Uh…dunque…devo prenderla un pò alla larga! Se avete passato gli ultimi anni a suonare in cantina, avete formato una band che riteniate possa avere un buon sound e avete ‘mille idee più una’ nella testa al punto di non sapere ‘dove’ dirigere la vostra rotta musicale, allora lasciate che vi racconti di questi Unherz.
La band in questione appartiene alla definizione ‘crucca che più crucca non si può’: questo quartetto dedito a una sottospecie di punk’n’heavy metal (definizione che tutto dice e tutto tace) si trova con la fortuna in mano, riuscendo a interessare un’intenditrice come la Massacre Records, indi per cui eccoli approdare nel 2010 con un debut che, a parere del sottoscritto, sapeva più di demo che di album vero e proprio…il 2011 è l’anno di “Herzschlag”, e il 4-piece (forse post lettura recensioni e cazziatone da ‘casamadre’) cerca di darsi un aspetto più professionale e serio.
Per cui il sound diventa più tondo e maturo grazie a una maggior cura in consolle, le performance migliorano nettamente (pur rimanendo poco arrangiate e con qualche stecchina) e i suoni sembrano assumere dei contorni più adatti a una band sotto contratto; ma il songwriting, ahinoi, rimane li! Senza una mira espansionistica precisa, con l’orizzonte a 360° e nessuna capacità (o nessuna voglia) di voler impostare una rotta.
Ecco quindi arrivarci songs quadrate e taglienti come “Herzschlag”, “Verlorene Welt” e la bonus track “20000 Freunde”, intervallati con slow tempos come “Rette Mich” e “Die Hölle Muss Schön Sein” (con tanto di duetto); in aggiunta si punkeggia con “Und Dunkelheit Wird Licht” e “Prall Und Kugelrund” mentre con “Keine Paradise” si toccano le sponde del rock.
Per cui cari songwriter indecisi, questa è la fine che si rischia di fare se non si hanno le idee chiare! L’incipit, la partenza, la base, chiamatela come volete, è ciò che dovete estrarre dal cappello; tutto il resto richiede tempo, è vero, ma senza un riferimento rischiate di navigare tutta una vita senza udire il grido ‘terra’.