Dopo il primo album “Burn” che ebbe riscosso un successo medio basso presso gli amanti del genere, Gli Havok tornano all’inizio del 2011 con un nuovo lavoro che non si distacca troppo dal sentiero tracciato in precedenza,da sottolineare sicuramente la produzione migliore.
L’album presenta nell’insieme riff rapidi e taglienti (ne sono esempio “Prepare for Attack”,”Covering Fire”,”No amnesty” e “out of my way”) e assoli veloci e puliti eseguiti in modo magistrale, che sottolineano anche un buon livello tecnico e la capacità di fare del buon thrash.
L’album nel complesso è migliore di quello precedente ma risultano forse troppe le influenze dei mastodontici gruppi che stanno sulle “alture dell’Olimpo” del Thrash metal; a volte si può notare un tentativo di emulazione nel cantato da parte di David Sanchez quasi a ricalcare le linee imbastite dagli ultimi Destruction e di Tom Araya degli Slayer (un esempio lampante è nella traccia “D.O.A” l’urlo quasi spudoratamente copiato dalla storica Angel of death, il riff in “No amnesty” che ricorda molto Postmortem e Altar of sacrifice).
Infine si sentono molto le influenze anche di gruppi più heavy metal come ad esempio Iron Maiden e Megadeth (sempre in D.O.A abbiamo un intro molto “Maideniano” e in Killing tendencies nel ritornello il cantato può ricordare Dave Mustaine).
Nel complesso quindi la prova del Gruppo americano è positiva, gli amanti del mosh saranno sicuramente soddisfatti, anche chi è ancora legato ai valori del thrash Old School, può trovare “Time is up” un album piacevole. L’unica pecca a mio avviso sono i troppi tributi che possono banalizzare la prestazione della band; però di questo passo gli Havok saranno a breve pronti a restare a passo con la nuova ondata di band che sta inondando il thrash metal negli ultimi 2 anni.
