Per qualcuno il grindcore è una faccenda dannatamente seria. Lo è indubbiamente per i Terrorizer, band che ha di fatto definito il genere per quanto riguarda l’America, che nella loro seconda vita discografica si dedica alla diffusione del grind più brutale e senza compromessi che ci sia in circolazione. Il problema è che sono passati 23 anni da quell’indiscusso capolavoro che è “World downfall” e gli americani sembrano avere perso sia l’ispirazione che il contatto con la realtà. Mentre band come Agoraphobic Nosebleed in America e i compianti Nasum in Europa hanno spinto il genere verso nuove direzioni, i Terrorizer attuali sembrano incapaci di tenere il passo con i tempi, col risultato che “Hordes of zombies” potrebbe essere per qualcuno un disco genuino, ma in realtà è semplicemente ottuso ed ignorante. Il reinserimento in formazione di Pete Sandoval prima e adesso di David Vincent (praticamente membri della formazione originale, questo va detto) purtroppo non ha fatto altro che far virare il suono verso un brutal death edulcorato, privo di quella tecnica presente in grandi band come Suffocation ed Origin che renderebbe il tutto quantomeno più gradevole. Anche la varietà è qualcosa che latita all’interno dell’album, sostanzialmente ogni brano risulta simile all’altro, grazie a velocità sostenute come da copione e riff di chiara marca death metal americano non troppo ispirati. Anche il cantante chiamato a sostituire il buon vecchio Oscar Garcia si rivela decisamente non all’altezza, in grado solamente di prodursi in un growl gutturale e monocorde per tutta la durata del disco. Dove sono finite quelle schegge impazzite della durata generale di due minuti che avevano costituito il disco d’esordio? Andate, ormai sostituite da brani troppo lunghi (la durata media è sui tre minuti) che male si sposano all’essenza stessa del grind, che si rivelano fiacchi e alla lunga noiosi. Se c’è da salvare qualcosa io terrei da parte solo l’eccellente “Forwar to annihilation”, brano di breve durata che spezza un po’ il ritmo con una prima parte più lenta e cadenzata. Potrei anche non parlare della prestazione di Pete Sandoval, tanto chi già lo conosce sa che è uno dei migliori batteristi metal in assoluto e riesce ad aggiungere spessore a qualunque progetto a cui partecipi. Non male nemmeno le tematiche sociali su cui è imperniato tutto l’album, anche se i concetti spesso sono un po’ troppo scolastici ed abusati. La produzione invece è veramente ottima, con suoni abrasivi e potenti e sporchi quel tanto che basta per conferire il giusto marciume che serve in un prodotto del genere. Forse quello che sto per scrivere sembrerà un po’ troppo brutale, ma a parere mio la cosa migliore che i Terrorizer avrebbero potuto fare per onorare la memoria del buon Jess Pintado (storico chitarrista della band stroncato dal diabete nel 2006) sarebbe stata lo scioglimento. Altra considerazione forse poco carina ma purtroppo veritiera: ultimamente tutto ciò su cui mette mano David Vincent si trasforma in merda, per cui forse è ora che decida di mettersi in pensione anticipata e che capisca che la musica non è più affar suo.
TERRORIZER – Hordes of zombies
TERRORIZER - Hordes of zombies
-
Tracklist
1. Intro
2. Hordes of zombies
3. Ignorance and apathy
4. Subterfuge
5. Evolving era
6. Radiation syndrome
7. Flesh to dust
8. Generation chaos
9. Broken mirrors
10. Prospect of oblivion
11. Malevolent ghosts
12. Forward to annihilation
13. State of mind
14. A dying breed
-
Lineup
Pete Sandoval. batteria
David Vincent. basso
Anthony Rezhawk. voce
Katina Culture. chitarra
- GenereGrind/Death metal
- Anno2012
- Casa discograficaSeason of Mist
- Websitehttp://www.terrorizergrindcore.net/