atmosfera e sulla capacità di creare un climax emotivo. Magistrale la prova del batterista Riccardo, semplicemente un genio delle pelli in grado di conferire uno spessore unico alla band grazie ad un tocco quasi jazzistico che lo porta ad eseguire dei tempi dispari incredibili. Un gran bel concerto, anche se personalmente apprezzo molto di più queste sonorità durante festival open air, tant’è che una loro mitica performance di svariati anni or sono alla Rottura del silenzio mi conquistò decisamente di più.

THE SECRET

Giusto il tempo di fare due chiacchiere con i Sunpocrisy che i Secret si presentano sul palco! Perfetta organizzazione e tempistica stasera, con cambi di palco che si attestano sui dieci minuti, mica male davvero! I triestini si presentano sullo stage senza dire una parola e tale sarà il loro atteggiamento per tutta la serata, con il cantante Marco ad alzare il pugno tra un brano e l’altro per ringraziare il pubblico. Di acqua sotto i ponti ne è passata dai tempi in cui li vidi per la prima volta con il moniker di From the dying sky, tant’è che adesso si può tranquillamente dire che i Secret siano la punta di diamante mondiale di quell’hardcore oscuro e maligno imbastardito con black metal e sludge. Il concerto stasera è incentrato sostanzialmente sugli ultimi due acclamatissimi album, con una scaletta decisamente ben studiata. La prima parte privilegia il lato più HC del quartetto, con schegge velocissime sempre contaminate a dovere tra cui svettano pezzi ormai diventati classici come “Agnus Dei” e “Death alive”. Nella seconda parte invece i Secret sparano le loro cartucce migliori, con brani a volte quasi sperimentali che spingono la mia già tormentata psiche verso universi oscuri. “Bell of urgency” è sostanzialmente pura devastazione sludge, “Love your enemy” dal vivo è semplicemente incredibile grazie alla contrapposizione tra il feedback di chitarra praticamente drone e la cavalcata di doppia cassa della batteria, mentre il momento più alto lo si raggiunge con “Darkness I became”, il brano più black dei triestini che fa scendere il gelo assoluto in sala. Su tutto si erge la immensa presenza scenica di Marco, che anche dal vivo riesce a gratificare ogni brano con uno screaming assolutamente incredibile ed una personalità notevole nel riuscire ad imprimere alle canzoni una fisicità sofferta, pur con stilemi assolutamente HC. Unica nota stonata il basso veramente poco udibile, ma evidentemente non si può avere tutto nella vita…

Bellissima serata, ennesima testimonianza di come la scena underground italiana sia viva e scalpitante, nonché di come si possa riempire alla grande un locale con gruppi di qualità a GRATIS. Questo è il futuro della musica, almeno per come la intendo io. L’equazione non è complicata, se la gente non paga l’obolo alla cassa è più facile che compri merchandising e si beva una birra in più, quindi sono tutti molto più contenti… Semplice no?