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RESURRECTURIS – Non Voglio Morire

Nessuno ha veramente voglia di morire, ma spesso, con l’andar degli anni, ci si lascia andare allo scorrere degli eventi, senza riuscire ad arrestarli o a dar loro la direzione voluta, i desideri e le passioni si perdono e la quotidianità, la routine, divorano i sogni della gioventù, annichilendo l’Io umano. E quindi, in un certo senso, si è già defunti. Qualcuno, non la maggior parte, ma una minoranza ribelle e combattiva, si oppone all’inerzia del tempo e delle abitudini e lotta per mantenere viva la propria personalità, per sentirsi vitale ed entusiasta a dispetto di tutto e tutti. A questa voglia di lottare, di continuare ad affermare la propria personalità attraverso le proprie passioni attività che meglio ci riescono e ci realizzano, in questo caso la musica, è dedicato questo nuovo cd dei Resurrecturis, nome storico del death italiano, che apre con Non Voglio Morire un’opera, suddivisa in due album, dichiaratamente autobiografica, nella quale si va ad indagare il processo di maturazione personale compiuto dall’individuo nel corso della propria esistenza. Lo sguardo attraverso cui viene intrapresa quest’analisi è quello del mastermind del gruppo, Carlo Strappa, un artista che non ha mai messo da parte il proprio amore per le sette note nonostante le incombenze della vita di tutti i giorni lo abbiano portato, fatalmente, a poter dedicare sempre meno tempo all’attività della propria band.
Se i Resurecturis sono di norma definiti come un gruppo death metal, sarà meglio ricordarsi di quest’etichetta fino a un certo punto nel caso del loro nuovo album, dato che in Non Voglio Morire confluiscono una quantità immane di influenze, da quelle più classicamente estreme ad altre molto lontane da tali coordinate, ma nella maggior parte dei casi ben inserite nel sound dell’ensemble marchigiano. Epicentro dell’album è, non a caso, l’oscura e goticheggiante The Artist, surreale nelle parti con la voce filtrata di Carlo Strappa a farla da padrone, sussurrata e tenue in quelle pennellate dalle female vocals di Gloria Strappa. La voce femminile fa nuovamente capolino in Calling Our Names, dove anche la voce maschile va a toccare tonalità molto rilassate, sfociando in umori da amara ballata, prima di una bella progressione in chiusura. Sul versante opposto, quello dei brani più incazzati e fedeli alla tradizione death, i Resurrecturis dimostrano di saperci ancora fare alla grande, dispensando tutto il campionario in possesso di un gruppo da così tanto tempo sulla scena e dotato non solo d’esperienza, ma di numeri artistici di tutto rilievo. I primi brani in scaletta (The Origin, Fuck Face, Corpses Forever) sono emblematici di quanto appena detto, mentre più avanti nel corso della tracklist (After The Show, The Fracture, Save My Anger) emergono, accanto a un piglio violento e intransigente, alcuni frammenti sonori più elaborati, figli di certo thrash moderno, quando non si lascia ammorbare dal metalcore, e del death melodico. Non mancano le incursioni in voce pulita anche nei pezzi ad alta dose di aggressività, e pure arpeggi ipnotici e sognanti, che rendono piacevolmente cangianti le sfumature sonore di Non Voglio Morire. In questo senso, i frutti migliori si hanno in Away From The Flock e Where Shall I Go From Here, anche se va puntualizzato che le voci melodiche, per quanto non disprezzabili, sono sicuramente l’aspetto maggiormente da migliorare in futuro da parte della band. Tocca a una ballad semplice, scarna e ben lontana da ritmi indiavolati, la pianistica In Retrospective, chiudere il viaggio in compagnia dell’anima dell’artista Carlo Strappa, qui messo coraggiosamente a nudo in tutte le sue emozioni e sensazioni, che hanno portato a un platter di buon valore e interessante per chi ascolta metal estremo, al di là della suggestione per i temi trattati e il concept lirico dell’opera.

  • 8,5/10

  • RESURRECTURIS - Non Voglio Morire

  • Tracklist

    01. Desperates
    02. Wrong Side of the Town
    03. Forgiveness
    04. Choice For a Mask
    05. Mindoll
    06. Das Experiment
    07. Spitfire
    08. When Reality Wakes Up
    09. Still Winter Within
    10. Endeavouring
    11. The Flag of Sinners


  • Lineup

    Andrea Spinelli – voce
    Alessandro Castelli – chitarra
    Danilo Valentini – chitarra
    Federico Maragoni – batteria
    Maurizio Villeato – basso