One shot one kill. From Ashes To New è molto più che solo un nome, è l’emblema della rinascita di un genere musicale, ormai dato per spacciato dall’inizio del nuovo Millennio: dal Nu Metal dei Linkin Park, al nostalgico Metalcore degli All That Remains, “Day One” è soltanto l’inizio di un lungo viaggio, attraverso il groove e la melodia.
Soltanto due anni di lavoro alle spalle per la band di Lancaster, ma i cinque ragazzi americani sono già perfettamente padroni del loro savoir faire: a testa alta fino al primo grande traguardo, il loro punto di partenza.
Nell’egida della sfida alla creazione di uno stile sperimentale, “Day One” è una meritatissima vittoria: uno start alla “Chop Suey” (System Of A Dawn, ndr) fa da introduzione all’opener “Land Of Make Believe“, che nonostante la struttura ritmica veramente serrata, non perde di vista il motivetto catchy, che consente di apprezzare la canzone dal primo all’ultimo secondo.
Perfettamente azzeccato lo scream di “Face The Day“, una delle migliori tracce dell’album, dai toni piuttosto malinconici e dal ritornello indimenticabile, così come “Through It All” e “Same Old Story“, la cui ultima introduce qualche elemento hip-hop nel cantato, rimandando l’ascoltatore indietro ai tempi di “Breaking The Habit” (Linkin Park, ndr).
Più orecchiabili e leggere strumentalmente “Farther From Home” e la mid-tempo introdotta dalle tastiere “Every Second“, non lontanissima da “In The End”, che riportano il genere verso un Alternative degli esordi di MTV.
Rock, Metal, chitarroni, ritmiche serrate e motivetti: è la formula vincente di “Day One”. I From Ashes To New non creano nulla di nuovo, e giocano sul sicuro, ma il risultato è davvero strabiliante. Consigliatissimo.