Seconda release ufficiale per gli Abraham, quintetto svizzero ancora poco conosciuto alla massa che ha però tutte le carte in regola per diventare un nome importante per gli appassionati del post-hardcore più abrasivo e viscerale. The serpent, the prophet & the whore è infatti un disco difficile, che ha bisogno di ripetuti ascolti per essere assimilato e compreso fino in fondo, in netta contrapposizione con la moda degli album “fast-food” che vanno tanto adesso, ma che saprà dare parecchie soddisfazioni a chi ci potrà dedicare la giusta pazienza. Il bello di SP&W è la sua evoluzione, il suo fluire costante che segue un filo logico ben definito e che ne delinea una trama quasi come che fosse un romanzo, anche perché tutto il lavoro è stato ispirato dal misconosciuto scrittore J.G.Rawls e il concept si dipana meravigliosamente assorbendo completamente chiunque abbia attenzione in abbondanza. Ripeto più volte che ci vuole attenzione e pazienza perché vorrei che fosse chiaro che questo non è un disco da ascoltare in macchina, anzi il consiglio è quello di mettere su il vinile (se esce, per ora è prevista solo l’edizione in CD, dannazione!) che esalti la resa globale di un suono pulsante, sanguigno e slabbrato, rilassarsi sul divano e immergersi completamente nel mondo degli Abraham. Che magari non propongono nulla di veramente originale, ma si dimostrano un gruppo con una onestà intellettuale e una devozione verso un tipo di sonorità assolutamente degne di nota, anche se un paio di episodi nell’album non riuscitissimi bisogna ammettere che abbassano il voto finale. L’iniziale “Start with a heartbeat” ad esempio è abbastanza fuorviante: un brano tiratissimo e di una violenza veramente allucinante, sicuramente figlio di quel caos sonoro dei Botch che furono, con un crescendo che lascia senza fiato, ma un po’ troppo convenzionale e già sentito, nonostante l’uso veramente personale e innovativo della voce da parte di Olivier Hähnel. Dopo altri due pezzi abbastanza interlocutori, ecco che gli Abraham cominciano a tirare fuori la propria personalità con “New King, dark prophet”: da qui in poi SP&W decolla, o forse si potrebbe dire che sprofonda sotto tonnellate di fango e di angoscia allorchè doom e sludge cominciano a farsi presenze consistenti trascinando l’ascoltatore in un mare di disperazione. Ovvio che l’ombra dei Neurosis aleggia su questa sezione del disco, come su ogni gruppo post-HC che si rispetti che suoni lento ed arcigno, ma gli svizzeri hanno personalità da vendere e si svicolano da paragoni ingombranti grazie alla capacità non da poco di creare atmosfere tese e claustrofobiche senza volere strafare. Un brano monumentale come “Carcasses” è la riprova che a volte “less is more”, ovvero che si può creare un pathos che si tocca quasi con mano senza infarcire le canzoni di cascate di note a profusione, ma lavorando sui silenzi e sui tempi dilatati, strumenti che gli Abraham dimostrano di saper padroneggiare alla perfezione. Quello che un po’ spiace è che i primi dieci minuti dell’album siano quasi sprecati per una specie di rodaggio, perché risulta evidente che il quintetto si trova meravigliosamente più in ambienti post che hardcore più tirati. Comunque un deciso pollice in alto in attesa in primis di vedere cosa sanno combinare questi cinque folli dal vivo e poi del prossimo album che, se vengono sistemate un paio di cose, potrebbe diventare un capolavoro per il genere.
ABRAHAM – The serpent, the prophet & the whore
ABRAHAM - The serpent, the prophet & the whore
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Tracklist
1. Start with a heartbeat2. Man the serpent3. The great dismemberment4. New king, dark prophet5. This is not a dead man, yet6. Carcasses7. The chymical fiancé8. Dawn
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Lineup
David Haldimann. batteriaJaques Viredaz. chitarraMathieu Jallut. chitarraValentin Jallut. bassoOlivier Hähnel. voce
- GenerePost-hardcore/sludge
- Anno2012
- Casa discograficaPelagic Records
- Websitehttp://www.abrahamband.com/