Se volete capire realmente una band, il suo spirito, la sua caratura personale/artistica, allora dovete ascoltare ogni album che viene pubblicato: al di là della musica stessa propinata, che può essere metal o soul o rap, è il messaggio che ‘attira’ fans e simpatizzanti; ed ogni band a suo modo ne possiede uno, anche se è strumentale.
I Mystic Prophecy a mio parere sono un act che trapare perseveranza: ”Ravenlord” è il settimo sigillo in studio per la band greco/tedesca e vorrebbe rappresentare il capitolo della svolta verso ‘piani più alti’! il quintetto s’è preso il suo tempo, concedendosi un tour europeo con gli Stratovarius, e immergendosi nella realizzazione di queste undici tracce con dedizione e maniacale perfezionismo; il genere della band rimane sempre un power metal dai tratti dark che, se da una parte restringe il numero di adepti, dall’altra li rende sicuramente distinguibili.
“Ravenlord” ha un lavoro di consolle davvero professionale e sicuro, aiutato anche dalle performance dei nostri (che non si lasciano cadere in mere voluttuosità virtuosistiche) e da un songwriting più ‘ruffianeggiante’. Si può dire che il risultato sia un buon disco che sicuramente porterà qualche fan in più alla band.
Ci sono songs come la titletrack o “Eyes Of The Devil” o “Wings Of Destiny” che riescono ad esprimere le vere idee di Liapakis&C, con una forte base ritmica e un pregiato lavoro di chitarre; altri capitoli invece sembrano riempitivi, specie nel finale (“Cross Of Lies” e “Reckoning Day”) dove la tensione si abbassa di qualche gradino. Assolutamente da dimenticare la cover di “Miracle Man” di Ozzy Osbourne, tutt’altro che convincente e accattivante (l’aggettivo scialba sarebbe un eufemismo).
Raccomando ai Mystic Prophecy di continuare a perseverare nella ricerca del ‘disco giusto’; manca poco ormai e non sarebbe giusto mollare proprio ora. Un buon disco, ma niente di più.
