Avete mai avuto la sensazione di essere invincibili? Avete mai provato quel sentimento di forzache vi dona i poteri del mitologico Re Mida? Vi è mai capitato di essere estremamente positivi e che tutto, di conseguenza, diventi positivo, anche nei casi più disperati? Non stiamo facendo una seduta terapeutica per soggetti affetti da scarsa autostima, tranquilli…
Stiamo parlando di una band! E per di più nostrana. In casa AFM, nei mesi scorsi, il fermento è girato attorno a due band, in uscita tra settembre e ottobre: Orden Ogan (che vedremo poi) e gli Elvenking (qui presenti in pompa magna). Dopo due dischi super come “The Scythe” e “Red Silent Tides”, l’attesa per il nuovo album del sestetto friulano è diventata palpabile. Sarebbe stata una conferma della classe che Damna & Co possiedono, oppure avrebbero intrapreso una nuova strada, in cerca di un sound diverso? La verità, il nuovissimo “Era”, viaggia a metà strada.
Le dodici songs mettono in gioco sia il passato che il futuro degli Elvenking; pur viaggiando sulla tanto amata ‘melodia’, la band decide di fare un passo indietro e di tornare a spingere maggiormente sull’accelleratore, coaudiuvando il tutto con un sound maggiormente guitar-oriented rispetto al passato; ciliegina sulla torta: la presenza di un numero maggiore di parti folkeggianti che farà felice un’enorme fetta di pubblico.
Registrato e prodotto ai mitici Sonic Pump Studios di Nino Laurenne, “Era” non possiede prettamente i canoni del cosidetto ‘power’; al contrario qua e là si avverte che una certa ruvidità nella produzione aiuta a rendere i brani polverosi e ‘umani’. I suoni sono caldi e potenti, ben amalgamati nella scelta, e la voce di Damna riesce (come sempre) ad essere espressiva ed evocativa allo stesso tempo. Il mastering uccide anche durante i brani acustici, mentre il mixing fa da trampolino per le performance della band, dove la nuova sezione ritmica Symohn&Jakob riesce a far dimenticare i precedenti componenti.
“The Loser”, “Walking Dead” e “Poor Little Baroness” danno calci sui denti per immediatezza e altrettanta padronanza della violenza. ”I Am The Monster” (grande duetto con Jon Oliva) e “Through Wolf’s Eyes” uccidono per groove e cori indovinati, mentre le strutture di “Midnight Skies, Winter Sighs”, “We, Animals” e “Chronicles Of A Frozen Era” determinano gli episodi di più difficile assimilazione (ma di grande effetto). Infine, lasciatevi cullare da “A Song For The People”, “The Time Of Your Life” e dalla strumentale “Ophale”, vere gemme acustico/folkeggianti dove un Damna ‘diverso’ vi porterà attraverso terre sconosciute.
“Era”, come il titolo stesso suggerisce, rappresenta il punto di svolta degli Elvenking. Se “Red Silent Tides” aveva confermato la classe indiscussa dell’act friulano, “Era” rappresenta la vera maturazione di una band mai statica e sempre più propensa a stupirci. Una delle migliori uscite (nazionali e internazionali) di questo grandioso 2012.