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ORACLE – Going Up The River

Dare un voto all’arte, in questo caso alla musica, è sempre una faccenda complicatissima, in questo caso è praticamente impossibile. A volte ci si trova davanti ad album che sono oggettivamente belli, brutti o mediocri, in base a valori come qualità compositiva, di registrazione, artwork. Ma ascoltando gli Oracle, terzetto atipico formato da basso, synth e batteria, ci si trova costretti a valutare la loro proposta musicale unicamente in base al valore soggettivo, a ciò che sono in grado di trasmetterci. Sfido due persone, anche con gusti musicali simili, ad ascoltare “Going up the river” e a provare le stesse emozioni. C’è chi proverà noia totale, chi fastidio, chi andrà in estasi assoluta, ma il genere proposto dagli Oracle, un noise prevalentemente strumentale con influssi drone e ambient, non può lasciare indifferenti. Il coraggio di proporre sonorità totalmente nuove in Italia è innegabile, così come la qualità generale dell’album, licenziato da Cynic lab, etichetta che ci delizia con dischi che spingono il nostro cervello sempre al limite. A livello musicale è difficile dare un’idea ben definita di ciò che fanno gli Oracle, il primo paragone che potrebbe venire in mente sono i Sunn 0))), ma sarebbe limitante fare dei paralleli perchè il terzetto ha una personalità spiccata e variegata. Provate ad esempio ad ascoltare la lunghissima Rebirth, costruita su un ipnotico giro di basso che cresce progressivamente fino a miscelarsi completamente con gli altri strumenti solo nel finale. Per la struttura ipnotica e a spirale del brano, oltre che per il senso di estraniazione che produce, mi ha fatto provare le stesse sensazioni della sigla di “Twin Peaks” dell’immenso Angelo Badalamenti. Anche la successiva “Chant of a world on the verge of ruin” prosegue su coordinate simili, questa volta però è il synth a fare da padrone, rendendo il brano più dissonanate nel crescendo finale. La conclusiva “The wrong place”, un po’ più corta delle due precedenti (solo 8 minuti!), è quella che potremmo definire una “canzone” nel senso più canonico, con la presenza anche delle vocals, ma è anche quella più angosciante e opprimente. Immaginatevi dei Lightning Bolt lentissimi, con il basso a far da padrone, qualche feedback e una voce che è un urlo straziato e senza speranza. Giunti alla fine di questo viaggio musicale, viene il dilemma del voto. Io gli ho messo un 6 che in realtà non vuol dire niente, starà a voi e alla vostra sensibilità decidere se gli Oracle sono da 10 o da 0. Vie di mezzo non ce ne sono.

  • 6/10

  • ORACLE - Going Up The River

  • Tracklist

    01 - We are all accomplicies/Glares of light
    02 - Rebirth
    03 - Chant of a world on the verge of ruin
    04 - The wrong place


  • Lineup

    Simone - basso, loops, voce
    Tommy - synth, loops, voce
    Lorenzo - batteria