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DYING FETUS – Reign Supreme

Signori, i Dying Fetus. A distanza di tre anni dalla loro ultima fatica in studio, i tre del  Maryland ritornano tra noi. E chi ama il Death Metal come il sottoscritto non può far altro che gioire preparandosi all’ennesimo massacro. Chiariamo subito una cosa: non siamo di fronte al solito capolavoro al quale questa magnifica band ci aveva abituati. I livelli dell’irraggiungibile “Destroy The Opposition” sono lontani, e in questo “Reign Supreme” la band statunitense incappa in alcuni episodi non proprio riusciti e in alcuni frangenti risulta alquanto scontata. Diciamo che i Dying Fetus hanno optato per la formula “usato sicuro”, lasciando intravedere un leggero calo di ispirazione e un certo modo di sapersi riciclare al meglio. Questo non vuol dire che il qui presente sia un album fiacco, noioso o poco coinvolgente. Anzi. Non temo smentita nel dire che, pur non essendo un disco che tocca i livelli di eccellenza ai quali la band americana sembrava abbonata, rimane pur sempre inarrivabile per migliaia di altre band che, in termini di abilità compositiva e di creatività, non riuscirebbero a fare in dieci anni quello che i Dying Fetus fanno in un solo disco. ll fatto poi che con una sola pennata di chitarra disintegrino le miriadi di gruppi slam che cercano invano (e male) di imitarli, vi fa ben capire che nonostante le pecche sopra citate, non ci sarà spazio per la delusione. Quindi preparatevi a spezzarvi il collo su pezzi come “Invert The idols” o la splendida “From Tomb To Waste”, visto che il trademark  basato su scariche Death Metal impregnate di groove dei nostri è rimasto pressoché immutato, tornando se vogliamo a lidi musicali meno tecnici e un po’ più old school rispetto al predecessore “Descend Into Depravity”. Come sempre sul piano esecutivo non c’è nulla da eccepire, questi macellai sono una garanzia, c’è poco da fare. Gallagher è la solita macchina macina riff, e la sua inconfondibile ugola che è ormai diventata un trademark del gruppo, riesce a duettare con quella di Beasley in modo sublime . Menzione d’onore al drummer Trey Williams, un autentico metronomo umano, preciso e potente ma anche picchiatore di classe, che pur non essendo un ipertecnico riesce davvero a dare un tiro pazzesco alle composizioni, sia nelle parti più dinamiche sia in quelle più rallentate. Lungi da me fare discorsi da fanatico o cose del genere, ma questa band è davvero fenomenale e chi li segue da tempo sono sicuro mi darà ragione in pieno. Anche stavolta, pur non essendo riusciti a sfornare un capolavoro, se ne escono con un disco di livello assoluto che ti colpisce come una mazza chiodata alle ginocchia, e che in alcuni momenti ti fa davvero ringraziare il fatto che sul pianeta terra esista un gruppo simile. Se li avete amati non smetterete certo di farlo con quest’album, ve lo garantisco. Ok, magari i tre cominciano a mostrare un po’ il fianco, ma se vogliamo essere onesti è anche fisiologico e glielo possiamo perdonare visti i picchi di eccellenza e le perle discografiche che in passato hanno saputo dare alle stampe. Non voglio dilungarmi troppo, per questo gruppo non servono troppe parole, bisogna solo inserire il disco nel lettore e farsi prendere a calci nei denti. Quindi, come sempre, traete da soli le vostre conclusioni e decidete voi se vale la pena seguirli per l’ennesima volta. Per quanto mi riguarda la mia decisione l’ho presa dopo cinque minuti di ascolto e questo “Reign Supreme” me lo vado a ascoltare di nuovo. Per l’ennesima volta. Perché è una goduria. Perché ascoltare i Dying Fetus è cosa buona e giusta. Sempre e comunque.

  • 7.5/10

  • DYING FETUS - Reign Supreme

  • Tracklist

    01. Invert The idols

    02. Subjected To A Beating
    03. Second Skin
    04. From Womb To Waste
    05. Dissidence
    06. In The Trenches
    07. Devout Atrocity
    08. Revisionist Past
    09. The Blood Of Power

  • Lineup

    John Gallagher - Vocals & Guitars

    Sean Beasley - Bass & Vocals
    Trey Williams - Drums