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SECRETS OF THE MOON – Seven Bells

Semplicemente incredibili. Certe band riescono a toccare particolari corde e sucitare emozioni grazie ad album che riescono a trascendere concetti quali tecnica strumentale e produzione. L’ultimo album dei tedeschi Secrets of the moon non è assolutamente perfetto ma riesce ad essere evocativo, opprimente, passionale e sincero dall’inizio alla fine. Il terzetto fa un ulteriore passo in avanti nella propria personalissima definizione di Black metal e inserisce elementi talora provenienti dal doom e altre volte dal movimento dark wave. Aggiungete a tutti questi fattori che uno dei produttori è un certo Tom G. Warrior e il cerchio magicamente comincia a chiudersi. I Secrets Of The Moon come già detto sono un gruppo molto viscerale e amano trasmettere emozioni che sono abbastanza lontane dal Trve Black norvegese. Le sferzate gelide, misantropiche e nichiliste lasciano spazio a un senso di oppressione e claustrofobia che sembra essere il tema portante di “Seven bells”.

I brani hanno spesso un andamento molto lento ed atmosferico in cui una solida ossatura alla Celtic Frost viene espansa con i i tipici arpeggi e le dilatataure temporali del movimento darkwave e inasprita dal cantato che segue abbastanza fedelemente le direttive Black, anche se talvolta si concede ad aperture melodiche. Melodia che non latita anche negli intrecci chitarristici (il basso esiste solo per dovere di cronaca ma si sente pochissimo) che, anche grazie ad una registrazione stranamente calda e un po’ vintage, creano un interessante e quantomai originale wall of sound altamente evocativo ed esoterico. Ciò in cui sono veramente maestri i tedeschi è l’arte di creare aspettativa attraverso un uso sapiente della tensione: già nella prima canzone, ovvero la title track, il minuto abbondante di introduzione in crescendo con tanto di campane crea un pathos quasi insostenibile prima di esplodere in un furioso attacco di chitarra. Ma i Secrets of the moon sono veramente geniali anche nel riuscire a dilatare all’inverosimile i tempi, basti pensare ai lunghissimi 12 minuti di Nyx, brano lento ed ossessivo ai limiti del doom (anche se con qualche opportuna accellerazione all’interno) che termina con una coda strumentale di organo decisamente rilassante. Anche la conclusiva “The three beggars” vive di netti dualismi tra parti sostenute ed altre ai confini del post-rock che gettano l’ascoltatore su vere e proprie montagne russe emotive. Come già detto ci sono però dei difetti che impediscono a “Seven bells” di entrare nell’olimpo dei dischi perfetti. Inanzitutto una cosa che mi nettamente infastidito sono i filtri aggiunti alla voce e le sovraincisioni che rendono lo screaming artificioso e poco genuino. In seconda battuta, ma questa è una opinione nettamente personale, trovo che alcuni brani potessero essere decisamente asciugati e certe digressioni melodiche che assomigliano paurosamente a dei ritornelli tranquillamente evitate.

Per il resto ci troviamo decisamente davanti ad un album coraggioso, personale e fortemente evocativo, che spinge il Black metal verso nuove forme e dimensioni.

  • 8,5/10

  • SECRETS OF THE MOON - Seven Bells

  • Tracklist

    1. Seven bells
    2. Goathead
    3. Serpent messiah
    4. Blood into wine
    5. Worship
    6. Nyx
    7. The three beggars


  • Lineup

    Thelemnar - batteria
    Ar. chitarra - voce
    SG. voce, chitarra - basso