Secondo album per i power prog metallers Withem, dopo l’esordio dicografico del 2013 intitolato “The Point Of You”. Nei cinquanta minuti del disco, i nostri rimangono fedeli ai canoni di un power prog che prende spunto da maestri del genere come Synphony X, Circus Maxiumum, Pagan’s Mind, e gli immancabili Dream Theater, anche se rispetto a questi ultimi i suoni sono meno compressi e oscuri. I quattro norvegesi riescono a donarci un album molto fruibile, mai troppo complesso, pur mettendo in risalto le loro qualità di musicisti.
La nuova fatica discografica si apre con un intro di organo che ricorda, almeno nella prima parte, alcune melodie di Chiesa; Con “Exit” si comincia a fare sul serio: l’attacco del brano è all’arma bianca, sconfinando quasi in ambito thrash, salvo poi aprirsi in brillanti linee armoniche. In ”In The Hands Of A God” si può godere di un ottimo lavoro di chitarra in apertura, lasciando spazio ad un bel mid tempo che si schiude in un chorus indovinato. “Riven” si apre con una dolce melodia di piano ,incorniciata dalla prova del singer Wagenius, per poi tramutarsi in un corposo brano rock dalle tinte quasi pop. Altro numero di metal prog pregevole è ”C’est La Vie” con i suoi oltre sei minuti di durata,mentre è davvero notevole il lavoro fatto su “The Eye Of The Sky”, dove per l’ennesima volta i progers norvegesi centrano una melodia vincente. “Arrhythmia” parte minacciosa, con ritmi serrati dove ancora una volta è la parte del chorus a farla da padrone, mentre un breve solo di basso ci da un saggio delle capacità del bass player Pereira. È ancora il basso in evidenza ad aprire il tempo medio di “In My Will”, sorretta dall’ennesimo ottimo refrain, mentre “Unaffected Love” è una canzone dalle mille faccie, un po’ prog , un po’ ballad, un po’ metal song. È l’ultimo sussulto prima dell’outro, che riprende l’intro iniziale…
Sugli scudi, sicuramente va messa la prova del singer Ole Aleksander Wagenius, che personalmente mi ha ricordato nei punti più alti Andre Matos, mentre in quelli più atmosferici ci ho trovato qualcosa del miglior Timo Kotipelto, pur mantenendo una buona personalità di fondo. Ottima anche la prova della sezione ritmica, Pereira- Roe, autori di una prova più che dignitosa.
Chi è in cerca di novità ad ogni costo non le troverà qui dentro di sicuro. L’album è bello, ben suonato, e ottimamente prodotto, ma questo in casa Frontiers Records ormai non è più una novità! Il pregio più grande del disco è quello di scorrere via bene, non incaponendosi in masturbazioni strumentali fine a se stesse. L a bravura tecnica dei nostri è sempre al servizio della forma canzone, dando precedenza spesso all melodia, senza rinunciare all’aggressività!
Bel prodotto, ben confezionato e suonato! Se siete fans delle band citate ad inizio articolo, che aspettate??? Date un’ascolto a questi ragazzi, potrebbero fare al caso vostro!!!