Giungono al traguardo della loro quarta realese discografica i finnici Atlas. A distanza di due anni dall’ultimo “Distorted Delusions”, arriva nei negozi questo nuovo “Fear Of Domination”, a cura della Inverse Records. Il sestetto di Nurmijärvi ci propone una miscela di metal moderno, abbondantemente innaffiato da tastiere, voci growl, screaming incazzato, ritmi a volte al limite del thrash, ma senza mai perdere d’occhio il lato melodico, soprattutto per quel che concerne il lavoro delle due asce!!
Il compito di aprire le danze è affidato alla intro “Misery”, poco più di un mito, per poi lasciare spazio alla ritmata “Divided”, che mette in campo subito tutte le carte dei sei scandinavi. “Primordial” e “Colossus”, non modificano di una virgola l’approccio energico dei nostri, dove i ritmi sono sempre alti e arrembanti. Una menzione va a “El Toro” e “Carnival Apocalypse”, entrambe dotate di buoni refrain e di un ottimo lavoro da parte dei due chitarristi, mentre continua il duello di voci clean e growl. Più particolare, si rivela invece “Messiah”, dove una parte centrale narrata da una voce femminile spezza un po’ l’assalto ai nostri padiglioni auricolari. “Adrenaline” ha un riff di chitarra stoppato, voci filtrate ed inserti di tastiere disturbanti, che fanno quasi a pugni con il suo chorus decisamente melodico. La title track “Atlas” convince decisamente meno rispetto ad altri brani. Chiude l’album “Final Trasmission”, che inizia con suoni dilatati per poi farsi più incalzante, come il resto del disco, smussato solo da una voce angelica femminile.
Il disco è decisamente ben prodotto e i nostri sanno decisamente maneggiare la loro strumentazione. Una menzione va sicuramente ai due chitarristi Johannes Niemi e Jan-Erik Kari,che possiedono decisamente gusto pregevole per la melodia senza strafare. Cosi cosi, invece la parte vocale…Saku Solin, pur variando di continuo il suo stile vocale, non convince mai in pieno, risultando alla lunga un freno al sound della band.
Il sound dagli Atlas chiama in causa più generi e richiama alla mente tantissime band affermate, e questo alla distanza, da un senso di già sentito e già visto che non aiuta la crescita della band.
Manca la scintilla, che può far fare un salto di qualità a questi ragazzi, soprattutto in fase di songwriting!! Non si tratta di un flop di certo, ma in momento storico come questo, per la nostra musica, per emergere ci vuole decisamente di più!!!!!!