Eccoci giunti alla nona uscita per i granitici Iron Savior; la teutonica band, conosciuta per essere nata nel lontano 1997 come side-project di Kei Hansen (Helloween, Gamma Ray) e Tomen “the omen” Stauch (Blind Guardian), che abbandonerà però già dopo il primo album mentre Hansen dopo il terzo, è giunta quasi a tagliare il prestigioso traguardo dei vent’anni di carriera; una carriera sempre all’insegna del più genuino metal germanico.
Negli anni il loro sound ha comunque subito alcune, seppur piccole, variazioni; partiti con alcune lievi influenze anglosassoni già dopo il secondo LP la strada intrapresa è stata definitivamente volta al più classico Speed-Power farcito di doppie casse martellanti e di riff al fulmicotone.
A capitanarli per tutti questi anni è rimasto sin dall’inizio il solo Piet Sielck, voce, chitarra e vera anima della band.
Venendo a questo nuovo “Titancraft” non si può che restare soddisfatti del risultato, il suono, l’energia che sprigiona e la produzione sempre ad alti livelli non potranno che fare la felicità dei loro fans e degli appassionati in genere.
L’unica pecca, comune ormai a molte band, è che forse per tutto questo tempo non siano riusciti, o non abbiano voluto, osare qualcosa di più; propendendo per tenere un profilo fedele al loro clichè e preferendo andare sul sicuro senza mai cercare una vera e propria evoluzione.
Resta il fatto che analizzando i brani non si può rimanere delusi da pezzi come la roboante title track; il singolo “Way Of The Blade” e “Seize The Day” leggermente più catchy; o le potenti “Beyond The Horizon”, “Strike Down The Tyranny” e “Rebellious”; qualcosa di diverso si può sentire in “Gunsmoke”, “The Sun Won’t Rise In Hell”, “Brother In Arms” e nell’immancabile ballad “I Surrender”. Nella limited sono presenti 2 bonus track “R&R Addiction” e “Protector(2016)”.
Con la loro esperienza gli Iron Savior potrebbero senz’altro regalarci qualcosa in più del solito compitino, seppur eseguito alla perfezione; concludendo un LP questo Titancraft che scorre piacevolmente nel lettore regalandoci quasi un ora di spensierato Power d’annata ma che non risulterà sicuramente indimenticabile.