Questo disco non è ‘passato’ dalla redazione, l’ho acquistato di mia sponte visto l’interesse che l’act veneziano sta riscuotendo all’interno del panorama metal nazionale. Come nel caso dei lombardi Steelviolin, l’attenzione per la primissima uscita autoprodotta della band aveva assunto un alone frenetico.
Ebbene, “Stories Of North” è il biglietto da visita del 7-piece veneto, dedito a un folk metal difficilmente catalogabile e ricco di spunti vitali per il futuro; quattro songs ne compongono la tracklist (diciamo un ep ‘essenziale’), caratterizzate da un songwriting completo, arrangiato e poco assimilabile ai primi ascolti. La produzione possiede un buon livello professionale, il mixing a tratti favorisce il binomio ritmiche/doppia cassa a danno degli inserti folk, mentre le performance, pur precise e ben studiate, denotano ancora un leggera inesperienza (data anche la giovane età della band).
Nelle quattro tracce, oltre all’uso degli strumenti etnici, si rimane colpiti dall’ambivalenza nelle vocals…la soave essenza di Sara Tacchetto si scontra insistentemente con la potenza delle canore tipicamente maschili, creando un connubio tutt’altro che scontato (non è il solito ‘soprano + qualche growl’ per intenderci). Songs come “Voices Of North” e la successiva “Silence Oblivion” mostrano quanta anima e corpo sia stato messo in questa prima produzione, mentre il vero highlight porta il nome di “The End”, interessante anche per i non addetti al genere.
Ai Vallorch non mancano astuzia e coraggio: ne sentiremo parlare e molto. Per quel che mi riguarda li aspetto con qualcosa di più appetitoso.